Il migrante | La scuola, Ponte San Giovanni e l’Eurochocolate

Rubrica a cura di Salvatore Foggiano
Cari lettori,
in questo mese ho avuto modo di conoscere la storia di questo luogo di Perugia dove insegno: si chiama Ponte San Giovanni. Inizialmente definito quartiere, oggi, per via dello sviluppo demografico ed urbanistico, è più idonea la definizione di frazione: infatti, conta ventimila abitanti, è attraversato dal fiume Tevere e dista dal centro di Perugia appena quattro chilometri.

Qui vi è stato il primo insediamento etrusco della regione e ciò è testimoniato dalla presenza dell’Ipogeo dei Volumni, una necropoli etrusca che contiene la tomba ipogea di Arunte Volumnio; ancora oggi il 1° settembre di ogni anno si svolge una festa in costumi d’epoca organizzata da alcune famiglie che si ritengono discendenti del primo nucleo Etrusco arrivato in questo territorio.

Verso la parte nord troviamo, invece un ponte costruito sui resti di Ponte Vecchio che consente di attraversare il Tevere, una maestra mi ha detto che la data di costruzione di questo ponte è incerta, forse costruito dai romani, forse nel Medioevo.

Ma Ponte San Giovanni ha anche una memoria cattolica da conservare legata alla figura di San Francesco il quale dopo che fu liberato dalla prigione di Perugia, nel suo ritorno verso casa ad Assisi, si fermò a dissetarsi alla fonte di Pieve di Campo. Come chiesa principale adesso, invece, vi è quella di San Bartolomeo con l’originale campanile in ferro ossidato.

 

Dal punto di vista scolastico, le cose procedono bene e senza intoppi, gli alunni sono volenterosi anche se non troppo abituati al ragionamento; a tal proposito voglio raccontarvi un altro episodio simpatico: stavo raccontando loro dello scontro nel mare della Corsica tra due navi e della perdita di petrolio e delle conseguenze ambientali. Per invitarli a ragionare sull’argomento pongo la domanda: “Come fare per evitare simili tragedie?”. E una bambina risponde: “Beh, il comandante doveva guardare avanti”. “Certo” dico io iniziando a ridere, ma mentre ridevo mi rendevo conto che quella risposta aveva in se una logica straordinaria.

Un’altra mi è capitata stamane, ero in classe, una collega mi raggiunge e mi dice: “Senti, visto che sei di Sorrento, potresti aggiustarci un presepe che la scuola ha, ma è rovinato? Dovresti essere pratico”. Io le rispondo che “mettere mano” ai presepi è un’arte che io non possiedo. Lei di rimando mi dice: “Almeno puoi sistemarci quei pupazzi?” – “Quali pupazzi?”- “Ma sì, i pupazzetti di Natale” – “Ma tipo Babbo Natale? – “Ma no, i pupazzi della Madonna, di San Giuseppe e dei contadini”. Io salto dalla sedia e urlo: “i pastoriiiiiiiiiiii” e lei annuisce, mentre io dico che i pastori sono una cosa molto molto seria e che non devono utilizzare termini così, è ERESIA (in maniera scherzosa, ovviamente).

Per il resto, in questi giorni c’è Eurochocolate, manifestazione che compie 25 anni e io sono pronto a parteciparvi sperando di riuscire a evitare un ricovero per lavanda gastrica, ma ho la sensazione di salvarmi dal nosocomio non tanto grazie al mio autocontrollo quanto ai prezzi non consoni a me che sono un povero maestro.

Adesso vi saluto e vi aspetto il prossimo mese.

Salvatore Foggiano