Autismo. Il successo del convegno e la lettera di una “mamma speciale”

Era una sala gremita, di persone e di emozioni, quella che ha ospitato ieri il convegno: “Diritti, autismi e buone pratiche”, in occasione della Giornata Mondiale dell’Autismo. Un incontro importante per diffondere la conoscenza di un disturbo di cui spesso non si parla. Numerosi gli interventi, accolti con grande interesse dagli astanti. Particolarmente toccante la lettura di una lettera scritta da una mamma che, nel testo, si definisce “una mamma speciale”, che con un gruppo di altri genitori di Vico Equense ha promosso e organizzato il momento di dialogo e confronto nel salone parrocchiale di Massaquano. Questo il testo della missiva che, idealmente, intende raggiungere le famiglie e le istituzioni, con una testimonianza vibrante di “vita vissuta”:

“Come ogni anno ritorna il 2 Aprile che, per quanti non lo sapessero, dal 2007 è stata riconosciuta dall’ONU come Giornata Mondiale dell’Autismo. Questa data pertanto, ha un valore per molte famiglie in tutto il mondo ,ma anche nelle nostre piccole comunità ,basta guardarsi intorno e capire che l’autismo fa parte della collettività di ognuno di noi se siamo predisposti ad aprire il cuore.
Se mi venisse chiesto che cosa sia l’autismo oggi ,in questo mio spazio esistenziale ,che mi è stato dato da vivere ,avrei ,sicuramente, numerose risposte :per il mio vissuto di” mamma speciale” che accompagna suo figlio e osserva anche i figli degli altri ,per tutte le informazioni lette ,negli anni ,sul web e sui libri e soprattutto per le esperienze concrete che ogni giorno la vita offre. Ora che mio figlio sta crescendo portando per mano il suo autismo ad alto funzionamento ,lo guardo fra tutti gli altri ragazzi che crescono e ripenso alle preoccupazioni di quando era più piccolo ,ripenso alle parole che non uscivano dalla sua bocca ,ai suoi numerosi isolamenti, al suo svilupparsi non come gli altri ,tutte preoccupazioni che mi laceravano dentro ,eppure esse, incredibilmente, mi appaiono meno pesanti, quasi più sopportabili di quelle che mi assalgono in questa fase della sua crescita.
Ecco perché se dovessi dare una risposta alla domanda iniziale, direi che l’autismo parte dai silenzi di chi ne soffre e sprofonda nei silenzi della società, del mondo intorno che purtroppo, non offre nulla a questi ragazzi ricchi comunque di potenzialità. Esistono tanti autismi evidenti e meno con stereotipie fisiche o mentali, con silenzi costanti o urla e domande improbabili, con occhi che fuggono gli sguardi o che osservano particolari a noi invisibili…potrei continuare ancora ,ma ho compreso che tutti hanno un’unica cosa in comune :la solitudine .C’è troppo spesso la convinzione che a questi ragazzi bastino le famiglie oppure che non vogliano essere disturbati nel loro modo di essere, non è cosi !E’ vero hanno i loro ritmi e le loro particolarità ,(che vanno capiti e rispettati)ma ciò che desiderano tutti è avere amici e stare con gli altri. Purtroppo non esiste una forte cultura sociale che spinge gli altri ad accogliere e comprendere questi ragazzi, non esistono opportunità di confronto e di immedesimazione che rispetti le loro tempistiche e fragilità sensoriali (si perché i ragazzi autistici hanno movimenti impacciati e una sensibilità nel percepire suoni e odori per loro più fastidiosi)
Per noi familiari non è semplice parlarne è più facile dire sempre che va tutto bene, si teme di apparire drammatici o esagerati(non essendoci handicap fisici evidenti) o di percepire il pietismo. Addirittura quando questi ragazzi crescono e finiscono il ciclo scolastico ,si ci sente osservati in strada e si può pensare che sarebbe meglio tenerli chiusi in casa perché più crescono, più i loro salti, le loro domande strane (se parlano) e i loro movimenti possono disturbare o spaventare. Ricordiamoci che ogni figlio è figlio ,di tutti. Essi hanno dei tesori preziosi da donare se solo si passasse più tempo con loro.
Per me e per tanti altri genitori il 2 Aprile deve essere una giornata per rammentare ciò portando un messaggio d’amore e speranza ovvero lasciarsi abbracciare dall’autismo senza timore prendendosi cura di chi ha una percezione del mondo speciale ed unica, ricca di nuove sfumature. Basterebbe fare una passeggiata con loro e osservare i panorami della vita con i loro occhi …nulla di così lontano dalle nostre possibilità”. La mamma “speciale” che ha scritto la lettera è Colomba Belforte.