“La voglia di caffè” il romanzo d’esordio della santanellese Benedetta De Nicola

“La Voglia di Caffè” è il romanzo d’esordio della giovane scrittrice Benedetta De Nicola, santanellese di origine e napoletana d’adozione. “La Voglia di Caffè” è un’opera che a raccontarla risulta complessa, ma, leggendola, ci scopriamo in un piacevole incontro con noi stessi, un porto di emozioni fatte di parole e immagini, che, attraverso il personaggio principale, offre un caffè all’anima del lettore.

Nero, cupo, ambiguo, un essere asessuato si muove per sette giorni tra Napoli, Sorrento e Positano rubando le storie delle persone che più lo stimolano, e, quando finalmente incontra l’anima tormentata da rubare, beve un caffè, facendosi carico di ogni sensazione partorita. La De Nicola ci fornisce una vasta gamma di personaggi e luoghi su cui riflettere, un ampio vissuto umano atipico per una classe ’95 come lei, che è riuscita a coronare il sogno di una vita: scrivere. Un sogno possibile, un sogno ormai antico e mai sopito, un sogno che ora prende il nome de “La voglia di caffè”, targato dreamBOOK edizioni, casa editrice pisana gestita da Stefano Mecenate. Un sogno fatto di parole e immagini, un sogno dove le foto di Sergio Galano si mischiano alle parole della giovane autrice, un sogno dove potreste rivedere voi stessi, quello che siete oggi, quello che eravate e quello che sarete. Più intimo di un rapporto con l’altro è un rapporto con se stessi. Chi non è mai stato innamorato nella propria vita? Chi non ha mai fatto, almeno una volta, la scelta sbagliata? Chi non è mai stato un po’ folle? Tutto ciò è raccontato dall’ autrice.

“La baciai e per un attimo sembrava lo stesso di cinque anni prima. Tutto, nel mondo, era andato ad incastrarsi al proprio posto, come quando un portapenne è pieno ma c’è spazio ancora per un penna, una sola e quella penna, quando ce la metti, raddrizza tutte le altre, dà un certo ordine, un equilibrio che senza di lei non esisterebbe”.

“La Voglia di Caffè” è in grado di carpire le emozioni e far immedesimare. È per questo, dopo aver letto l’ultima parola, l’unica cosa che viene da dire è:

sì, è quello giusto.

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