“Welcome è una parola semplice, comune, forse scontata. Non per questo, però, di scarso valore. Anzi, è inequivocabilmente la parola-simbolo dell’accoglienza nel linguaggio “universale”.
È ad essa che il nostro pensiero si è rivolto, quasi d’impulso, quando abbiamo appreso della possibilità di ospitare un esiguo numero di rifugiati sulla nostra Isola”.
A sottolinearlo, in una nota, i ragazzi dei Forum dei giovani dell’isola di Capri, che nei giorni scorsi si sono presentati al porto per esporre uno striscione dal contenuto eloquente.
“Sui social network – continua la nota dei Forum dei giovani -, ci siamo imbattuti in un diverso modo di accogliere la notizia; in molti hanno espresso scetticismo, altri totale chiusura verso tale eventualità. Parole dure, ci auguriamo condivise solo da una minoranza dei nostri concittadini, che hanno avuto una risonanza tale da oltrepassare i confini del nostro paese, con l’ausilio della rete e grazie agli articoli di alcune importanti testate giornalistiche italiane ed internazionali. L’immagine che hanno raccontato, dalla quale non ci sentiamo affatto rappresentati, fa nascere l’esigenza di esporci in prima linea in difesa dei valori che sempre hanno contraddistinto la nostra Isola. Capri, infatti, è stata storicamente esempio positivo di accoglienza nonché rifugio per varie forme di “diversità”. Non a caso, ancora oggi, custodiamo gelosamente le testimonianze e i racconti di chi, soprattutto nel secolo scorso, trovava nell’Isola un approdo sicuro e protetto nel quale esprimere liberamente la propria personalità, nonostante ciò significasse apparire lontani, appunto diversi, rispetto agli usi e ai costumi della comunità caprese”.
E ancora: “Siamo assolutamente convinti che l’Isola possa mostrare, anche in questa occasione, la parte migliore di sé e possa, quindi, continuare ad essere un modello positivo di tolleranza ed integrazione. Ci impegneremo affinché Capri possa dimostrarsi ancora come luogo di difesa e cura della dignità di ogni persona. In questo momento storico riteniamo che sia importante indirizzare le nostre coscienze al valore morale della solidarietà, per non dimenticare in quali radici affonda la nostra Costituzione, per non smarrire quei valori che ci hanno permesso di crescere in una società che si possa definire libera e “democratica”. Quegli stessi valori, che oggi possiamo dare per scontati, non lo sono per un gran numero di uomini, donne e bambini. Fuggire lontano da casa, dalla guerra e dalla povertà non è una scelta, è una necessità. Dare rifugio a chi è costretto a farlo, invece, non è altro che continuare a credere che quello che conta, più di ogni altra cosa, è riconoscere a tutti pari dignità umana. Riconoscere, paradossalmente, a tutti gli esseri viventi il basilare, quanto imprescindibile, diritto alla vita.
Restiamo umani”.