Tutto ciò che è importante, l’ho imparato separandomi…
Sono nato d’inverno, dentro era caldo, fuori faceva piuttosto freddo. Il ventre di mia madre era tiepido ed accogliente eppure, qualcosa di potente, una forza incontrollabile, mi ha spinto fuori, lontano dal tepore, e sono nato. Una forza straordinaria. La Vita. Da quel momento i mie genitori, che tanto mi avevano desiderato, hanno dovuto imparare a dirmi “addio”, accettando che io cominciassi la mia battaglia per l’autonomia, che prendessi il largo. Se mi avessero tenuto sempre la mano non avrei imparato a camminare, non sarei mai caduto, è vero, ma non avrei scoperto che sono capace di rialzarmi, che le lacrime lavano via il dolore e che molte ferite si rimarginano. Se non mi avessero lasciato lì, sulla soglia della porta, al mio primo giorno di scuola, non avrei conosciuto il valore della relazione, non avrei imparato a lottare per il mio spazio, per i miei giochi, per le attenzioni, non avrei apprezzato il valore della condivisione che moltiplica il divertimento. Se non mi avessero lasciato solo, al primo giorno alle medie, non avrei fatto esperienza dei miei poteri: la capacità di risolvere l’imbarazzo e la paura del nuovo con un “ciao, come ti chiami?”
Se mi avessero tenuto sempre accanto a loro, se avessero voluto conoscere ogni mio più intimo segreto, non avrei amato l’amicizia e oggi, non saprei quale dono inestimabile sia per un uomo. Se avessero avuto paura del mondo più del dovuto, più di quanta fiducia, invece, avrebbero dovuto avere in me e nella vita, mai avrei viaggiato, conosciuto, imparato. Mi sarei mosso nel mio vicino, timoroso di tutto, con la sensazione di essere spiato, giudicato, aggredito. Avrei pensato di valere molto meno di quanto sia. Non avrei imparato a fare e disfare valige, non avrei conosciuto la stanchezza del pendolare, la nostalgia del fuorisede, non avrei mai avuto voglia di tornare a casa. Se, invece che essere l’àncora, il porto sicuro, avessero voluto fare i miei contabili, i segretari, i consulenti…non avrei imparato nulla. E mi sarei sentito veramente solo ed impotente, schiacciato, forse. E invece…tutto quello che ho imparato, l’ho imparato separandomi. Dai miei genitori prima, dalle amicizie che non mi piacevano più, poi. Da un modo di fare, di dire, di vestire che non sentivo mio. Ho imparato le cose migliori quando mi sono lasciato con la mia prima ragazza. E ancor più con la seconda e la terza…se non mi fossi separato da loro, se non avessi pianto, urlato, se non mi fossi annoiato…oggi non avrei incontrato l’Amore. Ho imparato dagli insegnati migliori, ma quelli che mi hanno consentito di spiccare il volo sono stati i peggiori: da loro, ho imparato chi non sarei mai voluto essere. Ho visto amici separarsi dalle mogli e dai mariti e ritrovare se stessi, con più forza e grinta di quanto non immaginassero. Ho imparato a separarmi dal mio lavoro, che tanto amo… ho capito che non è da lui che dipende la mia felicità ma da me e oggi posso vivere facendo questo o qualunque altra cosa…
Oggi è nata mia figlia. La sto tenendo ora fra le mie braccia e già so che dovrò salutarla. Mi prendo la gioia e l’onore di averle dato la Vita, tutto quello che conquisterà sarà solo merito suo.
Ebbene, se le separazioni di tanto in tanto sono importanti, come lo è per un figlio che si fa genitore, allora salutiamoci per qualche settimana. Giusto un po’, il tempo di ritornare a settembre con più energia e magari, con tante nuove Psico News. Buona estate!
Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068
Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043