Era stato condannato a tre anni e mezzo per concussione e peculato. Sospeso dal servizio presso l’Ospedale di Sorrento per cinque anni ed anche dallo stipendio. Lunedì scorso è stato assolto da tutti i capi di imputazione dalla Corte di Appello di Napoli, prima sezione penale (Presidente Ginevra Abbamonti) perché il fatto non sussiste. E così è terminato il calvario giudiziario per il Dottor Raffaele D’Ambra, direttore dell’Unità operativa complessa di Ortopedia e Traumatologia degli Ospedali Riuniti della Penisola Sorrentina. La Corte di Appello di Napoli ha ribaltato completamente la sentenza di condanna del 12 aprile 2012 emessa dal Tribunale di Torre Annunziata.
L’indagine sul Dottor D’Ambra è scaturita da una o più denunce – i cui autori sono restati anonimi – in cui si accusava il dirigente medico di condotte irregolari o addirittura illegali. A partire dal fatto di svolgere – secondo l’accusa mossa – l’attività intramoenia – ovvero la possibilità di esercitare la professione da privato nell’ambito dell’ospedale, pratica consentita dalla legge, a fronte di un versamento alla struttura sanitaria – fuori dall’orario di lavoro.
Quest’accusa è poi caduta già nel corso delle indagini, grazie al riscontro fornito000 sulla regolarità delle presenze attestate dal badge in uso ai dipendenti dell’Ospedale.
Le indagini sono state poi estese a due pazienti del Dottor D’Ambra che dichiararono di aver subito l’imposizione di svolgere interventi mediante la procedura intramoenia. Da qui l’accusa di concussione, cui si è aggiunta quella di peculato perché il dirigente medico avrebbe versato in ritardo all’ospedale i proventi dell’attività svolta.
Per queste vicende ed a seguito della condanna in primo grado il Dottor D’ Ambra è stato sospeso dal servizio, dai dirigenti sanitari dell’epoca, per cinque anni, applicando la misura massima in questi casi prevista, superiore alla condanna inflitta dal Tribunale. D’Ambra, infatti, è stato fuori dall’Ospedale da agosto del 2013 allo stesso mese del 2018.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni e solo allora sarà possibile ricostruire i fatti che hanno determinato il convincimento dei giudici. Di certo, fin d’ora, è possibile avanzare qualche semplice deduzione sulla base del dispositivo della sentenza. Il versamento in ritardo delle somme dovute all’ospedale probabilmente non è stato ritenuto ascrivibile all’ipotesi di peculato. Così come l’ipotesi di concussione secondo la Corte di Appello non ha retto ai riscontri formulati dall’accusa.