“Alimentazione: angelo o demone?”. Si è interrogata su questo intrigante tema la Consulta Sanità di Sorrento, promuovendo, col patrocinio del Comune, presso la Sala Consiliare, il 6 febbraio 2019, un importante convegno-dibattito aperto al pubblico, in cui i sanitari della Consulta si sono avvicendati, dopo i saluti del sindaco Giuseppe Cuomo e dell’assessore Massimo Coppola, nel trattare, in modo sintetico ma chiaro ed efficace, alcuni dei punti più discussi e nevralgici delle tematiche alimentari: Costantino Astarita, coordinatore della Consulta, ha parlato della prevenzione delle malattie cardiovascolari, Tullio Tartaglia di alimentazione e tiroide, Salvatore Ercolano delle diverse funzioni del cibo, Carlo Alfaro dell’importanza dell’educazione alimentare, Angela Crimi della prevenzione del cancro a tavola, Francesco Gambardella dello sport come strumento di salute, Giancarlo Arienzo dei rapporti tra occhio e disturbi dell’alimentazione, e Michele De Cecco dei disturbi del comportamento alimentare, mentre, a seguire, si è tenuto un dibattito col pubblico condotto dai dottori in scienze infermieristiche Carla Apreda, Luigi La Rocca e Maria Tramontano sui problemi sanitari legati all’alimentazione. Il tavolo di lavoro proposto dalla Consulta nasce dalla consapevolezza che insorgenza e prevenzione delle malattie sono condizionate fortemente dalla nutrizione: il messaggio degli esperti nominati dal Comune per tutelare la salute dei cittadini è che il cibo risulta una vera medicina naturale, capace di agire come un farmaco nel modulare il funzionamento di innumerevoli geni e regolare le funzioni ormonali e i processi metabolici. I nutrienti, infatti, al pari dei farmaci, interferiscono con il patrimonio genetico umano, influenzandone l’espressione e quindi condizionando la comparsa e le manifestazioni delle malattie, oltre a determinare i processi biochimici che sottintendono l’evoluzione clinica dei sintomi. Inoltre, l’adozione di una specifica dieta contro la malattia, una volta che è insorta, coadiuva l’intervento farmacologico per contrastarne l’evoluzione e gli esiti. E’ necessario dunque intervenire sui modelli alimentari errati, perché è il cattivo stile alimentare ad essere responsabile in larga parte dell’aumento attualmente registrato di malattie non trasmissibili, quali diabete, malattie cardio-vascolari, obesità e tumori, prima causa di disabilità e morte nel mondo occidentale. L’elisir di lunga vita, il sogno dell’umanità, la leggendaria pozione capace di donare vita eterna e immortalità a chi la beva, in fondo è alla portata di mano di tutti, è nello stile di vita. La formula della salute che suggerisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità è “0-5-20”: zero sigarette, 5 pasti al giorno a base di frutta e verdura e 20 minuti di camminata al giorno. Dal punto di vista quantitativo, il segreto della dieta della salute è mangiare poco, basandosi sull’antica regola di alzarsi da tavola ancora non sazi. Dal punto di vista invece qualitativo, consumare in abbondanza vegetali a ogni pasto (5 porzioni al giorno, tra frutta e verdure), scegliere come fonti di proteine i legumi, le uova, i formaggi fermentati (es. yogurt), il pesce e in misura minore le carni, soprattutto limitando carni rosse e carni processate, preferire alimenti poco raffinati e non di origine industriale, sostituire i grassi “cattivi”, cioè quelli saturi di origine animale come lardo, burro, strutto, panna per cucinare, grassi delle carni rosse, salumi, insaccati, e ancor di più i grassi “trans” (cioè oli vegetali liquidi che l’industria rende solidi aggiungendo idrogeno) presenti nel cibo spazzatura o più in generale in quello confezionato industriale (cibi surgelati pre-cucinati), quali margarine, brioche, snack dolci, salatini, patate fritte surgelate, dadi, alimenti da fast-food, con quelli insaturi “buoni” (Omega3 e Omega6, detti acidi grassi essenziali, perché non prodotti dall’organismo e necessari al buon funzionamento del metabolismo delle cellule) contenuti negli oli vegetali liquidi (olio d’oliva o olio di semi di girasole, noci, mais, soia, sesamo, arachidi), limitare l’assunzione di zuccheri semplici, come quelli di dolci, snacks, merendine e bevande con zuccheri aggiunti e di cereali raffinati a favore dei carboidrati a struttura complessa, contenuti in cereali integrali, frutta e legumi, latte, mantenere l’assunzione di sale a meno di 5 grammi al giorno. Praticamente, il modello della dieta mediterranea, riconosciuta dall’UNESCO Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dal 2010: le buone e tradizionali abitudini alimentari che appartengono alla storia della nostra tavola e che hanno protetto per secoli la salute delle nostre popolazioni. Va però tenuto anche conto del fatto che la dieta, dato che i geni e il cibo interagiscono in modo reciproco, va “personalizzata”, in quanto ogni individuo presenta esigenze e risposte sue proprie nei confronti dei cibi.
Carlo Alfaro