Raffaella Panico, la modella vicana che sfila a Marbella

Voglio fare la modella. Il sogno di ogni bambina. Ma lei, a quel sogno, ha creduto ed ora sfila sulle passerelle di Custo Barcelona a Marbella.

Segni particolari, incantevole. Gli occhi lunghi e intensi, i lineamenti marcati, il sorriso riservato e un’eleganza innata. Femminilità e dolcezza in lei si esprimono al meglio. Eppure, in Italia, non le è stato facile affermarsi. Poi il destino – e l’amore – la hanno portata nella Penisola iberica, dove ora si dedica alla moda e all’altra grande passione: la cucina.

Quale esperienza di vita o formativa ti ha spinta a seguire il tuo sogno?

Non c’è stata una situazione in particolare. Credo che ognuno di noi nasca con un’attitudine. La mia, ne sono certa, è la moda. Ho sempre desiderato sin da bambina sfilare. La tenacia e la caparbietà mi hanno portata a realizzare il mio sogno.

Cosa ha significato, nell’adolescenza, nutrire l’ambizione di diventare una modella?

Nell’ adolescenza la moda mi ha aiutato a credere più in me stessa e a prendermi cura del mio corpo, mangiare bene, fare attività fisica, non fumare.

Quando hai sfilato la prima volta?

Lo ricordo ancora come se fosse ieri, eppure, sono passati undici anni. Partecipai ad un concorso qui in Penisola, si chiamava “miss terra delle sirene “. Ero poco più che una bambina, timida e certamente impacciata. Non mi sarei mai iscritta al concorso di mia spontanea volontà. Lo fece mia madre. Semplicemente, voleva spingermi ad acquistare sicurezza in me stessa. La ringrazio tanto…

Con quali stilisti hai lavorato?

Negli anni, ho lavorato per numerosi atelier. Ho indossato decine e decine di abiti da sposa, pettinature stravaganti e tacchi vertiginosi. Ho fatto la mia gavetta. Sono dell’idea che, in qualsiasi ambito, sia necessario lavorare duro e imparare prima di poter “pretendere “. Io ho iniziato dal basso, senza l’aiuto di nessuno. Qualche soddisfazione me la sono presa. Ho sfilato per importanti stilisti da Nino Lettieri a Moschino, da Gianni Molaro a Mauro Adami, fino ad arrivare in Spagna per Custo Barcelona.

Qual è stato il momento più felice della tua carriera professionale?

Sono due i momenti che ricordo con maggiore felicità. Il primo risale al 2011, quando mi classificai tra le 52 finaliste di Miss Mondo Italia. Il secondo è recente. L’anno scorso ho sfilato su una delle passerelle più ambite della Costa del Sol in Spagna, allo Starlite di Marbella per Custo Barcelona e Antonio Banderas. Entrambe sono state esperienze uniche , indescrivibili, indimenticabili.

L’aspetto che meno ti piace nella vita da fotomodella.

L’aspetto che meno mi piace è la millanteria a scapito della buona fede delle ragazze. Molto spesso capita di incontrare personaggi che ostentano conoscenze considerevoli nel mondo della moda che, poi, in realtà, non hanno. L’altra categoria che spesso si incontra è il manager/ pr. È colui che ti fa lavorare a patto che partecipi a feste e serate. Il risultato? Migliaia di cataloghi dove posano sempre le stesse ragazze.

Chi è la tua icona di stile?

Non ho un’ unica icona di stile. Mi ispiro in genere alle donne raffinate. Se proprio dovessi scegliere, ammiro la classe e la grazia della regina Ranja di Giordania e a Gisele Budchen, la cui bellezza è imbarazzante.

Perché hai scelto di trasferirti in Spagna?

E’ stata una scelta dettata dal cuore. Certamente, in primis, l’ho fatto per amore.  Ma la realtà è che ho sempre desiderato vivere in Spagna, o per lo meno fare un’esperienza di vita all’ estero. Della Spagna mi sono innamorata a prima vista. È una terra magica e sono felice della mia scelta. Ammetto, però, che a volte sento il bisogno di ritornare qui. Gli odori e i sapori di casa non li troverò in nessun altro posto al mondo…

Cosa diresti ad una ragazza che vuole intraprendere la tua stessa strada?

Il mondo della moda purtroppo e davvero difficile. Spesso bisogna omologarsi a degli standard di magrezza imposti.  Credo che per poter fare questo lavoro sia necessario avete molto carattere, sapere bene ciò che si vuole per non incrociare persone scorrette, abituate a giocare con l’ambizione e i sentimenti. Soprattutto, bisogna tenere i piedi ben saldi al suolo. La verità è che non siamo Naomi Campbell. Non possiamo pensare di vivere di questo per sempre. Personalmente io tento di seguire sempre questa mia attitudine, ma di pari passo sto ponendo basi solide per il mio futuro, studiando. A breve sarò laureata in Giurisprudenza.