Naturalmente il titolo è assolutamente ironico poiché lo spazio di oggi è dedicato ai Grinch: ai trasgressori delle tradizioni, agli odiatori seriali dell’ “atmosfera natalizia”, a chi sente il peso delle festività, a chi comincia a sbuffare per le prime decorazioni in vetrina già ad ottobre, a chi fa l’albero per dovere, magari il 23 dicembre! A chi ha mal di testa al solo pensiero dei cenoni in famiglia, a chi non ama far regali per forza, a chi odia il traffico, a chi si angoscia, a chi fa bilanci e mai in positivo. Ecco, il Natale non è per tutti. Il carico di stress legato alle scadenze di fine anno, piuttosto che ai preparativi, è tra i principali motivi, a seguire c’è sicuramente l’alterazione della routine in un breve lasso di tempo. Per quindici giorni infatti, il nostro ritmo circadiano
(sonno/veglia) viene completamente destabilizzato, dai cenoni fino a tardi allo stravolgimento delle abitudini alimentari: l’eccesso di alcool e zucchero altera il nostro equilibrio bio-psico-sociale. Colpevole forse anche il clima invernale che riduce il tempo d’esposizione alla luce solare aumentando l’incidenza del cosiddetto disturbo affettivo stagionale (SAD).
Moltissime persone riferiscono di sentire in modo accentuato emozioni come malinconia, nostalgia e angoscia in questo periodo dell’anno: il vuoto lasciato dalle persone care venute a mancare, le assenze di chi abbiamo perso durante il cammino, le presenze che spesso fanno molto più male. Leggende metropolitane suggeriscono che prima e durante le festività natalizie aumenti il numero di pazienti per psicologi e psichiatri. Leggenda o verità? Una ricerca scientifica, pubblicata su Innovations in Clinical Neuroscience,
attesta che effettivamente in prossimità
del Natale l’umore generale peggiori.
“Secondo il National Institute of Health
– spiega Antonello Veltri, membro del comitato scientifico della Fondazione BRF Onlus–le festività natalizie rappresentano un periodo dell’anno caratterizzato da una elevata incidenza di depressione. […] Gli psichiatri, gli psicologi e altri professionisti della salute mentale riportano un aumento significativo della frequenza con cui i pazienti lamentano sintomi depressivi. Una ricerca epidemiologica nordamericana ha riportato che il 45% degli intervistati era preoccupato di possibili flessioni del tono dell’umore durante le festività natalizie”. Insomma, c’è chi attende il Natale tutto l’anno e chi lo accoglie con il desiderio che passi il prima possibile. Quest’anno tuttavia è diverso, eh sì, è diverso anche per i Grinch. Non sarà possibile trascorrere le festività tutti insieme, bandite le lunghe tavolate ed i cenoni con nonni, bisnonni e fino alla settima generazione. Non sarà possibile riempire le strade con fiumi di gente, fare i brindisi di fine anno con gli amici “fuorisede”. Quest’anno abbiamo conosciuto tutti la paura e la mancanza che si fa ancor più consapevole quando non possiamo contenerci e consolarci con abbracci, carezze e baci. Abbiamo conosciuto il significato di isolamento, abbiamo toccato il nostro livello massimo di sopportazione e quanto la nostra mente possa essere fragile. Quest’anno abbiamo dovuto contare i decessi, ogni giorno, e le perdite d’ogni genere. Abbiamo anche riscoperto il
concetto di solidarietà, di rispetto, di determinazione. Abbiamo conosciuto i nostri limiti e li abbiamo resi opportunità. Nell’ annus horribilis
abbiamo, forse, fatto esperienza della rinascita, della trasformazione e della resilienza. E allora qualunque sia il nostro stato d’animo, ovunque ci troviamo nel mondo, qualunque sia stato
il nostro anno, tanta parte di esso l’abbiamo vissuto insieme e questo non può non farci sentire tutti un po’ più vicini.
Ai Grinch, agli Elfi ma soprattutto a chi non smette mai di sperare: in alto i calici!
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