E’ della settimana scorsa la notizia del bambino autistico di Modena il cui compleanno è stato disertato dai compagni di classe e la mamma ha avuto il coraggio di denunciare l’accaduto sui social prima, e sui giornali poi. Non è questo un caso isolato e non credo sarà l’ultimo. Troppo spesso si legge di ragazzi che non hanno partecipato alle gite scolastiche, di alunni lasciati soli in classe , senza che i genitori venissero avvisati, come accaduto a Livorno nel 2016 ,per Giulio .Va ,purtroppo ricordato anche il caso di San Giuseppe Jato (Palermo) in cui tutti i genitori di una classe non hanno portato i loro figli a scuola per la presenza di un bambino autistico, era questa una forma di protesta contro l’istituto. Troppe le dichiarazioni di genitori che lamentano la poca preparazione di insegnanti di sostegno e la scarsa comunicazione con gli istituti. Del 2017 è anche la notizia di un gruppo di mamme, in Argentina, che hanno esultato su whatsapp per l’espulsione dalla scuola di un bambino autistico. Numerosi anche i casi di bullismo su ragazzi autistici sia nelle scuole che fuori come la notizia di un giovane trentasettenne di Firenze ,picchiato nel 2016 ,nel suo quartiere da un gruppo di ventenni che lo hanno lasciato a terra con la fronte insanguinata. Questo è solo un piccolo e drammatico elenco di quei casi più eclatanti degli ultimi anni, che tutti possiamo trovare sul web.
Io da mamma di un giovane ragazzo autistico(ad alto funzionamento) non riesco a vivere queste storie con distacco e a non provare collera , delusione e concedetemi anche timore. Non riesco a non pensare a quante famiglie ancora oggi scelgano di non raccontare la loro storia ,a quanti tacciano quando le feste di compleanno dei loro figli vengono ignorate, a quanti decidono dopo la prima delusione di non organizzare più un compleanni con la classe .Onestamente provo rabbia per il troppo compiacimento di quelle costose feste con torte decorate a più piani , palloncini di ogni forma , maghi ,giocolieri ,musiche ,danze ecc e poi non si pensa a donarsi con semplicità a bambini autistici o con qualsiasi altra “specialità” ,a cui farebbe piacere solo la compagnia dei coetanei. Manca la cultura della gentilezza, latita la cultura dell’accoglienza ,è sparita anche l’educazione allo stare insieme per dar piacere all’altro che non è un alieno o un mostro, ma una persona simile a chiunque di noi. Sono molto critica in questo e anche severa , poichè capisco cosa possono provare questi genitori, perché trattengono nella gola ad ogni episodio un urlo di sdegno verso questi comportamenti, perché spesso affermare un loro diritto con forza fa paura, potrebbe peggiorare la situazione per i loro figli. So cosa provano questi genitori che poi in casa combattono con la delusione dei figli e cercano in vano di colmare quel vuoto di rapporti e sensibilità. Capisco questi genitori che vorrebbero bastare ai loro figli, ma che non possono farlo realmente e lo leggono nelle crisi di questi ragazzi . Lotto con quell’istinto alla chiusura che noi genitori ci portiamo dentro, con quella paura di essere giudicati con pietismo se parliamo dei nostri figli i quali , comunque camminano e in molti casi hanno un minimo di autonomia. Faccio a pugni con l’ignavo che è in me per non soccombere e scrivo per uscire fuori ,peso le mie parole per non apparire tragica ,ma la verità è che fra i genitori che conosco ,nella nostro piccola realtà percepisco l’angoscia di chiedere aiuto, quella “fasulla convinzione” che di quel figlio a nessuno debba interessare. Dentro di me alimento un sogno in cui ,invece quel figlio appartenga a tutti e non mi arrendo alle mentalità che ci circondano e soprattutto non mi arrendo all’indifferenza.
Colomba Belforte