A Pompei il prossimo Gay Pride campano

La data è fissata. Il luogo pure. La notizia è ufficiale. Si terrà il 30 giugno il prossimo Gay Pride campano. Ad ospitarlo, la città di Pompei. L’annuncio è arrivato ieri, quando associazioni, movimenti e collettivi LGBT della regione, durante un’Assemblea del Coordinamento Campania Rainbow, hanno avviato l’organizzazione e hanno comunicato l’appuntamento. Il corteo è inserito all’interno dell’ OndaPride nazionale. “Dopo Salerno, Benevento, Caserta, Bagnoli e i vari Pride napoletani, l’orgoglio LGBT sfilerà per la prima volta in Campania in una città, seppure altamente simbolica e di grande interesse internazionale, non capoluogo di provincia – dicono gli organizzatori -. La difesa della laicità delle Istituzioni democratiche, il matrimonio egualitario e la difesa delle istanze della comunità LGBT dopo la legge Cirinnà, saranno i temi centrali che animeranno il documento politico programmatico di questo Pompei Pride 2018, ma in generale il Pride sarà ancora una volta una grande occasione di confronto e crescita per il territorio sui diritti civili e di cittadinanza di tutte e di tutti”. Sembra, però, che il gruppo regionale di Fratelli d’Italia abbia mal digerito la notizia. E così non si è fatta attendere la replica del consigliere campano Luciano Passariello:”È opportuno che le associazioni LGBT sappiano che Fratelli d’Italia ritiene questa idea del Gay Pride a Pompei una provocazione di basso profilo ed in quanto tale, se andremo al Governo del Paese il prossimo 4 marzo, e state certi che ci andremo nonostante tutto e tutti, faremo tutto quanto in nostro potere per impedirla”. Ciò che Passariello non tollera è la volontà delle associazioni LGBT di portare il Gay Pride proprio nella città mariana, che è meta di pellegrini e fedeli da tutto il mondo. “La libera espressione del pensiero – proseguono gli esponenti del partito di Giorgia Meloni – non è messa in discussione, per quanto distante anni luce dalla nostra. Quello che si contesta è l’arroganza con la quale le associazioni del mondo omosessuale, con l’avallo puntuale e costante delle sinistre, attaccano luoghi sacri come la città di Pompei che è sede del Santuario della Madonna senza il minimo rispetto per i culti religiosi che questi luoghi rappresentano per milioni di fedeli nel mondo, pensando di poter sfilare liberamente per le strade della città con le loro carnevalate. Auspichiamo che su questo tema si esprima finalmente anche la Curia Arcivescovile e la Santa Sede facendo sentire forte la voce della Chiesa”.

Luigi Buoninconti