Reportage dal plesso Alice

Ogni giorno noi genitori accompagniamo alla porta della scuola i nostri figli (o fin dentro se frequentano la Scuola dell’Infanzia o la Primaria) confidando che il sorriso e l’entusiasmo con cui l’insegnate li accoglie perduri anche dopo la chiusura dello stesso. Quel momento, quello della chiusura dei battenti, sigilla un tempo dei nostri figli che di fatto a noi è sconosciuto. Esso prende vita nella nostra mente, ove li vediamo giocare, studiare, interagire, o lo deduciamo dai racconti che ci fanno all’uscita, ma di fatto questo tempo lo possiamo solo immaginare. E se qualcuno di noi genitori, all’improvviso, si trovasse lì tra gli addetti ai lavori, alla chiusura del portone…? A me è successo. Per vari motivi, di natura lavorativa, ho avuto la fortuna di lavorare per alcuni giorni presso il plesso Alice. Posso confermare che quel sorriso, con cui l’insegnante accoglie benevola i nostri bambini al mattino, permane per tutta la giornata scolastica. Ho avuto il privilegio di vivere dall’interno, io mamma, quel tempo di mio figlio dalla quale sono esclusa. I piccoli sono impegnati in tante attività educative e stimolanti, che si alternano al gioco libero, alle attività didattiche corali guidate dall’insegnante… ma quello che mi ha colpito di più è l’aria: al plesso Alice si respira aria di famiglia. Tutti i bambini di ogni classe sono conosciuti singolarmente per nome dalle collaboratrici che li assistono nelle pratiche personali con fare materno ma senza intralciare, anzi incentivando, il cammino verso l’autonomia. In ogni singolo gesto lavorativo c’è un che di materno: in questa scuola i bambini sono davvero amati e benvoluti.  Poi è stato interessante vedere tutto il lavoro che c’è, la fatica e l’impegno che costruiscono l’immagine bella e accogliente della scuola al mattino. Paradossalmente il momento più tranquillo è quello dell’accoglienza, quando tutti i genitori affollano i corridoi al mattino, poi alla chiusura del portone d’ingresso tutte le attività sono scandite da tempi  degni di una vera catena di montaggio, al ritmo dei quali le collaboratrici scolastiche, che sono due per padiglione, garantiscono con impegno ed amore, la pulizia e l’ assistenza che sono i presupposti per lo svolgersi delle attività scolastiche. E la mensa… ho avuto la fortuna di assaggiare i piatti e posso dire che sono cucinato con amore e passione. Sono favoriti l’integrazione e la socializzazione  quotidiana attraverso  la condivisione delle ore di attività educativa tra più classi. E sopra ad ogni cosa si stagliano loro, le insegnati, che ricoprono allo stesso tempo il ruolo di mamme, nonne, educatrice, assistenti ed animatrici. Osservare come una sola insegnate riesca allo stesso tempo ad educare, sorvegliare, assistere, consolare e portare avanti il programma didattico per 27 bambini di tre anni è come assistere ad un miracolo, che di fatto si ripete quotidianamente nelle nostra scuola. Ho avuto inoltre la fortuna di lavorare anche alla Scuola media Amalfi di Via Ciampa e nel plesso”Massa” di Trinità. Questa sarebbe stata la scuola dei miei sogni quando avevo 13 anni. Anche qui i giovani sono coccolati e allo stesso tempo disciplinati. Il rapporto è familiare  anche grazie ai collaboratori scolastici che pur in numero ristretto riescono sempre con un sorriso  a garantire risposte immediate alle necessità degli studenti e del corpo docenti, trasmettendo la passione per il proprio lavoro. Tante sono le attività che si affiancano a quelle curriculari che noi ex studenti potevamo solo sognare: oggi gli studenti hanno la possibilità di apprendere l’uso di uno strumento musicale tra il mandolino, la chitarra, il violino, il flauto, il pianoforte, costituendo una vera e propria orchestra che rappresenta la scuola in occasione di esibizioni di eccezione. E’stato bello, durante il lavoro,sentir risuonare le note di “Spingole francesi” eseguite dai ragazzi, oppure nel pomeriggio sentire le prove di uno spettacolo teatrale che i ragazzi allestiscono interamente in francese. Ma ciò che più mi ha colpito è lo spirito di gruppo,  l’armonia che pervade la scuola rendendo i ragazzi un vero corpo studentesco. Mentre riporto alla mente il ricordo di me, giovane studentessa che tra i corridoi cercava riparo da piccoli atteggiamenti vessatori di altri ragazzi che oggi potremmo definire atti di bullismo, così frequenti venti anni fa e mai denunciati, non ho visto alcuno studente, per quanto più timido o più goffo, o meno alla moda essere oggetto di scherno o isolato, nelle classi non ho visto discriminazioni di genere, ma ho rilevato una forte unità tra gli studenti, uno spirito di armonia, uno spirito cameratesco che esula dalle singole classi.. ceto, questo dato è sintomo di un certa educazione familiare in merito ma credo che sia più il segnale dell’ attività di sensibilizzazione di un corpo docenti che presidia  i suoi studenti, che non si limita ad impartire lezioni nozionistiche ma che impartisce un’educazione mirata alla formazione sociale di uomini e donne. Merito anche del Comandante di questa barca, la Dirigente Maria Rosaria Sagliocco che non si trincera dietro una scrivania ma che è quotidianamente presente tra i suoi studenti, che attraversa costantemente con il suo passo svelto i corridoi della scuola, ove già risuonano le note di “Che sia benedetta”, per tenere il passo ed il polso di questa meravigliosa realtà scolastica, che non ha nulla da invidiare alle maggiori eccellenze italiane.

Una mamma