Abusi e condoni/ La Giunta Iaccarino vara la “delibera cetrulo”

Le premesse della “delibera cetrulo”

L’abbiamo ribattezzata la “delibera cetrulo” ed il nome è tutto un programma. Ne abbiamo parlato ampiamente sull’edizione cartacea della scorsa settimana. Ora, vista la sua attualità, la riproponiamo per i lettori della rete.

Parliamo del provvedimento di Giunta numero 47 del 16 febbraio scorso. A proporlo è stato all’edilizia Sergio Ponticorvo.

Eppure le premesse erano buone.

Tra le istanze ex art. 31 della L.47/85, art. 39 della 724/94 e art. 32 della L. 326/2003 esistono oltre 3.000 pratiche edilizie ancora in attesa di definizione”“In ragione di questa obbiettiva difficoltà operativa ad esaminare le predette istanze di permesso in sanatoria, che vanno ad aggiungersi al notevole carico lavorativo insistente quotidianamente sulla attività dell’UTC, è stata implementata un’iniziativa per la parziale esternalizzazione dell’istruttoria delle pratiche di condono in guisa da alleggerire l’attività ordinaria dal peso dell’attività straordinaria dei condoni edilizi.

Nulla di nuovo per carità, sono anni che si annunciano task force sull’argomento. La novità però veniva anticipata al periodo successivo.

…si registra una legittima aspettativa da parte dei cittadini che hanno confidato nella legge presentando istanza, pagando le relative sanzioni oneri e quant’altro, e tuttavia, a distanza di oltre 30 anni dalla presentazione della domanda, non hanno ancora ricevuto una risposta definitiva da parte del Comune, con la conseguenza che la loro proprietà risulta tutt’ora in uno status giuridico di presunzione di legittimità e che non vede, tuttavia, alcun legittimo e doveroso esito da parte della Pubblica Amministrazione”.

L’auto-denuncia

Un’autentica presa di coscienza, ma anche un auto-denuncia che si sostanziava nel periodo successivo.

Alla responsabilità amministrativa, politica e contabile, riscontrabile in questo regime di evidenti carenze e omissioni perpetrate in questi ultimi 30 anni, si aggiunge la mortificazione dei diritti legittimamente attesi dai privati e che limitano in modo pesantissimo il diritto stesso della proprietà e del suo uso. 

Basti pensare che in 10 di questi ultimi 30 anni (e precisamente gli ultimi dieci) sono stati  al Governo della Città la metà degli attuali componenti della Giunta. Ci riferiamo al Sindaco Vincenzo Iaccarino, al vice-Sindaco Pasquale D’Aniello e agli Assessori Costantino e Rossella Russo. Quattro su sei. Scusate se è poco. Se dicono però che la colpa è loro, perché non crederci?

Il vero nodo della questione, tuttavia, non è qui.

Da ora in poi si cambia registro

Infatti, dopo una serie di magheggi di natura tecnico-giuridico, sulla cui legittimità non vale neanche il tempo si sprecarsi, perché sarebbe come sparare sulla croce rossa, si arriva a pagina cinque e ci imbatte nella vera trovata “cetrulo”. E’ sufficiente iniziare a leggere per capirne il motivo

Fino al rilascio del permesso di costruire in sanatoria definitivo, sui manufatti oggetto di condono edilizio costruiti parzialmente o totalmente in assenza di concessione o licenza edilizia, sono consentiti tutti gli  interventi atti a mantenere in uno stato di efficienza il manufatto (manutenzione straordinaria, restauro conservativo e consolidamento statico).

Quindi non più opere di mera conservazioni dell’edificio, ma interventi importanti. Per consolidamento statico, tanto per essere chiari, può intendersi anche il rifacimento di solai, muri portanti, interventi su pilastri. Insomma opere che comporteranno esborsi davvero notevoli. Decine e decine di migliaia di euro. D’altronde, fatta eccezione per la manutenzione ordinaria, non è che gli altri lavori possibili siano proprio quisquilie.

La trovata “cetrulo”

Cosa succede però nel caso in cui si dovesse presentare al Comune un’istanza simile?

La delibera lo spiega subito dopo.

Ogni qualvolta un progetto di recupero, di cui al precedente, interessi manufatti oggetto di istanza di condono edilizio non ancora definita, la presentazione dello stesso equivale a richiesta da parte dell’interessato di definizione con procedura d’urgenza della pratica di condono; il richiedente è tenuto ad integrare la pratica di condono edilizio con la documentazione minima prevista dalla normativa vigente e dal regolamento comunale.

Ci sembra davvero giusto.

Tuttavia al Comune non si sono limitati al giusto.

Hanno voluto strafare ed hanno così aggiunto.

In tali casi l’Ufficio Condono Edilizio procede ad esitare l’istanza (SCIA) per la esecuzione dei lavori di recupero ma, tuttavia, procederà in via prioritaria anche all’istruttoria della pratica di condono edilizio senza pregiudizio per i lavori di recupero che potranno essere comunque eseguiti.

Capito un po’ il senso?

Capito dove scatta il “cetrulo”?

Non c’è bisogno di aspettare il rilascio del permesso in sanatoria. Il cittadino potrà anche già iniziare i lavori. Potrà anche già cominciare a spendere le decine e decine di migliaia di euro. Migliaia di euro che andranno a sommarsi a quelle già sino ad ora spese.

Il “cetrulo” diventa scientifico

Se però poi un domani quel permesso in sanatoria non dovesse essere rilasciato, magari perché l’opera sorgeva in una zona in cui non era possibile applicare il condono cosa accadrà?

Qui il “cetrulo” diventa addirittura scientifico.

Già perché al Comune di Piano di Sorrento l’hanno pensata davvero bene.

Il “cetrulo” resta tutto al cittadino.

Sapete perché?

Perché all’atto della presentazione dell’istanza per eseguire gli eventuali lavori ecco cosa dovrà fare il richiedente.

sottoscrivere apposito atto unilaterale d’obbligo che sollevi l’amministrazione comunale da onere o peso conseguente all’eventuale diniego della pratica di condono.

Pacco, doppio pacco e contropaccotto.

Per caso le sognano la notte ‘ste trovate?

I conti non tornano

Proviamo un po’ a ricapitolare.

Stesso dal Palazzo fanno sapere di aver istituito una task force per trovare una rapida risposta a tutte queste pratiche di condono che giacciono negli archivi impolverati. Stesso dal Palazzo fanno sapere che chi intenderà eseguire dei lavori sugli edifici oggetto di condono avrà una corsia preferenziale nell’opera dei supereroi della task force.

Ora se due più due fa sempre quattro, si dovrebbe dedurre che una pratica in corsia preferenziale in mano ad uno di questi Nembo Kid dei condoni al massimo dovrebbe starci qualche settimana, qualche mese al massimo, altrimenti cosa sarebbe cambiato rispetto al passato?

Allora per quale motivo uno dovrebbe avviare i lavori, spendere le famose decine e decine di migliaia di euro per anticiparsi solo di qualche settimana o qualche mese e non attendere invece l’esito favorevole del condono e, quindi, di investire a colpo sicuro?

La risposta non può essere che una.

Le qualche settimane o qualche mese diventeranno presto qualche anno, se non di più. Qualche anno che si andrà a sommare ai trenta e passa in alcuni casi già trascorsi. Insomma si continuerà a rimanere appesi ed alla mercé della politica, ma con un portafogli molto più alleggerito e con il rischio del famoso “cetrulo” all’orizzonte.

“Ma fateci il piacere!”

A questo punto non era meglio che continuavano ad occuparsi di sagre e bancarelle?

Se questo vuole essere il futuro, per il bene di tutti, meglio fermarli subito.

Qui non si scherza più!

jp

 

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