Sagristani : Modello Penisola. Limitare gli accessi in costiera, spiagge gestite dai Comuni

Dal Modello Sorrento al Modello Penisola. E’ la svolta che serve ai nostri territori. Quale visione abbiamo della costiera? Come vorremmo vederla tra 10 o 20 anni? Quali scelte sono in grado di produrre trasformazioni positive per superare i problemi strutturali più urgenti da risolvere?

Sono queste le domande cui dobbiamo dare risposte, come amministratori e come comunità, coinvolgendo tutte le categorie rappresentative del mondo del lavoro e di quelle imprenditoriali”.

Così Piergiorgio Sagristani, primo cittadino di S. Agnello ed animatore del coordinamento tra i Sindaci della Penisola sorrentina.

 

Sindaco, prima di dire come vorremmo fosse la Penisola, partiamo dalla condizione attuale che vive il nostro territorio

Si, certo. Registriamo tutti una congestione da traffico veicolare ed un movimento turistico diverso, con meno stranieri e caratterizzato da una minore capacità di spesa. Entrambi questi fattori incidono sull’economia del territorio e sulla vivibilità che va recuperata a favore di residenti e turisti.

In sintesi, lei dice: meno turisti, migliore qualità del turismo?

La direzione è senza dubbio questa. Ma i movimenti di massa hanno la loro oggettiva complessità e richiedono scelte politiche forti ed una programmazione di lungo periodo.

Che fare, allora?

Nell’immediato aprirei una discussione tra i Comuni e con le categorie produttive per valutare limitazioni all’accesso in Penisola. Il territorio non può ospitare oltre le proprie possibilità. Va definito al più presto un sistema di contingentamento, specie  per le auto che costituiscono un fattore di inquinamento e riducono gli standard qualitativi nella percezione di un’area di pregio come la nostra. Alla lunga il traffico può uccidere la Penisola. Inoltre, i nostri centri, per recuperare vivibilità, richiedono più zone pedonalizzate, piste ciclabili e va studiato un sistema di sensi unici. In prospettiva, per rendere il tutto compatibile,  c’è da affrontare e risolvere la questione del trasporto pubblico.

 

Ci dica

La Circumvesuviana va totalmente ripensata. Così com’è non serve. Tantomeno serve il palliativo  del treno dedicato ai turisti, una soluzione necessaria ma non sufficiente.

Che fare?

La tratta Napoli-Sorrento andrebbe gestita in modo totalmente diversa, magari valutando partnership con i privati. Penso agli stessi imprenditori locali ed a quelli  di fama internazionale, legati visceralmente alla nostra terra, che hanno animato e sostenuto recenti iniziative per il rilancio del territorio.

Come partire, allora?

La tratta Napoli-Sorrento è quella che assicura uno dei  maggiori flussi di risorse all’Eav,  ma al tempo stesso, quella che fa emergere criticità notevoli in termini di servizio che si traducono in danno anche di immagine. Forse l’intervento da parte Trenitalia, un’azienda di primaria importanza sul piano nazionale e che ha  risorse e competenze adeguate potrebbe contemperare le diverse esigenze. In ogni caso, nel potenziare e far funzionare la linea Vico Equense -Sorrento c’è la soluzione principale ai nostri problemi ed è l’unica in grado di ridimensionare il trasporto su gomma. Un treno ogni 20 minuti e nei periodi di maggiori presenze ogni 10. Questa è una svolta realistica e praticabile.

Chi può riuscire a gestire una operazione del genere?

La Penisola, se inizia a pensare sé stessa come un unicum politico-amministrativo, interloquendo con tutti i livelli di Governo. Ma il presupposto è unirci e parlare con una sola voce, rappresentando gli interessi di tutti. Di questo ho parlato da subito con il  Sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, che mi ha assicurato condivisione e sostegno.

Ritorna sul suo cavallo di battaglia: il Comune unico?

Credo al Comune unico, ma non è la sola soluzione. Infatti, dalla pandemia in poi abbiamo sperimentato un metodo di  stretta collaborazione nelle decisioni tra tutti i Comuni da Vico  a Massa. Abbiamo capito tutti bene che le scelte vanno inquadrate in un’ottica comprensoriale, altrimenti non hanno alcun impatto positivo. Le linee di confine territoriale non hanno senso ed i campanilismi sono, di fatto, superati.

A quale soluzione pensa?

La gestione associata di alcuni servizi potrebbe essere un obiettivo concreto e perseguibile in tempi utili. Penso a viabilità ed eventi, al marketing territoriale, ai trasporti, ma anche al commercio, artigianato ed agricoltura. Si tratta di settori, specie questi ultimi, da rilanciare per ridare respiro ad ambiti tradizionalmente attrattivi per l’economia della Penisola. La bellezza del paesaggio, di cui i terrazzamenti e le tradizionali colture sono parte integrante, devono essere valorizzate.

Lei dice valorizzare l’agricoltura. Ma in che modo si può passare dai buoni propositi alle scelte operative?

C’è un buon precedente da riprendere: il codice etico per l’agricoltura di Sorrento e della Penisola, proposto dall’allora vice sindaco di Sorrento, Giuseppe Stinga e poi lasciato cadere. E c’è la presenza di Alfonso Iaccarino, assessore proprio all’agricoltura a Sorrento,  che, tra l’altro, con la tenuta “Le Peracciole” a Massa Lubrense ha dimostrato l’importanza del rilancio e della valorizzazione delle colture storiche.

Cosa prevede il codice etico per l’agricoltura?

Rendere redditizi i fondi agricoli e le colture tradizionali con la creazione di un apposito marchio di qualità territoriale da attribuire a  tutte quelle attività che  acquistano prodotti locali, a prezzi adeguati, e che poi  diventano parte integrante dell’offerta gastronomica e dell’accoglienza. Tra chef stellati, ristoranti di qualità ed attività ricettive ed extralberghiere c’è una massa critica in grado di alimentare un circuito virtuoso per rendere conveniente la tutela del paesaggio, esaltando ulteriormente bellezza e produzioni di qualità. E’ un modo per evitare che un proprietario di un fondo preferisca realizzare box auto. La tutela dell’ambiente deve essere anche praticabile, in quanto conveniente. Altrimenti, facciamo solo poesia.

Spiagge per i residenti. Un altro tema molto sentito. I costi spesso sono proibitivi: cosa si può fare?

 

Il mare anzitutto ai residenti  gratuito o comunque a prezzi ridotti. Questa deve essere la linea guida che deve improntare le nostre scelte. Dopo la crisi non è più tollerabile che un residente debba pagare somme esorbitanti tra ingressi, servizi e parcheggio. A S. Agnello puntiamo a gestire in modo diverso le concessioni demaniali marittime. Aspettiamo la decisione del Governo nazionale che ha prorogato fino al 30 settembre l’attuale sistema ma che l’Ue con al direttiva Bolkestein dal 2006 contesta. Tutti i beni pubblici, sostiene l’europa, compresa la concessione per la gestione degli arenili, devono essere messi a gara. Il “diritto di insistenza”, seppur con nuove denominazioni, che garantisce i gestori storici va superato, anche per aprire il mercato.

Ma lei quale soluzione propone?

Il modello cui mi ispiro è quello della gestione diretta da parte del Comune  degli arenili. Si tratta di una rivoluzione a favore di tutti, soprattutto dei ceti più colpiti dalla crisi.  Mi auguro che lungo questa strada possa esserci convergenza anche da parte degli altri Comuni.

Il Comune che gestisce le spiagge, ma è praticabile?

Lo ha già sperimentato, per due anni,  e con risultati  positivi il Comune di Vico Equense nel corso della sindacatura di Giuseppe Dilengite. Si può fare. Credo, anzi, si deve fare. Ma c’è di più

Prego

Altra questione connessa al mare è quella relativa alla qualità delle acque. A partire dal risanamento del Sarno, che resta tra i più inquinati d’europa. Il fiume sfocia nei pressi dello scoglio di Rovigliano, tra Castellammare e Torre Annunziata, ed in ragione delle correnti meteomarine può condizionare il mare che bagna le nostre coste. Più vicino a noi, poi, c’è la questione della pulizia dei valloni che raggiungono il mare e la necessità di non fermare la programmata separazione delle condotte  delle acque bianche da quelle nere. Così come serve massima attenzione sul funzionamento del depuratore di Punta Gradelle.

 

 


Commenti

Una risposta a “Sagristani : Modello Penisola. Limitare gli accessi in costiera, spiagge gestite dai Comuni”

  1. Giovanni Gargiulo

    Credo, e sono certo che la proposta Sagristani vada nel senso giusto, bisogna anche curare la manutenzione della cosa pubblica, servendosi dei percettori del rcittadinanza, eliminare, e questo è di primaria importanza i b&b almeno nei condomini per dare l’opportunità di nuovi alloggi ai nostri giovani, teniamo conto che molti di questi sono abusivi e aggravano tutti i sottoservizi non idonei al maggior utilizzo e in particolare per le fogne sovraccarcate dalla presenza di un turismo vicinale. Occorre anche riprogrammare , potenziare e separare le fogne , credo che tutti i nostri ospiti avvertono una puzza nauseante in tutte le principali strade. Occorre anche che uno dei sindaci venga eletto presidente della regione Campania per poter fare tutto questo è Sagristani ne è la persona più adatta ,CI CREDO E BISOGNA SOSTENERLO PER IL BENE DEL NOSTRO TERRITORIO.