La gioia dalla prospettiva dei bambini, per tornare a godere delle piccole grandi cose

Completiamo il nostro viaggio nel mare delle emozioni approdando finalmente alla tanta attesa e ricercata gioia: emozione primaria, dunque innata, selezionata nel corso dell’evoluzione della specie per il suo importante contributo nell’adattamento all’ambiente. Compare piuttosto precocemente nella vita di tutti noi, permettendo al neonato di comunicare con il suo ambiente circostante, nello specifico in risposta a stimoli coerenti con il bisogno che egli sente in quel momento. Emozione positiva per eccellenza, assume  sfumature negative quando eccessiva, smisurata, non aderente al contesto. Qualcuno potrebbe storcere il naso di fronte all’idea di considerare anche la gioia come malsana in alcune circostanze; in realtà cosa intendiamo dire può risultare molto più chiaro guardando, o riguardando con attenzione specifica, il geniale film di animazione Inside out e concentrandosi sul personaggio che interpreta la gioia: si faccia avanti chi non la trova talvolta inappropriata, fastidiosa e fuori luogo! Insomma la gioia è uno dei colori di cui disponiamo sulla nostra tavolozza per dare tonalità alle esperienze di vita, talvolta ne riconosciamo le sfumature proprio nel contrasto con le pennellate di tristezza, rabbia, paura, vergogna e così via, che pure ci servono per apprezzarla fino in fondo. Termine dai significati eterogenei a seconda dei contesti culturali e della radice linguistica da cui la parola trae origine nelle sue varie traduzioni, la gioia è assolutamente universale nelle sue espressioni, quando lasciata libera di manifestarsi: si attivano aree cerebrali specifiche connesse al piacere, gli occhi sono mobili, le guance rialzate e un bel sorriso riempie il volto. Spesso considerata sinonimo di felicità, secondo alcuni se ne differenzia poiché mentre quest’ultima rimanderebbe ad uno stato più duraturo, la gioia si connoterebbe per la sua provvisorietà, per il suo essere fugace. Ma usciamo da queste diatribe terminologiche rispetto alla gioia e al significato che può assumere a seconda che se trattata in psicologia piuttosto che nei testi sacri o nei discorsi dei filosofi classici. Concentriamoci invece su ciò che può mettere tutti d’accordo. Chi osa contraddire Giuseppe di anni 9 quando alla domanda “cos’è per te la gioia?”, che la madre gli pone su nostra richiesta, risponde “la gioia è come se il cuore esplodesse!”?. A lui e a tanti altri bambini abbiamo posto la stessa domanda, per guardare alla gioia dalla loro di prospettiva. Così, mentre noi adulti spesso ci affanniamo a rincorrere chissà quale cosa, loro sono ancora in grado di godere delle piccole cose o, meglio, di quelle grandi cose che però, messe lì in un angolo mentre andiamo alla conquista dell’ennesima promozione di lavoro, di un’ ulteriore occasione lavorativa, dell’ultimo modello di smartphone o di quelle scarpe di tendenza indossate dall’influencer di turno sui social, rischiamo di dare per scontato. Lasciamoci allora contagiare dai più piccoli che si sono prestati al nostro gioco raccontandoci cos’è per loro la gioia e ci sorprenderemo a scoprire che abbiamo a portata di mano più occasioni di quante crediamo per sentire questa emozione se solo guardassimo più spesso la nostra vita con i loro occhi. La gioia è nel trascorrere del tempo con le persone che amiamo: “in bicicletta con mamma, papà e la sorellina”, ci racconta Emanuel di 8 anni, “quando sto con la mia famiglia e con gli zii e andiamo a mangiare la pizza…e anche un dolce”, continua Francesca di 5 anni. Per Francesco di 13 anni la gioia è “stare bene con i genitori e sentire di potersi raccontare tutto”. Ancora, ci dice un altro bambino di 8 anni, la gioia è “quando si sta insieme con gli amici o con le persone a cui si vuole bene e poter rimanere con loro tutto il tempo che si vuole a coccolarsi”. Gioia è “le coccole di mia madre” conclude, in modo tanto sintetico quanto incisivo. Gioia insomma, “è amore”, “è poter provare le cose che ci piacciono o ci potrebbero piacere”. Ma la gioia, ci ricordano i tanti bambini a cui abbiamo posto questa domanda, la possiamo trovare anche nelle piccole cose, a patto di riconoscergli il valore e saperne godere: guardare il programma preferito, consumare il cibo che più ci piace, ricevere il regalo che desideriamo, i giorni di pausa dalla scuola e dallo studio come le feste o le vacanze. Recuperare la capacità di godere delle cose che diamo spesso per scontato è la base per coltivare nella nostra vita la gioia e per nutrire quell’ottimismo e quella voglia di vivere che, con entusiasmo, può spingerci verso nuove mete e traguardi. Ed è questo l’augurio che rivolgiamo ai nostri lettori per il nuovo anno. Buon 2019 a grandi e piccini!

Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa-psicoterapeuta ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068

Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043