Incombono le ruspe sugli abusi edilizi realizzati a Sorrento e nel mirino sono finiti 25 manufatti illegittimi presenti nella “lista nera” elaborata dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli.
I registri che elencano le sentenze relative agli abusi i cui procedimenti penali sono passati in giudicato con condanna del proprietario alla demolizione delle opere realizzate sono denominati R.e.s.a. e R.e.d. ed individuano le strutture per le quali, non essendo stata operata dal condannato la messa in ripristino dello stato dei luoghi, risulta in capo alle autorità locali competenti l’esecuzione coattiva.
R.E.S.A. è infatti un acronimo che significa: Registro Esecuzione Sanzioni Amministrative ed è relativo a quelle opere da “buttare giù” secondo sentenze della Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli. Sono 25 gli immobili presenti in questo registro che sono ad oggi dislocati sul territorio di Sorrento.
R.E.D., invece, è una sigla sul piano letterale parzialmente diversa, ma la sostanza non cambia, Registro Esecuzione Demolizioni ed è incardinato invece presso la Procura della Repubblica di Torre Annunziata e, nel caso di Sorrento annovera 145 sentenze di demolizione di abusi edilizi realizzati nella città del Tasso.
Di recente si è mossa, con tutto il peso della propria autorevolezza, la Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli. L’ufficio giudiziario ha chiesto agli uffici comunali atti, accertamenti ed informazioni sulle 25 unità immobiliari presenti nel R.E.S.A.
Dal Comune hanno fatto sapere che per alcuni di questi immobili la fase istruttoria è sostanzialmente conclusa e definita. Ora cosa succede?
Ricordiamo che la sanzione accessoria alla pena detentiva per gli abusi edilizi è infatti la demolizione. Una volta constatata l’inerzia a ripristinare lo stato dei luoghi da parte di chi è responsabile dell’abuso, l’Autorità Giudiziaria chiede ai Comuni di seguire la procedura definita in questi casi, ovvero accendere un mutuo presso la Cassa depositi e prestiti finalizzato a finanziare l’abbattimento. L’iter ha una sua lineare complessità, possono esserci ricorsi e rallentamenti, ma quando si muove la Procura Generale difficilmente non raggiunge l’obiettivo. L’iniziativa della Procura Generale preannuncia quindi la fondata possibilità che ci siano nuovi interventi demolitori.
Per quanto riguarda l’elenco conservato presso la Procura della Repubblica di Torre Annunziata sono stati istruiti ed evasi atti che riguardano gli ulteriori 145 casi di sentenze relative a manufatti abusivi realizzati a Sorrento ed inseriti pertanto nella black-list torrese.
E’ l’altra bomba ad orologeria che prima o poi potrebbe esplodere e provocare danni.
A tutt’oggi in penisola sorrentina si sono registrate quattro demolizioni di abitazioni abusive, due sul territorio di Vico Equense, una a Piano in località Colli di S. Pietro ed un’altra a S.Agata sui Due Golfi, non si contano naturalmente le centinaia di demolizioni di parti di manufatti. Una demolizione a Vico Equense è stata evitata in extremis facendo ricorso alla dichiarazione di pubblica utilità da parte del consiglio comunale, ma tale soluzione è stata bocciata dalla magistratura amministrativa e si è rimesso in moto il meccanismo che potrebbe portare alla demolizione.