Fiume Sarno e inquinamento del Golfo

Facciamo il punto sul disinquinamento del Sarno.

1)Il fiume Sarno e la sua rete di canali.
Il bacino del fiume Sarno è caratterizzato oltre che dalla presenza del fiume , da un intricato reticolo di fossi e canali. Questo sistema complesso ha origini antichissime ed ha non solo un valore storico e ambientale importantissimo, ma è una delle principali risorse della zona : è stati infatti creato, sviluppato e utilizzato nei secoli, non solo per bonificare l’area ,ma anche per garantire la difesa idrogeologica del territorio ed evitare gli allagamenti , per irrigare i campi, per costruire mulini e quindi sviluppare l’industria della pasta e più in genere per sviluppare l’industria locale.
Si tratta di un sistema di raccolta ed utilizzo delle acque bianche importantissimo , la cui gestione vede coinvolti una molteplicità di soggetti , fra cui il Genio Civile Regionale, a cui compete il governo del fiume , dei rivoli e delle sponde, il Consorzio di Bonifica che governa la distribuzione delle acque e le Amministrazioni Locali che devono svolgere le attività di sorveglianza e controllo del territorio.

2) L’aggressione condotta nei confronti del fiume e della rete di canali .
Negli ultimi 70 anni, il Sarno e l’intera rete di fossi e canali di acque bianche, sono stati aggrediti e trasformati in molti punti in una fogna a cielo aperto. Questo è avvenuto a causa del fatto che una gran parte delle Città che si trovano nel bacino del Sarno presentano gravissime carenze , se non mancano del tutto, di un sistema fognario urbano e scaricano i loro reflui direttamente in fossi , canali o nel fiume . Insieme ai liquami civili vengono poi scaricati anche moltissimi reflui industriali, provenienti dalle industrie del bacino . Questa situazione si protrae da decenni , nell’indifferenza degli Enti preposti al governo delle acque del fiume , di quelli delegati alla tutela della qualità delle acque e più in generale alla salute dei Cittadini . In molti casi la maggior delle Amministrazioni Locali ,non solo non depurano i propri liquami , ma esercitano anche scarsi controlli su quelli civili ed industriali scaricati abusivamente nel reticolo fluviale da privati e industrie.
Si sono così generati un grande disastro : la qualità delle acque del fiume e dei canali è stata compromessa , e si è reso contestualmente impossibile realizzare un sistema di depurazione efficace. Nessun depuratore può gestire contemporaneamente il flusso disordinato e variabile di acque bianche, nere e inquinanti chimici che c’è oggi nel reticolo del Sarno.
Questa situazione ha reso le acque del Sarno fra le più inquinate d’Europa condizione ormai persistente da anni e per la quale l’Italia è stata anche sanzionata dall’UE , e invivibile larga parte del territorio attraversata dal reticolo idrico.

3) L’insabbiamento del fiume e dei canali ed il trasporto dei rifiuti a mare
Ci sono altri due gravi fenomeni che interessano il Sarno ed il reticolo di fossi e canali
Il primo di questi è l’insabbiamento, dovuto al trascinamento naturale di sabbie e detriti ,che ha ridotto significativamente la portata idraulica del fiume dei canali .Ormai basta una piccola pioggia perché il fiume o canali esondino . Il fenomeno ha raggiunto un livello di gravità tale , che il fiume, che una volta veniva percorso dalle navi della marina borbonica per approvvigionarsi di esplosivi alla polveriera di Scafati , è ormai insabbiato, al punto che per eliminare il rischio di allagamenti si pensa di costruire una seconda foce artificiale.
Il secondo problema è lo svesamento abusivo dei rifiuti direttamente nel fiume e nei reticoli. Questo grave comportamento contribuisce non solo all’insabbiamento , ma ad impoverire e compromettere ambienti bellissimi , come erano una volta le sponde del fiume, e provoca il trascinamento a mare di enormi quantità di rifiuti non biodegradabili destinati a galleggiare nel Golfo di Napoli per centinaia di anni , formando insieme agli altri che provengono dalle fogne e dal dilavamento causa dalle piogge vere e proprie isole mobili, destinate a rimane nel Golfo o a piaggiarsi lungo le spiagge, principalmente quelle prossime alla foce del Sarno .

3) Neanche un goccia di liquame non depurato deve finire in fossi , canali , fiume o a mare.
Negli anni si sono succeduti molti progetti per disinquinare il Sarno , che davano enfasi alla costruzione di grossi impianti di depurazione . Ad oggi bisogna constatare che questa strategia è fallita : molti impianti sono rimasti incompiuti, alcuni sono malfunzionanti e qualcuno , come quello di Scafati,seppure funzionante , non è ancora allacciato alle reti fognarie urbane , perché le stesse sono rimaste incompiute Per uscire da questa disastrosa situazione bisogna che si affermi una nuova visione . Non è il Sarno che bisogna disinquinare : sono le Città che devono dotasi di una rete di acque fognarie nera , separata dalla bianche, che devono imporre il pretrattamento degli scarichi industriali e devono collettare i loro liquami ad impianti di depurazione efficienti .
C’è un solo obiettivo perseguibile : neanche una goccia di liquame non depurato deve finire in fossi , canali , fiume o a mare .
4) Per tenere pulito è sufficiente non sporcare
Un approccio analogo deve essere adottato per contrastare l’insabbiamento del fiume e dei canali ed il trascinamento dei rifiuti a mare . Non si può pensare di lasciare le cose come stanno e risolvere il problema realizzando una seconda foce o grigliando il fiume alla fine per evitare i trascinamento dei rifiuti a mare :quello che bisogna fare è garantire l’ordinario dragaggio del fiume e dei canali ed evitare che i rifiuti vengano gettati nel fiume e nei canali .

5) L’acqua è una benedizione e non un rifiuto e occorre mettere in campo un progetto che rispetti questa visione.
Il Sarno ed il reticolo di fossi e canali devono ritornare ad essere quello che sono stato per secoli , cioè una risorsa necessaria a garantire il drenaggio delle acque meteoriche e una grande riserva d’acqua per lo sviluppo agricolo e industriale . Il progetto di risanamento del Sarno deve perciò prevedere il raggiungimento di due traguardi , interconnessi fra loro , ma che coinvolgono responsabilità diverse e richiedono risorse diverse fra loro . i traguardi da raggiungere sono :
• Adeguare le reti fognarie urbane e garantire il controllo degli scarichi ed il contrasto agli scarichi abusivi
• Risanare il fiume ed il reticolo

6) l’adeguamento ed il controllo delle reti fognarie : autorità , responsabilità, compiti e risorse da rendere disponibili.
Le attività di pianificazione e gestione della rete fognaria sono oggi affidate, da due anni all’Ente Idrico Campano e al Distretto Sarnese Vesuviano. Sono ormai definiti da molto tempo i collettori da realizzare e gli impianti di depurazione da rendere disponibili per trattare i reflui . Quello che manca è un a pianificazione globale degli interventi da effettuare per realizzare gli adeguanti necessari a realizzare il reticolo delle acque nere capace di gestire tutti i reflui urbani del distretto sarnese vesuviano.
L’EIC ed il Distretto devono rendere disponibile questa pianificazione , impegnandosi a recuperare i ritardi del passato ed evitando di accumularne altri . E’ una pianificazione che va fatta insieme ai Sindaci, che a loro volta devono redigere la propria ‘ lista della spesa’ , stabilendo e progettando ed eseguendo le opere fognarie necessarie a adeguare le reti urbane. Questa attività deve essere portata avanti insieme alla separazione , ove esistenti , della reti urbane miste, per evitare che la rete nera debordi in caso di pioggie .

7) Risanamento e riqualificazione del fiume e del reticolo di fossi e canali
Nel mentre va avanti il progetto di realizzazione delle reti fognarie nere , indispensabile per garantire che non vengano immessi liquami non trattati in fossi , canali e nel fiume, deve essere portata avanti l’opera di risanamento e riqualificazione del reticolo delle acque bianche .
Questa attività di risanamento deve vedere protagonisti , come prevede la normativa , il Genio Civile Regionale e il Consorzio di Bonifica . Sono questi gli Enti che i hanno autorità , responsabilità e compiti per garantire il mantenimento del buono stato delle opere idrauliche , impedirne l’uso improprio ed il danneggiamento e garantire la distribuzione dell’acqua ai fini agricoli e industriali. Lo stato di degrado e l’insabbiamento delle opere idrauliche rende del tutto evidente che questi compiti non sono svolti in maniera efficiente ed efficace . Quello che serve non sono gli interventi straordinari , ma prevenire il degrado del reticolo delle acque bianche .

Il ruolo del Sindaco : custode e non padrone del territorio
Il Sindaco è la prima Autorità di ciascun Comune. La distribuzione di responsabilità e compiti in capo ad ad Enti diversi come Regione , EIC , Distretto , Genio Civile , Consorzio di Bonifica non diminuisce la sua autorità , ed il suo ruolo che deve essere di custode e non padrone del territorio . Questa autorità va esercitata a tutela della salute dei Cittadini e dell’ambiente. Da questo deriva la sua responsabilità di farsi promotore di tutte le azioni necessarie a dare impulso al completamento delle reti fognarie , al controllo degli sversamenti abusi e alla riqualificazione del fiume e del reticolo di fossi e canali.
In taluni Comuni si sta cercando di affrontare questo problema attraverso la Conferenza di Servizio, chiamando a collaborare gli Enti delegati alla gestione di ciascun singolo aspetto di questa complessa problematica. E’ la strada giusta , e non bisogna scoraggiarsi se i primi risultati sono stati deludenti.
Quello che è importante è che Il Sindaco usi tutti i mezzi a sua disposizione per mantenere costantemente alta l’attenzione su questa problematica, tenuta ai margini da anni : è il solo modo fra l’altro per mettere in evidenza derive burocratiche, inefficienze e carenze di risorse in capo ad Enti che formalmente esistono, ma che da tempo non esercitano più i loro compiti , come lo stato di degrado rende evidente.
Il coinvolgimento e l’azione controllo esercitata dai Sindaci è un requisito indispensabile per garantire il miglioramento della gestione delle risorse idriche .
Ma è anche importante che i Sindaci diano l’esempio favorendo questo processo,promuovendo incontri per risolvere queste problematiche, aperti ai Cittadini per esporre le attività fatte , recepirne le esigenze e le aspettative ; attuando le azioni necessarie all’adeguamento delle reti fognarie interne, utilizzando per questo le tasse ed i tributi che i Cittadini versano ogni anno ; esercitando l’azione di sorveglianza necessaria a garantire che i reflui industriali vengano pretrattati e contrastando gli scarichi abusivi . E ci sono indicatori precisi , che si possono utilizzare per monitorare e valutare il loro impegno e sono il numero di attività di svolte, i fondi che vengono destinati alla gestione e adeguamento delle reti fognare , il numorodi controlli effettuati e le ordinanze emesse per imporre la regolarizzazione degli scarichi

Il ruolo dei Cittadini : l’inquinamento è un mostro dai mille tetacoli, ci voglino mile braccia per combatterlo
La gravità della situazione sta facendo crescere la protesta dei Cittadini e le manifestazioni che per il passato erano indice di un disagio locale , sostenute magari solo dai condomini che si affacciavano su di una fogna a cielo aperto , si vanno sempre più trasformando anche grazie alle attività svolte negli ultimi anni da gruppi spontanei che operano localmente, nella consapevolezza che il problema vada affrontato globalmente, dalla sorgente del fiume , fino alla foce e per l’intero reticolo idrico .Ed una delle più importati di queste manifestazioni , che ha visto sfilare pacificamente migliaia di cittadini si è svolta pochi giorni fa a Scafati .
Ci sono ormai quotidianamente immagini su facebook che mostrano come il disagio sia globale e gli episodi d’inquinamento continui e ripetitivi . E sta contribuendo ad evidenziare la vera dimensione del problema anche il dossier fotografico realizzato da Ferdinando Catapano e dal compianto Vincenzo Nacchia , che mette in evidenza come le immissioni di reflui non trattati nel fiume non siano dovuti unicamente ad isolati scarichi abusivi , ma che rappresentano la regola anche per molte delle Amministrazioni Locali del bacino del Sarno.
Ma il percorso da compiere per diffondere una vera consapevolezza del problema è ancora lungo e ci sono ancora troppe le persone che cercano di risolvere tutto giocando a scaricabarile: il fiume è così , ognuno da là colpa dei propri mali a chi sta a monte e non pensa al danno che arreca a ci sta a valle.
C’è un solo modo per affrontare questo problema : l’inquinamento è un mostro dai mille tentacoli e ci vogliono mille braccia per combatterlo.
Noi de La Grande Onda, partendo da una iniziativa portata avanti con passione da una mamma , Laura Cuomo , siamo riusciti a raggiungere e quasi 11.000 persone che da due anni sono costantemente informate e coinvolte sui problemi della gestione delle acque e delle reti fognarie. E siamo riusciti a far portare a termine un opera attesa da oltre 40 anni , il depuratore di Punta Gradelle. Grazie a questo risultato oggi in condizioni normali neanche una goccia dei liquami prodotti in penisola sorrentina finisce a mare non depurato. Ma questo è solo un traguardo e ancora molte cose restano da fare e fra queste garantire la gestione delle acque meteoriche, anche da noi , ma per motivi diversi , considerate da decine di anni un rifiuto e non una risorsa.
E siamo consapevoli di essere ancora pochi e che ancora tanti , qui da noi , addirittura insignificanti , se si considera la popolazione di oltre 2 milioni di abitanti che si affaccia sul Golfo di Napoli .
Ma se uniamo tutti coloro che credono nella necessità di recuperare la storia dei nostri territori, i grandi valori ambientali, le enormi potenzialità economiche che ci sono recuperando le risorse ambientali, allargando gli orizzonti , superando i confini di ogni singola Città , scopriremo di essere molti di più .
Noi siamo rispettosi delle idee di tutti , anzi pensiamo che lo scambio d’idee sia l’unico commercio in cui guadagnano tutti : io ti do una idea a te e tu midai una idea a me e alla fine abbiamo entrambi due idee . Pensiamo perciò che la partita per la gestione delle risorse idriche e delle reti fognarie e di depurazione si possa giocare winner to winner : quello che occorre per partecipare a questo gioco è solo recuperare il senso di appartenenza ad una Comunità.
Per questo pensiamo che tutti insieme dobbiamo risalire lungo il Golfo , lungo il fiume Sarno , rendere i Vesuvio un isola e ridiscendere lungo i Regi Lagni fino al mare : la nostra è una terra bellissima , che merita l’eccellenza .
Siamo noi che dobbiamo migliorare, correggendo i troppi errori che abbiamo fatto negli ultimi decenni

Dedicato a Vincenzo Nacchia, prematuramente scomparso , a ricordo del suo impegno e per dare continuità alla sua azione

Raffaele Attardi