Il mondo della scuola, oggi più che mai, necessita di aprirsi al confronto con gli altri adulti che si prendono cura dei bambini, per realizzare degli interventi mirati a tirare fuori le potenzialità dell’alunno. In presenza di una diagnosi, o comunque di bambini in trattamento per problematiche che possono compromettere una buona resa scolastica, diviene rilevante il confronto non solo con le figure genitoriali ma anche con gli specialisti che hanno in carico il bambino, allo scopo di creare il miglior contesto possibile di apprendimento e di socializzazione perché, ricordiamolo, la scuola è il luogo in cui vengono richieste delle prestazioni ma anche quel mondo sociale in cui il bambino sperimenta relazioni con adulti e pari al di fuori dell’ambiente familiare. In questa ottica, si sente sempre più spesso parlare di BES, ossia bisogni educativi speciali, correndo talvolta nel rischio di un fraintendimento, ossia di pensare che si tratti di una categoria clinica. Invece, “un bisogno educativo speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito
educativo ed apprenditivo, espressa in funzionamento (…) problematico anche per il soggetto,
in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dall’eziologia,
e che necessita di educazione speciale individualizzata” (D. Ianes). Non solo dunque le situazioni di disabilità certificata secondo la Legge 104/92 o quelle legate a difficoltà che si presentano in caso di DSA o di disturbo da deficit di attenzione/iperattività, ma anche in altre condizioni in cui lo svantaggio socio-economico, culturale o linguistico può esitare in problematiche psicologiche, comportamentali, relazionali e di apprendimento, nonché in tutti i casi in cui nella quotidianità scolastica è emerso un bisogno educativo speciale ma è ancora in corso la procedura diagnostica. La rilevazione di tale bisogno può avere un carattere più o meno transitorio: ogni bambino può, nel corso della sua carriera scolastica, richiedere un’attenzione speciale. A tale riguardo, l’osservazione degli alunni è fondamentale per progettare interventi personalizzati, interrogandosi su limiti e risorse del bambino e sull’obiettivo a lui più congeniale.
Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068
Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043