Pallavolo, orgoglio sorrentino in finale: “Vi racconto la mia esperienza al mondiale” | Foto

FOTO E SERVIZIO A CURA DI RICCARDO DI MARTINO
La recente partecipazione al mondiale under 21 di categoria l’ha proiettato sul panorama internazionale, confermando di essere qualcosa di più di una semplice “promessa” della pallavolo. Di sicuro, Giovanni Maria Gargiulo, classe ’99, è l’orgoglio sportivo di Sorrento e dell’intera costiera.

Agorà l’ha incontrato all’indomani della finale del torneo intercontinentale, persa al quinto set, dalla compagine tricolore guidata da Monica Cresta. Un risultato comunque di tutto rispetto: prima del 2019, l’ultima finalissima dell’Italia al torneo di categoria, risaliva a 26 anni fa.

Giovanni, partiamo proprio da qui: un partitone perso al quinto set con tre punti di svantaggio. Unica partita che non ti ha visto in campo: scelta tattica o avevi qualche risentimento?
“Purtroppo si è trattata di una scelta tecnica, dovuta a diversi risentimenti fisici accusati già durante la semifinale”.

Quanto è stato stressante giocare tutte queste partite in così pochi giorni?
“Molto! Malgrado la preparazione fisica, decisamente qualificata per chi partecipa a questo tipo di competizione, incide molto anche l’aspetto mentale e la sua fisiologica componente emozionale”.

Com’erano clima e temperature in quel di Manama (Bahrain)?
“Clima stressante per il fisico: si passava da temperature esterne molto elevate (45º) al clima controllato delle strutture: non è stato per niente facile”.

Prossimi obiettivi?
“Mi concentro unicamente sull’inizio della prossima stagione”.

Quale casacca indosserai?
“Continuerò a vestire la maglia della Mater Domini (Castellana Grotte, Puglia). Le offerte? Sono arrivate, ma dove mi trovo adesso, riescono sempre a darmi nuovi stimoli”.

Nel gruppo della nazionale, erano presenti figli d’arte?
“Assolutamente sì: Gardini, Recine e Cantagalli”.

Sei tra gli orgogli sportivi emergenti della costiera sorrentina: quanto pesa questo amore?
“E’ un onore, ma anche un onere. Un onere perché devo continuare a meritare l’onore: e lo faccio volentieri, perché significa portare avanti il nome della mia famiglia, della mia terra. E ne sono davvero orgoglioso”.

Riccardo Di Martino