Raffaele Attardi: Sorrento, politiche ecosostenibili per il rilancio

Come sarà la ripresa?

Tutti ci auguriamo di uscire presto fuori da questa crisi.
Ma seppure la ripresa si comincia a intravedere, sembra che, anche in questo caso, valga la regola: guai ai deboli.

L’effetto prodotto dall’aumento dei prezzi e dell’energia e la contestuale ripresa dell’inflazione stanno infatti colpendo più duramente i deboli e arricchendo chi ha già tanto.

In Penisola si moltiplicano le iniziative per cercare di sostenere le imprese turistiche ed i lavoratori del turismo, cosa certamente necessaria, perché il turismo sostiene la nostra economia, ma é sbagliato continuare a pompare senza una visione globale, uno sviluppo che negli ultimi anni presenta anche forti aspetti negativi.

È sotto gli occhi di tutti che si stanno incrementando senza regole attività non certo esaltanti, come la realizzazione di parcheggi a pioggia, pizzetterie, e che tutto questo sta producendo consumo del territorio, inquinamento, e lavori dequalificati e sottopagati per i giovani.
Chi puó scappa, allettato da offerte ben più soddisfacenti e questo esodo inizia già dall’età scolare con la scelta delle Università fuori Regione che predetermina, in molti casi, un definitivo collocamento fuori Regione.

E se gli operatori ed i lavoratori del turismo hanno tutto il diritto di rivendicare il loro spazio come categoria é altrettanto importante volgere lo sguardo anche agli altri settori della nostra economia. Con l’obiettivo di garantire il mantenimento di una diversificazione che renda più forte la nostra economia e che offra, soprattutto ai giovani, prospettive più gratificanti.

Oggi, per uscire dalla crisi, tanti si stanno facendo avanti per attingere alle risorse del PNRR – Piano Nazionale di ripresa e resilienza, che peró potranno essere utilizzate solo rispettando i requisiti richiesti dal piano stesso che si racchiude in una sigla ESC: (E= Enviroment- Ambiente), (S= sociability-Sociale) (C=Corporate Governance- sistema di regole che governano imprese e società ):
bisogna cioè dimostrare il ritorno globale dei progetti che verranno proposti, garantendo che i tre requisiti siano rispettati.

Percio é sbagliato pensare che le risorse arrivino concentrando tutte le attenzioni sul turismo.
Ed é anche sbagliato pensare che si possano utilizzare le risorse per sanare situazioni di ordinario disastro. Non é questo lo scopo del PRNN : é inutile, per esempio, investire per acquistare nuovi treni, se non si definisce un piano di mobilità globale; o pensare che arrivino risorse per fare un ospedale per sostituirne due, senza riformare la filiera sanitaria nel suo insieme, oppure realizzare un percorso meccanizzato che forse ridurrà un segmento di traffico, ma che rischia di produrre un incremento della mobilita su gomma.
Nel PNRR ci sono cose che devono avere priorità e sono quelle che rispettano la regola ESC.

Sono questi i progetti che verranno finanziati e ne abbiamo tanti da proporre, come ad esempio investire nella gestione delle risorse idriche e nel recupero delle nostre sorgenti; o realizzare un sistema ordinato per la gestione dei parchi e delle tante aree a verde che crescono di anno in anno; creare un sistema dei Musei.
In poche parole bisogna investire per migliorare tutte le cose che valorizzano quello che abbiamo, e che possono essere volano per uno sviluppo sostenibile.

Ma non basta pensare alle opere da fare: occorre pensare alla gestione di queste opere: perchè senza una corretta gestione tutto finisce nel degrado; viceversa potenziando la gestione si puó inoltre creare occupazione qualificata.
Anche nel sostegno alle attività produttive bisogna dare le giuste priorità. Il turismo non é la sola risorsa che abbiamo, ci sono le tante attività tipiche come l’agricoltura, l’artigianato, i mestieri come i maestri d’ascia o i vetturini. Sono da sempre le cenerentole della nostra economia e sono anche quelli più colpiti dalla crisi Covid: andrebbero ripresi e sostenuti i progetti mai attuati come quelli dei mercati rionali per i prodotti agricoli o delle botteghe artigiane, dei cantieri navali, fino alla realizzazione delle stalle e degli stalli per la carrozzelle.

Ed anche in questo caso ci deve essere un sostegno non solo alla realizzazione dei progetti, ma anche alla gestione delle attività e alla commercializzazione dei servizi e dei prodotti.
Queste sono le cose che seguono le regole del PNRR, non certo i finanziamenti a pioggia che finiscono inevitabilmente nelle mani dei più forti.

E le Amministrazioni locali, dopo aver ascoltato tutti, alla fine devono tradurre le richieste in un progetto globale in cui ci siano obiettivi e distribuzione di risorse coerenti con questi requisiti.

In conclusione l’emergenza non é finita, anzi sta per iniziare una fase dove o ci si avvia verso uno sviluppo diversificato e sostenibile o si accentueranno le differenze sociali ed economiche.

 

Raffaele Attardi