Salvatore Mare: Cappiello bocciato

Critiche su partecipazione dei cittadini e rinnovamento amministrativo

Giudizio severo sulla Giunta Cappiello e sulla stessa minoranza. C’è, poi, la questione della concessione arenili. Di questo ed altro abbiamo parlato con   Salvatore Mare.

Mare, com’è noto, è stato consigliere comunale carottese nella passata consiliatura. Si è presentato alle ultime amministrative nella lista “Fortemente Piano”, candidato sindaco Salvatore Cappiello,  senza risultare eletto. Inoltre, è stato portavoce del Movimento 5 Stelle in Penisola, ma l’esperienza è conclusa. Oggi, ha aderito al movimento politico del sindaco di Bacoli Josi Della Ragione con il gruppo d’opinione “Free Piano”.

Lei ha lanciato l’iniziativa “question time del Cittadino” a Piano. Ci spiega di cosa si tratta?

Il Question Time del Cittadino è uno strumento dedicato alle interrogazioni che chiunque, purché residente nel comune, può inoltrare alla pubblica amministrazione su qualsiasi argomento di interesse pubblico. È previsto dal nostro ordinamento ed è adottato da molti Enti locali.

Non si tratta di riunioni fiume ma di occasione di incontri periodici con cittadini, associazioni o comitati spontanei, che possono porre domande al Sindaco alla stregua dei consiglieri.

Il tutto va normato con un apposito regolamento, in rete si trovano esperienze per tutte le esigenze, affinché il Question Time si svolga secondo canoni ufficiali e rispettosi dell’istituzione che rappresenta.

È nel programma di questa amministrazione, ne parlai con il sindaco Cappiello anche dopo le elezioni, nell’unica fugace occasione di confronto.

In sostanza si tratta di attuare la vera partecipazione attiva dei cittadini, magari proprio di coloro che non si rispecchiano nella politica attuale e che non trovano riscontro o supporto nelle componenti consiliari.

Quando lei dice: il “question time”, insieme ad altri istituti di partecipazione, era presente nel programma elettorale di “Fortemente Piano” e aggiunge: se non viene accolta la proposta, raccoglieremo firme per strada. In questo modo esprime una critica ed anche una certa sfiducia nei confronti della maggioranza in carica. È così?

Apro una parentesi facendo un’osservazione: come per il Garante dei diritti delle persone con disabilità, non dovrebbe essere un ex consigliere a rammentarne la nomina.

In proposito, non ho trovato una sola nota che ne pubblicizzi l’attività, ne indichi i recapiti, le modalità, luoghi, giorni e orari di ricevimento degli utenti. Esercizio inutile è istituire una difesa se poi il cittadino nemmeno sa che esiste tale tutela dei suoi diritti.

D’altro canto apparve chiara la scarsa considerazione per questa figura, visto che la consigliera delegata dichiarò ufficialmente che la reputava “opportuna ma non necessaria”. Questione non solo di stile, di tatto, ma anche sostanziale: con quale spirito il Garante può affrontare tale compito se non è ritenuto necessario?

Chiudo la parentesi e rispondo nello specifico: non è questione di fiducia, sono ormai trascorsi quindici mesi e il capitolo partecipazione popolare, quello che sostanzialmente prevede il coinvolgimento del cittadino nelle scelte di governo della città, è letteralmente scomparso dall’agenda dell’amministrazione. Quindi si, se occorrerà raccoglieremo le firme, ne servono settecento, ma sono certo che ci sarà un grosso coinvolgimento della cittadinanza su questo tema; siamo motivatissimi a portare fino in fondo questa istanza.

Lei ha detto che dall’attuale minoranza su questo tema specifico non si può aspettare niente. Ma sul resto dell’attività amministrativa ha fiducia nell’azione di controllo della minoranza?

Tocca ripetermi: bene o male, in passato hanno fatto tutti parte della stessa squadra. È questione di credibilità.

Ad esempio, può questa minoranza essere credibile in una eventuale interrogazione sullo stato della biblioteca comunale, se ha gettato lei stessa le basi e gestito fino a poco più di un anno fa l’intera operazione?

Sui grandi temi comprensoriali poi, sono tutti d’accordo: sull’ospedale unico ad esempio, silenzio tombale.

Tema ancora più penetrante e impattante per noi carottesi: porto spiaggia di Caterina. A parte il sottoscritto che già a dicembre del 2019 parlò delle carenze infrastrutturali, chi ha finora trattato delle evidenti criticità urbanistiche e sui risvolti che tale operazione comporterà in un ambiente già saturo come quello di Marina di Cassano?

Quali accordi preventivi sono stati stipulati con l’amministrazione santanellese?

L’amministrazione Iaccarino prima, e quella Cappiello poi, hanno mai discusso nel merito con il governatore De Luca?

Se a questo sommiamo il fatto che passa un bilancio previsionale in consiglio comunale, senza la benché minima discussione, eccezion fatta per il piano triennale delle opere pubbliche, quindi dell’ossessione del capogruppo di minoranza già sindaco, sul progetto “palestra-auditorium non-scuola” di via Amalfi, si comprende che Piano nel Cuore sia semplicemente la compagine sconfitta alle elezioni; è forza di minoranza ma non di opposizione giacché non può rappresentare un’alternativa.

Nel complesso, cosa pensa dell’opera dell’Amministrazione guidata dal sindaco Cappiello per come ha operato fino ad oggi?

Non essendo un addetto ai lavori non vivo il palazzo, non ho quindi il polso degli uffici e di come stiano lavorando, o meglio, di come sono indirizzati, ma ai miei occhi non si è finora palesato il cambio di passo auspicato.

Nemmeno noto questa grande collaborazione fra i Sindaci del comprensorio e, fatto ancor più indicativo, non hanno ancora “istituzionalizzato” le loro riunioni, che assumono quindi la valenza dell’aperitivo fra primi cittadini.

Non vedo per quali particolari meriti dovrei menzionare questa amministrazione.

Alle ultime elezioni, se abbiamo capito bene, lei si è candidato nella lista “Fortemente Piano” condividendo il percorso ed il contributo offerto dall’avvocato Anna Iaccarino, oggi assessore. Il percorso e la condivisione politica fra voi due continua?

Scinderei le esperienze: lista, Anna Iaccarino.

Dopo le elezioni, con ambedue sono mancate le occasioni di confronto; con il gruppo credo per scelta e tirate le somme posso considerare conclusa la parentesi. Con Anna non saprei, non credo sia stata una specifica volontà, magari presto ci confronteremo.

La politica ci insegna che non bisogna mai dire mai a future collaborazioni quando ci sono degli obiettivi comuni: al momento non ne vedo, prossimamente chissà.

Concessioni demaniali marittime. Un tema sensibile per il nostro territorio e per la peculiarità della nostra linea di costa. La normativa europea chiede di fare le gare, il governo propone una proroga per gli attuali assegnatari. Qual è il suo punto di vista?

Risorsa mare: l’equivoco delle parole in cui c’è chi vede nell’accezione l’aspetto meramente economico, chi invece ne intende quello vitale. Ciò detto, sottolineando la mia appartenenza al secondo pensiero e rimarcando l’essenzialità di difesa e tutela, nella mia concezione il mare e gli arenili devono essere di libero accesso e pubblica fruizione; altro è lo stabilimento balneare. Parto da questo presupposto che non appare chiaro giacché chi è in possesso di una concessione intende di sua proprietà il tutto, compreso arenile e specchio acqueo, con il tacito assenso del demanio.

È lampante che le regole debbano essere chiare e scongiuranti rischi di acquisizioni di realtà imprenditoriali locali e quindi pezzi significativi di territorio, a multinazionali o ai soggetti con disponibilità di grossi capitali magari di dubbia provenienza, ma è necessario rimettere a gara le concessioni, considerato che non di soli stabilimenti si tratta; per comprenderne la portata si vedano gli sviluppi delle indagini dei sostituti procuratori Henry John Woodcock e Giuseppe Cimmarotta, sulle concessioni demaniali delle tratte marittime.

Nella scorsa legislazione un gran lavoro fu svolto da Virginia La Mura, senatrice 5 stelle poi passata al gruppo misto per l’espulsione dovuta al voto contrario alla formazione del governo Draghi; lavoro che ora non si sa che fine farà. Se l’alternanza è il sale della democrazia, è palese che non ci sia una reale rotazione da tempi immemori e che la formazione di esecutivi eterogenei non aiutino la finalizzazione, anche in considerazione del fatto che il parlamento ormai è svuotato delle proprie prerogative; quindi i governi sono perennemente in ritardo giacché incapaci a completare progetti.

Lei ha aderito al movimento portato avanti dal sindaco di Bacoli Josi Della Ragione ed ha fondato Free Piano. Perché questa scelta e cosa state facendo?

Perché credo nel lavoro e nella condivisione.

Josi e la sua squadra, il merito non è mai di un singolo, stanno facendo un lavoro eccezionale mostrando un percorso virtuoso, una strada da percorrere “un passo alla volta”.

Ecco, più che fondare FREEPIANO, con alcuni amici che condividono idee partecipative, abbiamo aderito a questo progetto di rete su scala regionale, con l’intento di far crescere una coscienza collettiva, senza la quale qualsiasi progetto politico è destinato a smarrire la propria identità e i propri obiettivi.

Cittadini attivi che cercano di risolvere i propri problemi condividendo e traendo le proprie esperienze: il territorio innanzitutto, nei fatti.

È questo il nostro obiettivo, coinvolgere i nostri concittadini, farli sentire importanti, e non dargli valore solo nei giorni antecedenti le elezioni.

Lei è stato portavoce del Movimento 5 stelle in penisola sorrentina. Oggi, cosa pensa dello stato del movimento in Italia ed in penisola, si è esaurita la fase propulsiva?

Questo non è più il Movimento 5 Stelle, è un partito apicale di un capo politico con il quale se non sei d’accordo, ti buttano fuori. È vero, accadeva anche in precedenza e all’inizio era anche comprensibile, poi si sono via via incartati, cominciando dalla questione Quarto e Rosa Capuozzo.

Premesso questo fattore significativo, è dato indicativo che lì dove il partito ha più voti nazionali, e mi riferisco alla Campania, si sia completamente smarrito nei palazzi fra Santa Lucia e Centro Direzionale e, a parte le insignificanti comparsate nelle variopinte ammucchiate, amministrativamente a livello locale ormai non conti sostanzialmente più nulla.

Aprirei inoltre una riflessione qualitativa e quantitativa, sulla differenza fra gli innumerevoli atti ispettivi provenienti dalla penisola sorrentina prodotti dai parlamentari pentastellati della XVII legislatura (n.d.r. la prima 5 stelle), e da quelli attuali.

Prima c’era una rete spontanea di attivisti che raccoglievano istanze e atti, che producevano documenti, invogliati a fare questo tipo di attività perché trovavano riscontro e supporto.

Questi stessi attivisti sono stati dapprima sfruttati, poi scavalcati da illustri sconosciuti che mai nulla hanno prodotto per la comunità. Chiaro che si siano man mano allontanati, lasciando il “partito” sguarnito e senza risorse umane, che per una forza che doveva essere territoriale e popolare, è un tutto dire.

Eppure in penisola ce ne sarebbero di cose da portare all’attenzione parlamentare, invece si parla quasi esclusivamente del reddito di cittadinanza di cui, per inciso, continuo a condividerne pienamente l’istituzione. Evidentemente non si hanno più tanti argomenti.

A Piano si vota nel 2026 la ritroveremo con un ruolo nel voto amministrativo?

Non lo so e non è importante la mia presenza in una lista, non è un mio obiettivo.

Il nostro scopo deve essere quello di far crescere una coscienza civica, di praticare il culto del bene comune; se ci sarà necessità del mio nome non mi sottrarrò, ma solo se riusciremo a formare un gruppo coeso che possa e non abbia timore di rappresentare una vera alternativa di governo cittadino.