Parlare con i propri figli adolescenti di sessualità oggigiorno è fondamentale poiché non sempre le
informazioni che giungono da altre fonti, amici ad esempio, sono attendibili, e inoltre i mass media
e i social veicolano spesso un’immagine della sessualità parziale, che ne mette in primo piano le
dimensioni erotiche e pulsionali tralasciando la dimensione affettiva dell’atto sessuale, nonché i
rischi per la salute derivanti da condotte irresponsabili. Dice Ketty Vaccaro, responsabile dell’area
Welfare e Salute del Censis, in merito ad una ricerca realizzata nel 2016 sulla sessualità dei
millennials (la generazione dei nati tra il 1980 e il 2000) e condotta su 1.000 giovani dai 12 ai 24
anni, «gli adolescenti e i giovani millennial che abbiamo interpellato si muovono in un mondo
inondato di immagini e contenuti sessuali sempre più facilmente accessibili. Eppure circa il 50%
dichiara di avere dubbi in materia di sessualità. Se in larga misura dichiarano di proteggersi anche
dalle infezioni sessualmente trasmesse, non sempre sono consapevoli dei rischi che corrono» (fonte:
www.repubblica.it).
Aprire canali di comunicazione su questo tema è possibile se il ragazzo percepisce il genitore come
fonte autorevole a cui poter richiedere chiarimenti e spiegazioni, e se il genitore viene vissuto o
meno come tale dipende dal modo in cui, ancora prima dell’adolescenza, egli ha gestito le risposte
alle normali curiosità dei figli sul tema quando erano ancora bambini, o l’atteggiamento avuto
rispetto alle condotte di esplorazione delle loro parti intime. Risposte di chiusura rispetto a
comportamenti normali ed evolutivi possono trasmettere al bambino, e poi al ragazzo, la sensazione
che la sessualità sia qualcosa di vergognoso e di cui non poterne parlare, almeno con i genitori, fino
a diventare un vero e proprio tabù che, oltre a condizionare la comunicazione con i genitori, può
interferire con il proprio modo di vivere la sessualità. Meglio approfittare di queste occasioni per
dare la propria disponibilità al bambino, e poi al ragazzo, a parlarne, e con sensibilità adattare le
nostre comunicazioni alla sua età. Certo inutile utilizzare un linguaggio scientifico ed essere
eccessivamente dettagliati con un bambino di 5-6 anni che chiede come nascono i bambini, ma
rischiano di creare confusione spiegazioni lontane dalla realtà come la storia della cicogna. Tale
dialogo aperto può preparare il terreno a più argomentate spiegazioni al ragazzo rispetto ai rischi
connessi alla sessualità, ma soprattutto veicolare dei messaggi più chiari e completi dell’atto
sessuale non solo come sperimentazione fisica ma anche nella sua dimensione affettiva.
Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331
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Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043