L’INSERIMENTO AL NIDO. UN ATTO DI FIDUCIA

A te che stai accompagnando tuo figlio al nido e fatichi a trattenere le lacrime nel doverlo lasciare mentre ti implora di non andare via. A te che lo vedi improvvisamente grande mentre si avvicina agli altri bambini, ma pensi che non lo sia abbastanza da potersela cavare da solo. A te che stai chiedendoti se hai fatto bene ad iscriverlo al nido o se è troppo presto per affidarlo alle cure di un estraneo. A te che provi un senso di liberazione dopo averlo accompagnato (finalmente qualche ora per te e per le altre mille cose di cui devi occuparti!) ma che poi trascorri l’intera mattinata a chiederti come sta e cosa sta facendo.
L’inserimento al nido è una tappa significativa quanto complessa nella vita di un bambino. È in questa occasione che, generalmente, egli viene per la prima volta affidato, in maniera continua e costante, alle cure di persone che, per quanto affettuose e sorridenti, sono però estranee; in un contesto che, per quanto allegro e colorato, è però completamente nuovo per lui. L’ingresso al nido è, insomma, un momento denso di conquiste ma anche di vissuti contrastanti, non solo per il bambino. Ci piace ribadirlo in ogni occasione in cui affrontiamo questo tema: non è solo il bambino a doversi distaccare dalla madre, ma anche la madre a doversi distaccare dal bambino. Non vogliamo con questa affermazione tagliare fuori i papà, ma è innegabile che il rapporto con la madre è, nella maggior parte dei casi, più viscerale e intenso. Attraverso questo articolo desideriamo quindi lasciare alle mamme che ci leggono e che stanno vivendo in prima persona, o sono prossime a farlo, questa tappa così importante, qualche piccolo suggerimento.
Cara mamma, non rinnegare la tristezza e la paura che puoi avvertire in questo momento ma attenta a non lasciarti pervadere. L’atteggiamento del genitore influisce sul modo in cui il bambino affronta l’esperienza dell’inserimento al nido. Come può sentirsi tranquillo se sente che non lo sei tu? Cerca allora di trasmettergli la fiducia che senti in lui e nella sua capacità di affrontare, un pò alla volta, questa novità. La sua fiducia in se stesso poggia infatti sulla percezione della tua serenità nel lasciargli sempre più spazio man mano che cresce.
Parlagliene, in modo che possa familiarizzare con l’idea, anche se ti sembra ancora piccolo per interagire verbalmente con te: ricorda che il linguaggio ricettivo (ciò che il bambino comprende) si sviluppa prima di quello espressivo (ciò che il bambino dice). Anche portarlo a vedere esternamente la struttura che lo ospiterà, prima che debba effettivamente metterci piede, può essere utile a tale scopo. Come anche abituarlo a stare con altri bambini prima ancora del nido, lo renderà più facilmente predisposto a condividere.
Prepara prima te stessa però. Scegliere la struttura che più ti soddisfa è decisivo per la tua serenità, che si riflette poi su quella del bambino: prenditi il tempo che ti serve per farlo, fai al personale tutte le domande che ti sorgono per dipanare ogni dubbio. Se senti che è la scelta giusta, sarà più facile creare quel clima di collaborazione necessario per favorire un buon inserimento e gestire insieme eventuali criticità.
Occhio ai sensi di colpa, cara mamma, se senti che per necessità hai dovuto anticipare un pò i tempi: le strutture per l’infanzia sono state create proprio perché tante altre donne hanno le tue stesse esigenze. Infondo gli stai offrendo un’esperienza costruttiva e arricchente e puoi fare tanto per compensare il poco tempo insieme.
Abbi cura dei momenti che precedono la separazione e seguono il ricongiungimento: fate colazione insieme, concedetevi un momento di gioco, strapazzatevi di coccole. Insomma create un rituale prima e dopo! Il pensiero di questi momenti insieme accompagnerà e sosterrà il tuo bambino. Inoltre, scegliere insieme un oggettino di casa da mettere nello zainetto e portare con sé sarà per lui come avere un pezzetto di te in un posto che non è famiglia, almeno per ora.
E se, cara mamma, senti che in questo momento paura, tristezza e sensi di colpa non ti appartengono, tranquilla, non sei meno mamma, sei solo sufficientemente serena per poterti godere, giorno dopo giorno, ogni piccola grande conquista del tuo bambino.

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