Recensione romanzo a cura di Marialuigia Foggiano
TITOLO: Le otto montagne
AUTORE: Paolo Cognetti
EDITORE: Einaudi
DATA DI PUBBLICAZIONE: ottobre 2016
PREZZO : formato cartaceo 18.50 e-book
TRAMA:
Pietro è un ragazzo di città, vive a Milano ma trascorre le vacanze estive in montagna. La madre è una donna umile e tranquilla, lavora in un consultorio preoccuparsi degli altri e dei loro problemi è diventata già da tempo la sua missione. Il padre, invece, burbero e scontroso, torna a casa ogni sera carico di rabbia. Apparentemente distanti i genitori di Pietro hanno una passione in comune: la montagna. Li si sono conosciuti, innamorati e anche sposati ed è proprio lì che tornano ogni volta che possono, soprattutto ogni volta che i ritmi frenetici della città diventano un po’ troppo pesanti. Il paesino di Grana, posto ai piedi del monte Rosa diventerà, non solo il luogo giusto e adatto alle esigenze dei genitori ma sarà anche il luogo dove Pietro trascorrerà le sue vacanze estive. In questo paese, conoscerà Bruno, classico ragazzo di montagna, che vive seguendo i ritmi della natura. Nonostante la loro differenza, diventeranno grandi amici, la montagna gli regalerà non solo una grande amicizia ma anche la possibilità di conoscere meglio suo padre.
IL PENSIERO:
Vincitore dell’ultima edizione del premio Strega, questo romanzo affronta varie tematiche importanti, come il rapporto padre-figlio, l’amicizia e il rispetto per la natura. Il rapporto tra Pietro e suo padre, è abbastanza complesso, ma in continua crescita. Molto bella è anche l’amicizia che corre tra il protagonista e Bruno. Pietro e Bruno sono diversi tra loro come il giorno e la notte eppure l’amicizia tra i due giovani, è quel tipo di legame veramente raro, sincero e duraturo in grado di superare tutte le eventuali difficoltà e soprattutto di durare nel tempo. L’aspetto che, però, mi ha colpito di più è il rapporto che c’è tra i vari personaggi e la montagna. Quest’ultima che a mio avviso è da considerarsi la vera protagonista, in quanto vi è, una visione per cosi dire filosofica che le appartiene e per apprezzare meglio il libro bisogna riflettere su che cosa in realtà rappresenta . La montagna in questo romanzo non solo fa da sfondo alla storia ma è presente come un vero e proprio personaggio, essa appare come una madre, un’amica sincera che resta lì a guardarti, non può evitarti le difficoltà ma resta a fare il tifo per te sperando che tu non ti arrenda mai. Non vorrei divagare troppo, ma questo libro ha fatto nascere in me tante riflessioni. La montagna di cui parla il protagonista in realtà è la montagna che ognuno di noi ha dentro di sè e rappresenta appunto le nostre difficolta quotidiane. Non so perché ma ho sempre associato la montagna al concetto di solitudine, però è anche vero che quest’ultima è l’unica che ti dà l’opportunità di stare con te stesso, e in fondo quando si riesce a stare bene da soli con se stessi non si avverte solitudine, ma non è facile! L’ascesa, per il conseguente raggiungimento della vetta, della montagna, di cui ci sono descrizioni nel resto, richiede sicuramente grande e forza di volontà, impegno e massima attenzione. La vetta secondo il mio parere rappresenta gli obiettivi e i desideri che ognuno di noi si prefigge di raggiungere ma anche essi, qualunque essi siano, richiedono impegno costanza, forza di volontà e spesso sacrifici. Devo dire la verità, ho scelto di leggere questo romanzo spinta dalla curiosità, soprattutto perché non sapevo cosa aspettarmi, però devo anche dire in tutta sincerità che non il genere che preferisco, ma nonostante questo mi è piaciuto. La scrittura è semplice ma allo stesso tempo anche raffinata e piuttosto evocativa. Il testo non è difficile, ma secondo me abbastanza impegnativo soprattutto se si tenta un’interpretazione “oltre le righe” come quella che vi ho proposto io in questa recensione. Ci sono però degli elementi che non ho apprezzato: nel romanzo infatti ci sono tante, a mio avviso, troppe descrizioni della montagna, o delle scalate con tanto di linguaggio specifico, questo è l’unico aspetto del romanzo che non mi è piaciuto, però forse “è anche colpa mia” perché io sono grande amante del mare ma al contrario la montagna no…. non mi piace proprio, mi ha sempre portato malinconia; sicuramente un alpinista o in generale un amante della montagna sarà in grado di apprezzarlo più di me!!
NOTIZIE SULL’AUTORE:
Paolo Cognetti è uno scrittore italiano nato a Milano nel 1978. Autore di tre raccolte di racconti editi dalla casa editrice Minimum fax e vincitore di numerosi premi. Grande appassionato di montagna e anche di letteratura statunitense. Nel 2017 vince il premio Strega con il suo ultimo romanzo “ Le otto montagne”. Marialuigia Foggiano