Tradizioni natalizie ai tempi del Covid-19

Il mese di dicembre è oramai inoltrato, mancano ancora poche settimane ed entreremo nel vivo delle festività natalizie, eppure quel clima di magia che solitamente connota questo periodo dell’anno pare che in questo 2020 si faccia sentire solo timidamente. La pandemia mondiale da Covid-19 sta cambiando il nostro stile di vita, mutando le nostre abitudini, e a risentirne sono inevitabilmente anche le nostre tradizioni natalizie. Girare per le nostre città illuminate dalle luci a tema, l’attesa degli zampognari con la loro musica assordante quanto emozionante, le prime domeniche di dicembre trascorse in giro per i mercatini natalizi: queste, come altre esperienze, ben si prestavano a predisporci a vivere pienamente le festività. Quest’anno, la mancanza di alcune tradizioni ci fa toccare ancora di più con mano quanto esse abbiano per noi un valore affettivo che va oltre il vivere nel qui ed ora quel momento. Le tradizioni evocano ricordi del nostro passato e delle persone che ve ne hanno fatto parte. Pensiamo alla preparazione del presepe o dell’albero di Natale, che sono generalmente “fatti di famiglia”: se vi dedicate a farlo con presenza e desiderio, vi scoprirete a rievocare tanti ricordi che ruotano intorno a quell’evento; i battibecchi sul modo più opportuno di dare una collocazione ai pastori, quella volta che il vostro cucciolo di cane vi ha tirato giù tutto il lavoro fatto scambiando le decorazioni per giochi, e così via. Oppure pensiamo a quelle ricette di leccornie natalizie che si tramandano di generazione in generazione al punto che nel prepararle vi sembra quasi di tornare a casa della bisnonna, che la mattina del ventiquattro dicembre sapeva di fritto e di miele. Le tradizioni insomma, danno un senso di continuità con il passato, ma non solo: nel metterle in pratica diamo loro la possibilità di essere poi tramandate, nel futuro, insieme alla storia della nostra famiglia. Inoltre, ci fanno sentire più forte il senso di appartenenza anche ad una cultura: un pò come quando si giocano i mondiali di calcio e ci sentiamo tutti più appassionatamente e unitamente appartenenti ad una nazione, o come quando guardiamo le immagini da tutto il mondo del conto alla rovescia verso il nuovo anno e ci sentiamo, come tutti gli altri, esseri umani colmi di speranze e propositi per il futuro. La pandemia purtroppo ci toglierà l’aspetto su cui tendenzialmente ci concentriamo di più nel prepararci alle festività natalizie: la convivialità e i lunghi tavoli intorno a cui si radunano intere famiglie, obbligandoci così, però, a riscoprirne un senso più intimo e profondo, in casa e solo con i parenti più intimi. Il Covid ci sta già togliendo tanto, non permettiamogli di privarci anche di alcune delle nostre tradizioni perché ne abbiamo bisogno: la loro ciclicità è per noi fortemente rassicurante, infondo siamo esseri abitudinari e ciò che si ripete ci fa bene, ci dona un senso di stabilità in una vita in continuo cambiamento. Addobbiamo casa, anche se non potrà venirci a trovare nessuno, ma nel farlo riscopriamone il significato. Ad esempio, ricordi la tradizione dell’albero di Natale da cosa trae origine? Perché viene scelta proprio una tipologia di albero sempreverde che resiste anche al più rigido inverno? I significati che questa usanza ha assunto nella storia variano, ma tutti rimandano alla speranza, di cui mai come ora abbiamo fortemente bisogno. Se aspetti tutto l’anno per poterti dedicare a pensare e a cucinare il cenone natalizio ma quest’anno sarete solamente in due, non è detto che tu debba rinunciare: sicuramente, purtroppo, ci sarà un parente, un amico, una famiglia di vicini che sta vivendo con difficoltà questo momento storico e a cui un piatto preparato da te potrà regalare un momento di piacere. Ci piace ripetere, perdonateci se lo facciamo troppo spesso, che anche dietro le peggiori crisi si celano grandi opportunità, a patto che siamo in grado di coglierle. Che le nostre tradizioni natalizie possano continuare a fare da ponte tra ieri e domani, tra noi e l’altro, tra nostalgia e speranza. Che la distanza fisica a cui siamo costretti possa permetterci di riscoprire una più autentica vicinanza affettiva all’altro. Che queste festività, forzatamente spogliate dall’abbondanza e dallo sfarzo, siano vissute all’insegna della riscoperta del grande valore delle piccole cose.

 

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