Pizza a Vico. Evento a rischio

 

Ci sono eventi che rimangono impressi nella memoria collettiva come pochi. “Pizza a Vico” è uno di questi. Una vera e propria festa di popolo, della città e per la città. Un successo in termini di “richiamo” turistico e una prodigiosa riscoperta della capacità di organizzarsi dei pizzaioli del centro e delle borgate. Nessuna regia esterna per un impeccabile lavoro di squadra. Solo un’idea, nata da Michele Cuomo della pizzeria Cerasè, che ha contagiato d’entusiasmo 18 pizzerie dislocate su tutto il territorio comunale, per promuovere un prodotto che sta diventando un’eccellenza nel panorama gastronomico di una città insignita da diverse stelle Michelin.

Il clima, però, sarebbe cambiato. L’amministrazione comunale vorrebbe essere l’autore di questo grande evento, finanziando per intero l’iniziativa. Ovviamente, rientra tra i dettagli la mancata erogazione del contributo all’associazione per la prima edizione. Ma il punto non è nemmeno questo. Rivendicare la paternità di “Pizza a Vico” significa gestire in prima persona la kermesse, con il supporto di un comitato ad hoc. Il tavolo dei lavori – da quando questa premura per un evento? – sarebbe composto da due pizzazioli (e siamo d’accordo), da Gennaro Esposito (ormai “putrosino” ogni minestra), da Pizza a Metro (che neanche ha ritirato la targa che l’associazione le aveva intestato) e dall’amministrazione comunale. E non finisce qui. Il luogo da destinare alla festa sarebbe il solo giardino di Pizza a Metro.

Chi si aspettava un remissivo placet, aveva fatto male i suoi conti. I pizzaioli non ci stanno. Tutti pari, tutti insieme, tutti nelle piazze. “Va bene pure assecondare l’amministrazione cittadina e aggiungere anche la location della pizzeria “Da Gigino”, ma, per il resto, lo spirito e l’organizzazione non devono cambiare – dicono i pizzaioli -. L’evento è stato un successo, e non si tocca”. Il messaggio è chiaro: non abbiamo intenzione di retrocedere. Poi, la collaborazione con il governo cittadino è sempre gradita. Anche lo scorso anno la politica sostenne l’evento, tanto che l’ex consigliere comunale Mariateresa Eusebio e l’allora sindaco Benedetto Migliaccio furono tra i maggiori promotori e si spinsero oltre l’impegno meramente “istituzionale” per garantire il successo dell’iniziativa. E successo fu.

Ma torniamo ad oggi, a meno di un mese dall’evento. Nonostante la partenza puntuale, l’ufficializzazione delle date e l’ambizione del progetto, che aveva puntato ad ottenere anche il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura e dell’Artigianato e della Regione Campania, tutto è arenato. L’idea di portare a Vico Equense la Coppa Italia della Pizza, con la presenza di pizzaioli provenienti da tutta la nazione, e quella di affiancare Pecoraro Scanio per ottenere il riconoscimento Unesco della pizza, sarebbero state bocciate. Peggio, ai pizzazioli sarebbe stato imposto un cambio di regia.

Questi i rumors dalla piazza. Ma se dall’agorà ci spostiamo all’albo pretorio, possiamo constatare che manca ancora la liquidazione del contributo promesso con una delibera di giunta “A pizza a Vico”. Non è tutto. Manca anche una delibera sulla II edizione, a conferma che la situazione non ha ancora contorni nitidi. Vuoi che il braccio di ferro tra pizzeria e ammnistrazioni pregiudichi l’evento? La ricerca di una paternità presunta vale il sacrificio dell’evento?

 

Nancy De Maio