QUELLA VOLTA CHE, IL TEMPO SI É FERMATO!

Ore 8:00 del mattino. Il cielo è insolitamente azzurro per queste parti, pure gli scoiattoli sembrano inebriati o forse solo infastiditi da tutta questa strana luce. Ho dormito in un letto ampio, poggiato i piedi su un pavimento caldo: è moquette, sono a Londra. Goodmornig! Nell’ampio soggiorno cucina mi attende la moka, che quella è proprio portata da casa, è proprio portata da Napoli. Lo vedo da come fa salire il caffè. Sul ripiano, accanto ai fornelli, due tazzine già pronte e 4 muffin, di quelli che solo quì li mangi così buoni. È una casa che sa di casa. Non è casa mia, ma qui mi sento come se lo fosse. Colazione, doccia e via per le strade di questa bella, assordante, tempestosa città. Prendo la tube e  mi dirigo verso la linea DLR che è aperta -ti piacerà– mi hanno detto. Scendo alla fermata Cutty Sark e dopo un giro sul galeone ed uno tra i colori e i profumi del mercato di Greenwick, prendo a salire la collinetta verde. Un giardino magnifico su cui giocano, si rotolano e mangiano adulti e bambini, pensatori solitari e famiglie intere. Una collina verde su cui svetta il museo del tempo, l’osservatorio astronomico e l’unico, inimitabile, meridiano 0. Un giro al museo mi costringe a rispolverare un inglese molto arrugginito prima di fare l’immancabile foto sulla linea del meridiano, sgomitando tra i cinesi e attenta a non farmi prendere a bastonante con l’asta per i selfie. É stato un momento difficile, lo ammetto, ma ne sono uscita illesa e con più di uno scatto, prontamente postato con l’hashtag #contemporaneamentesuduemisferi. Continuo il mio giro esplorativo tra le stanze del museo, un tempo casa di illustri astronomi, fino a quando una parete gialla cattura la mia attenzione. Sopra c’è scritto, in diverse lingue: IL TEMPO SI É FERMATO PER ME QUANDO… sotto, una quantità di foglietti bianchi incastrati in appositi quadretti trasparenti. Ho bisogno di allontanarmi di qualche metro, di guardare il tutto da un’altra prospettiva per accorgermi che l’insieme costruiva sulla parete la parola Time, Tempo. Scatto una foto e sbircio tra i ricordi dei passanti… il tempo si è fermato per me quando: mi hai chiesto di sposarmi, sono arrivato a Londra, ho scoperto di essere incinta, ho visto un Monet dal vivo, ho realizzato che ci saremmo lasciati, ho capito che non ti avrei visto più, mi hai sorriso per la prima volta, ho fatto il primo viaggio da solo… questi solo alcuni di quelli che sono riuscita a leggere o di cui ho compreso la lingua. Per me il tempo in quel momento si è fermato. Ricordi belli e brutti, da ogni parte del mondo, lì, insieme, mi hanno tolto il respiro. Commossa profondamente. A Napoli si dice che l’orologio si ferma quando non si hanno parole per descrivere la meraviglia. Un’espressione che trovo particolarmente appropriata per rappresentare la sospensione che genera un momento di forte gioia o di dolore. Tante volte abbiamo scritto su questa rubrica a proposito dell’importanza che ha il tempo nelle nostre vite, di quanto ne sprechiamo facendo cose che non vogliamo fare o che potremmo evitare, di quanto tempo passa senza che ce ne accorgiamo perché troppo intenti a correre, ad essere smart, produttivi, efficienti, multitasking. Abbiamo imparato a correre così veloce tra un impegno e l’altro che si moltiplicano come funghi i corsi di training autogeno, meditazione e rilassamento per re-imparare a stare, a soffermarsi, a respirare o anche solo a sentire che il respiro, per un po’, si è fermato. L’ansia, ossia la necessità di stare sempre un passo avanti, di pre-occuparsi di qualcosa prima ancora che accada, è l’emozione più diffusa e spesso a livelli così elevanti da sfociare nel panico. Corriamo perché se camminassimo piano perderemmo l’equilibrio, perché fare le cose di corsa ci consente di non sentire, di stare sull’azione e molto poco sull’emozione. Eppure, è proprio quando andiamo lentamente che possiamo prestare attenzione a cose di cui non ci accorgiamo mai, è proprio quando andiamo piano che la vita succede e la vediamo. Sarebbe bello se, ora, ti sedessi e provassi a scrivere la tua lista o anche solo uno dei momenti che per te, hanno fermato il tempo. Mettilo in camera, sullo specchio del bagno o sul frigo e ricorda, ogni giorno, che sei vivo!

Il numero di respiri che fate in una vita è irrilevante, quello che conta sono i momenti che il respiro ve lo tolgono” ( dal film Hitch- Lui si che capisce le donne).

Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068

Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043