Il covid ci sta davvero mandando fuori di testa? A colloquio con lo psichiatra.

Più l’emergenza sanitaria va avanti e maggiormente si sta diventando consapevoli delle conseguenze della condizione che stiamo vivendo, non solo in termini di contagi. Paura della malattia, isolamento sociale, necessità di rivedere le proprie abitudini, preoccupazioni per la propria situazione economica, stanno avendo un impatto più o meno forte nella vita delle persone, compromettendone in alcuni casi il benessere psicologico. Per un approfondimento sul tema abbiamo intervistato il Dott. Gaetano Malafronte, psichiatra e psicoterapeuta ad approccio gestaltico.

 

Dottore, cosa può dirci in merito all’impatto che la pandemia da Coronavirus sta avendo relativamente alla sua pratica clinica?

 

Nel marzo-maggio 2020 vi é stato un blocco che definirei “emotivo”. Le persone, rimaste imbambolate dagli eventi, hanno avuto la mente anestetizzata in una sorta di attesa vigile del ritorno alla norma, promesso a breve termine. Le restrizioni erano accettate. Oggi l’attesa é stata delusa. C’é sfiducia e spesso, tra disfunzioni e furbate, muore la pazienza e nasce la rabbia che, non trovando un progetto concreto, si trasforma in depressione.

Ravvede tipologie di persone maggiormente esposte alle ripercussioni psico sociali della pandemia? Quali i fattori di rischio?

Le instabilità economiche, la perdita del posto di lavoro, l’incapacità a vedere un traguardo economico, hanno creato reazioni psicologiche-psichiatriche. Ad esempio, gli ipocondriaci sono una categoria di pazienti che, terrorizzati dagli eventi, hanno chiuso emotivamente i rapporti con l’esterno, ripiegandosi su se stessi, alla ricerca di sintomi clinici che sono continuamente sotto la lente di ingrandimento, nevroticamente attesi. Così questi pazienti variano, come in un girone dantesco, tra sentirsi vittime o untori-persecutori verso i propri cari, colpiti da interventi di “forze oscure”.

 

Ci sono categorie diagnostiche inflazionate nell’ultimo anno?

Direi proprio gli ipocondriaci e quanti hanno particolari difficoltà nella gestione delle esperienze emotive e psicosomatiche.

 

Nella sua esperienza clinica, che impatto ha avuto la pandemia da Covid-19 su chi già soffre di disturbi psichiatrici?

 

Nei pazienti psicotici, specie quelli residenti in residenze protette o nell’interno delle famiglie, le restrizioni hanno accentuato l’isolamento sociale. Mi risultano fughe, oppositivitá spesso con etero-aggressivitá verso gli operatori o familiari che impongono il rispetto delle disposizioni legislative. I soggetti psicotici hanno intravisto un pericolo concreto con un senso di angoscia, di accentuazione dei sintomi clinici di ritiro relazionale, di percezione di un pericolo grave. La sospensione, in molte comunità, di laboratori di lavoro o anche di pratiche priscoterapeutiche, ha bloccato le esperienze riabilitative e ha messo gli operatori in difficoltà e i pazienti in una dimensione di limbo “messianico”.

 

Tra i suoi impegni professionali, si occupa anche di tossicodipendenze e dipendenza da gioco d’azzardo. Rileva effetti dell’emergenza sanitaria rispetto a questa specifica categoria di utenti?

 

Nelle patologie da dipendenze da gioco di azzardo, a mio avviso, si é avuto un generale miglioramento per molti, ma non per tutti, per la chiusura delle sale da gioco.

I pazienti riferiscono l’impossibilità concreta di accedere ad alcuni “ambienti” caratterizzanti la loro patologia, questo è emerso in modo particolare nel gruppo di incontro psicoterapico che conduco in coterapia. Per i dipendenti da stupefacenti trattenuti in comunità, le restrizioni imposte in particolare con le famiglie sono state vissute come un aggravante alle condizioni di isolamento, scatenando “fantasie” sul mondo esterno vissuto solo attraverso immagini televisive. Per altri, la mancanza di lavoro e di soldi ha spinto verso azioni delinqueziali oppure a rallentare l’uso delle sostanze.

 

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Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa-psicoterapeuta ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068

Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043


Commenti

Una risposta a “Il covid ci sta davvero mandando fuori di testa? A colloquio con lo psichiatra.”

  1. Rosangela

    Dottore di grande esperienza e professionalità , e sopratutto umanità e coscienza ,.il migliore in assoluto .