Christmas Carol. Il tempo del Natale in una “famiglia speciale”

Sta per arrivare Natale, le strade sono tutte illuminate e addobbate – da un po’ di anni questa è la moda –   fra le famiglie si sceglie di decorare l’albero a tema e si pensa a quale presepe visitare e a quale concerto o spettacolo teatrale presenziare.

Sta per arrivare il Natale anche nelle tante famiglie dei “diversamente abili” non tutte potranno scegliere dove andare, ci saranno luoghi non accessibili per le innumerevoli barriere architettoniche, ci saranno musiche e rumori che potranno infastidire la sensibilità neurologica di altri, ci sarà chi non potrà vedere le decorazioni illuminate e chi non potrà ascoltare alcuna melodia. Eppure il Natale è contro ogni presupposto è momento di ringraziamento anche per la mamma del “diversamente abile”. Ogni anno si rinnova la consapevolezza di aver raggiunto, nonostante le difficoltà dei traguardi e di aver dato, grazie a quel figlio magico una nuova essenza a questa festa. E’ un Natale spesso fatto di routine che si ripetono, perché cosi tutto è più gestibile e tranquillo, un Natale poco appariscente e meno chiassoso di altri, ma nella sua essenzialità ricco di pensieri e ricordi. Come in un racconto Dickensiano la mamma del “diversamente abile” torna indietro nel tempo  e ricorda le prime recite Natalizie ,quando tutti gli altri genitori si accalcavano nelle prime file e lei restava indietro , in piedi , ricorda quando gesticolava  per farsi notare da suo figlio e lui  guardava altrove senza vederla e senza sorridere. Ricorda l’angoscia che le procuravano quelle musiche ad alto volume e quella confusione le quali potevano dar fastidio a suo figlio , ricorda le sue lacrime  diverse  da quelle delle altre mamme, che si commuovevano per l’emozione , le sue  erano la conseguenza della melodia  silenziosa di quel figlio magico  che cantava senza muovere le labbra e che solo lei riusciva ad udire, ricorda la voglia di volerlo afferrare e portare via. Continua quel ritorno al passato   a quanto le sembrava una tortura fargli recitare la poesia dopo il pranzo natalizio alla presenza dei parenti ansiosi di sentirlo parlare. Poi con la gratitudine nel cuore ritorna a quell’istante in cui dopo anni affianco alle cinque vocali pronunziate, sono arrivate le consonanti, senza fretta timide e parsimoniose ma ad una ad una poi presenti.

Allora la mamma del “diversamente abile” fa un balzo nel futuro e sogna una famiglia che accolga e capisca suo figlio quando lei non ci sarà più, sogna che esista qualcuno che riesca ad amare quell’anima magica e che apprezzi la sua unicità, sogna un Natale futuro che non sia fatto di solitudine.

Ritorna al presente la mamma del “diversamente abile” e guarda quel figlio magico, lo guarda da lontano e    di spalle mentre freme nel voltare   le pagine di tutti i calendari, ogni primo del mese di più quando arriva Dicembre. Lo guarda con ammirazione perché lui ha nel cuore la purezza del Natale e attende con gioia la casa decorata , posiziona i pastori dandogli dei nomi particolari e immaginando  per loro storie  , si emoziona  per la vigilia e quando arriva la mattina del Natale non importa la sua età, lui è felice di quella gioia vera e semplice che  traspare nel suo sorriso sincero. Allora la mamma del “diversamente abile “ gode di quel presente e  ascolta quel figlio magico  dire al mondo : “BUON NATALE” nonostante l’indifferenza di quest’ultimo .Non importa se è un augurio silenzioso o accompagnato da un sibilo di voce, per  quella mamma è l’augurio più bello ,quello che racchiude la vera magia del Natale.

Colomba Belforte