Suolo di proprietà comunale, l’abuso (presunto) e l’assessora!

Terno al lotto: 8 – 86 – 61 (e se volete aggiungete 17). Con delibera del Consiglio Comunale di Meta n. 52 del 19/10/2016 è stato approvato il piano di alienazione del patrimonio immobiliare per il triennio 2016/2018 per un totale generale di € 11.426.846,13.
Nell’elenco dei beni da vendere figura anche il suolo o corte (che dir si voglia) in via Rivolo (in catasto F. 3 Part. n. 1029 con una superficie di mq. 817) per un importo di € 16.340,00. Robetta, si direbbe! Sicuramente! Però la cosa ha attirato l’attenzione della consigliera avv. Susanna Barba che è intervenuta in Consiglio Comunale con piglio alquanto deciso, esordendo così: “Chiedo un chiarimento”. (Ma non c’è stata nessuna replica!)
L’intervento dell’avv. Barba è riportato in modo piuttosto “frastagliato” ma il senso è chiaro: “… detta consistenza [è] attualmente inaccessibile causa la tompagnatura dell’unico varco di accesso esistente al fondo dal lato via Rivolo così come sono in corso gli accertamenti delle verifiche tendenti a sancire se vi è stata la valorizzazione (sic!) da parte di un privato di una porzione di manufatto su detto suolo”.
Un eufemismo, questo, per dire che un privato ha invaso il suolo comunale con una costruzione… (presunta) abusiva! Chiarisce subito l’avv. Barba: “… al Comune c’è l’ord. n. 30/2014 in cui si parla che questo privato avrebbe sconfinato in questa particella 1029 del foglio 3. Questa ordinanza è stata mai contestata? Se non è stata contestata, è stata revocata? Che cosa è successo? Non è dato saperlo.” (… non disputandum est)
Ora l’ord. n. 30/2014 (ancora leggibile sul sito istituzionale) venne firmata dal sindaco dott. Paolo Trapani il 2/5/2014 e in essa si afferma: “Visto altresì che l’immobile è stato realizzato in parte su suolo in proprietà comunale foglio n. 03 particella n° 1029”. E c’è anche l’ord. n. 29 del 2014 firmata dal tecnico comunale (Area III Urbanistica) che contesta l’abuso edilizio. Volendo seguire il fair-play dell’avv. Barba, non sveliamo niente nel dire che essa ordinanza (e la n. 29/2014) venne adottata nei confronti di un’attuale assessora eletta nella lista del sindaco Tito. Però a ricorrere al TAR contro entrambe le ordinanze pare sia stata la madre dell’assessora sostenendo: ma quale abuso? la realizzazione del manufatto risaliva quantomeno all’anno 1956! Tutto regolare, dunque; si tratta allora di un clamoroso abbaglio degli uffici comunali? L’ennesima domanda sorge spontanea: il Comune si è difeso davanti al TAR? “Che cosa è successo – chiede incautamente in Consiglio Comunale l’avv. Barba – Non è dato saperlo”.
Che dire? C’è una bella “armonia” in Consiglio Comunale! Ma l’altra domanda dell’avv. Barba: se il fondo è “inaccessibile”, come si fa ad accedervi? “Chiedo un chiarimento” – aveva esordito l’avv. Barba e sembra quasi ripetersi la scena di quei film di scomparsa misteriosa degli aerei con la torre di controllo che drammaticamente insiste nel domandare: “Se mi ascoltate, rispondete!”. Nessuna risposta, l’aereo è misteriosamente scomparso!
Concludo: il mio auspicio è che la vendita possa andare a buon fine e il Comune possa ricavarne qualcosina (siano pure 16.000 €) e non finisca tutto come nel caso dell’Asilo Infantile (cfr. “Clericali e laici” p.99) … un privato sconfinò sul terreno dell’Asilo (per 16 mq), il Consiglio di Amm.ne nel 1986 deliberò l’alienazione della striscia di terreno (per 8 milioni di vecchie lire) ma la Giunta Regionale si oppose e finì tutto in cavalleria!

Lauro Gargiulo