Oggi credo sia importante ritornare ad affrontare una argomento fondamentale per l’inclusione in ambito scolastico ovvero la scelta di un insegnante di sostegno. Fare la richiesta di questa figura professionale per un genitore non è semplice ,poiché mette in evidenza che il proprio figlio all’interno di una classe debba essere sempre supportato e ciò potrebbe causare un trattamento diverso da parte dei compagni .La presenza stessa di questa figura nell’immaginario(si spera ) potrebbe essere anche un motivo di scherno sempre da parte di altri compagni nel corso degli anni , addirittura un eventuale motivo di giudizio da parte di altri genitori , i quali potrebbero considerare l’alunno con sostegno, come un elemento che rallenta la classe ,un’idea che spesso , purtroppo ,si materializza anche nei colloqui tra genitori ed insegnanti soprattutto arrivati alle scuole secondarie, quando i programmi si fanno più esigenti .Quindi per fare questa scelta un genitore si carica emotivamente dovendo essere pienamente consapevole che i livelli di apprendimento del proprio figlio non saranno come quelli degli altri. Confesso che anche io ho provato tutte queste paure, ho pianto quando ho dovuto spostare mio figlio da un asilo privato a quello pubblico per richiedere appunto l’insegnante di sostegno ,ma è ovvio che è prevalsa la maturità di un genitore che deve fare di tutto per aiutare il proprio figlio. Si diventa attori con il tempo ,si impara ad indossare la maschera “del va tutto bene” per vari motivi, principalmente perchè il proprio figlio non percepisca il disagio. Così si saluta i compagni sempre con il sorriso sperando che loro sorridano a tuo figlio , agli incontri con gli insegnanti si va sempre con gratitudine ed umiltà sperando che prendano a cuore tuo figlio e nelle loro valutazioni considerino gli sforzi immani di un bambino per cui la scuola è fondamentale , allora cerchi di collaborare e dialogare ,di costruire un rapporto di fiducia che sia un aiuto in più. Per avere un orario completo di sostegno spesso le famiglie devono rivolgersi al TAR facendo un ricorso.
I soli sforzi dei genitori non bastano per una vera inclusione e mio malgrado devo purtroppo affermare che la scuola italiana non sempre lavora affinchè essa si realizzi al meglio .L’inclusione , spesso, resta solo un sostantivo. E ’una corsa che le famiglie fanno per inseguire i ritmi di una scuola che va in una direzione ,senza aspettare gli alunni disabili e non solo, senza dare a loro il tempo di adeguarsi. Molto spesso gli insegnanti non sono preparati alle diverse disabilità cognitive si tende a trattare , negli anni , alunni disabili sempre con le stesse metodiche senza guardare alla singolarità della patologia o sindrome e questo per i ragazzi autistici è un forte danno. Si tende a portare l’alunno fuori dalla classe , usando l’alibi di spiegargli con calma una lezione (che può essere anche un valido motivo se fatto con piccoli gruppi),ma che di fatto ,spesso è solo un motivo per non rallentare la classe durante una lezione . Soprattutto nelle scuole secondarie non esistono progetti che mettano al centro l’alunno disabile e le sue potenzialità su cui la classe possa costruire un cammino didattico di crescita , sia esso formativo o creativo, basterebbe pensare anche solo a materie come arte ,musica ed educazione fisica, e questo non fa altro che favorire l’isolamento dell’alunno in un’età di sviluppo personale ,molto sensibile, come quella dell’adolescenza. Già queste sono lacune “colpevoli “ di una mancata crescita per tutto l’universo scolastico ,dagli insegnanti, agli alunni fino a noi famiglie ,le quali nostro malgrado spesso siamo costrette solo sperare che un altro anno passi in fretta.
A tutte queste problematiche evidenti , ma fortunatamente risolvibili dopo una necessaria analisi ,purtroppo si deve aggiungere una prassi troppo diffusa ,ma illegittima : l’utilizzo del docente di sostegno , nel suo orario di servizio, e alla presenza del suo studente, per fare supplenza nella sua stessa classe o addirittura in altre classi.
Si tratta di procedure illegittime a cui il docente di sostegno dovrebbe rifiutarsi o pretendere un ordine di servizio scritto e firmato dal dirigente scolastico.
Ricordo , con profonda gratitudine, l’insegnante di sostegno delle materne di mio figlio che si rifiutò di sottostare a questo sistema con l’allora dirigente scolastico, ma che fu costretta a scegliere di mettersi in malattia per sfuggire alle pressioni e protestare , mettendo in primo piano il diritto all’inclusione di mio figlio. Solo oggi comprendo a pieno il valore di quel gesto perché non ho mai più sentito di insegnanti che si rifiutino di assecondare questa prassi appunto illegittima.
Anzi è più facile trovare che, per 5 ore scolastiche un insegnante di sostegno faccia sostituzione per 4 ore nella classe dell’alunno disabile e che addirittura, per un’ora vada a sostituire in un’altra classe ,portando ,come un pacco, l’alunno disabile con se .E’ più facile scoprire che una classe faccia un compito quando il docente di classe è assente e che quel compito sia fatto svolgere, alla classe ,dall’insegnate di sostegno, la quale invece dovrebbe supportare l’alunno disabile. Purtroppo è più facile scoprire che un alunno disabile debba affrontare due verifiche in un solo giorno (perché l’insegnante di sostegno il giorno seguente sarà assente ) , quando, invece per la classe ne è prevista una sola, e che per una di queste verifiche l’alunno sia portato fuori dalla classe stessa. E’ più facile scoprire che quando la classe fa la seconda verifica, il giorno dopo e l’insegnante di sostegno è assente e l’alunno disabile sia lasciato in classe senza far nulla per tutto il tempo della verifica. Addirittura è più facile scoprire che un insegnante di sostegno sia mandato in gita con un’altra classe e l’alunno disabile debba recarsi a scuola avendo qualche ora coperta dal secondo insegnante.Di inclusione in tutti questi episodi c’è ben poco.
Esistono numerose sentenze della Corte Costituzionale, in cui viene sottolineato il principio del diritto all’istruzione e alla formazione degli alunni disabili. Da tali sentenze viene fuori il diritto soggettivo per cui, utilizzare il docente di sostegno in attività di sostituzione del docente di materie curriculare, in orario contemporaneo nella classe dove entrambi prestano servizio, è illegittimo. Un utilizzo del docente di sostegno del tipo suddetto è illegittimo per effetto del combinato disposto del d.lgs. 297/94 artt. 127, 312 e seguenti, del CCNL scuola e dell’art.13 comma 6 della legge 104/92.
Inoltre c’è un’altra nota Miur prot. n. 9839 dell’8 novembre 2010 in cui viene chiarito che con l’alunno disabile, oltre il docente curricolare, deve esserci contemporaneamente il docente di sostegno, così come disposto dall’orario scolastico. Nella suddetta nota si fanno esempi espliciti di come provvedere alla sostituzione del personale docente assente, con personale della scuola in soprannumero o con ore a disposizione o di contemporaneità non programmata in applicazione di quanto previsto dal comma 5 e 6 dell’art. 28 del CCNL scuola 20006/2009.
Riporto inoltre l’art.13 comma 6, della Legge 104/92, che sancisce: “Gli insegnanti di sostegno assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano, partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica delle attività di competenza dei consigli di interclasse, dei consigli di classe e dei collegi dei docenti”. Sempre nel rispetto della compresenza .
Esiste anche la nota Miur n. 9839 del 08/11/2010, che da un lato ribadisce il sistema di assegnazione delle supplenze tramite docenti in soprannumero, ma dall’altro richiama l’attenzione “sull’opportunità di non ricorrere alla sostituzione dei docenti assenti con personale in servizio su posti di sostegno, salvo casi eccezionali non altrimenti risolvibili”.
Ovviamente i casi eccezionali non sono da considerare la prassi , troppo spesso applicata di “ ab-usare” dell’ insegnante di sostegno per sostituire , nella classe dell’alunno disabile , un docente assente sempre e a prescindere ,perché così la classe è coperta .E non si è difronte a casi eccezionali, se questi si ripetono anche 5 volte in un mese ,forse allora andrebbe rivisto il concetto stesso di “eccezionalità”.
Da genitore mi rivolgo ad altri genitori affinchè si informino e non soccombano a questo sistema riconosciuto illegittimo e mi rivolgo anche alle istituzioni scolastiche e agli insegnanti affinchè non venga meno il dialogo e la fiducia tra scuola e famigli , che dovrebbero avere a cuore la totale inclusione di tutti gli alunni disabili e la crescita di ogni altro alunno ,fondamentale, perché l’inclusione smetta di essere un mero sostantivo e diventi invece un progetto da realizzare insieme al di là dei programmi scolastici.
Colomba Belforte