Alimentazione, sport e benessere.

Dottore, partiamo da una curiosità in merito al suo ambito di intervento: cosa spinge un nutrizionista a specializzarsi rispetto al tema dell’alimentazione sportiva e quale é il percorso di studi per farlo?

Sicuramente la passione verso lo sport ha influito molto sulla scelta di specializzarmi nel campo della nutrizione sportiva. Ho scelto questo ambito per poter applicare i miei studi in primis sul mio corpo e valutarne i miglioramenti. Per diventare un biologo nutrizionista bisogna conseguire una laurea magistrale in biologia e iscriversi all’Albo dei Biologi, superando l’Esame di Stato. Per specializzarsi poi in nutrizione sportiva è molto utile seguire vari corsi post laurea a riguardo e studiare sempre tanto, continuando ad aggiornarsi costantemente. Nel mio caso specifico, ho conseguito anche il diploma nazionale di personal trainer presso l’Accademia Italiana Fitness.

Per chi é indicato l’intervento di un nutrizionista sportivo e in cosa esso differisce dal lavoro di un “comune” nutrizionista?

Il supporto di un nutrizionista sportivo è particolarmente indicato per l’utente medio/avanzato. L’utente principiante, che si approccia da poco tempo al mondo dello sport, in particolare a quello della palestra, può rivolgersi tranquillamente al nutrizionista non specializzato in nutrizione sportiva, che lo aiuterà nelle fasi iniziali, stabilendo per lui la migliore dieta per la ricomposizione corporea. L’utente medio/avanzato invece, ha bisogno di un supporto maggiore e più specifico, in quanto gli stimoli adattativi dati dall’allenamento iniziano a dare meno risultati. Quindi è necessario lavorare ancora più specificamente sulla propria dieta, stabilendo minuziosamente le quantità di macro e micro nutrienti da assumere e le eventuali integrazioni.

Se poche certezze ci sono al mondo, una di queste é che l’attività fisica fa bene a corpo e mente. Ne sono documentati gli effetti positivi sull’umore ad esempio. Merito dei neurotrasmettitori ma non solo. Cosa ci dice al riguardo?

Svolgere una regolare attività fisica ha un effetto positivo sul nostro organismo in quanto aiuta ad aumentare il rilascio di endorfine e neurotrasmettitori, come la dopamina, la serotonina e la noradrenalina. Questi neurotrasmettitori, conosciuti anche col nome di mono ammine, possono aiutare a ridurre stati di debolezza mentale, depressione e stress. Infatti, nei soggetti sportivi che smettono di allenarsi, aumentano questi stati di nervosismo, malessere fisico e mentale, proprio perché i neurotrasmettitori tornano ai loro livelli basali. L’esercizio fisico ha quindi chiari effetti sul benessere del nostro cervello, favorendo la lucidità mentale e riducendo il rischio di andare incontro a determinate patologie neurodegenerative. Consiglio a chi può, di allenarsi di primo mattino. Si affronterà meglio tutta la giornata, migliorando la qualità del lavoro e le interazioni con le altre persone.

In alcuni casi lo sport, però, può trasformarsi in un nemico, diventando una vera e propria dipendenza. La necessità di fare attività fisica assume una portata tale da non poterne fare a meno, pena uno stato di profondo malessere. Quali i campanelli d’allarme?

Ci sono alcuni casi dove, l’ossessione per lo sport e un allenamento sbagliato, portano all’over training o sovrallenamento. Si sente la necessità di allenarsi sempre senza mai riposare, ma chi si trova in questa condizione si sente sempre stanco, nervoso, irascibile. Anche riposando per una settimana, la stanchezza non va via. I campanelli di allarme principali di una situazione di sovrallenamento sono vari come la perdita dell’appetito, dolori muscolari, calo della libido, difficolta ad addormentarsi e a mantenere il sonno durante la notte, frequenza cardiaca alterata. Bisogna stare però attenti a non confondere il sovrallenamento con il sovraffaticamento. I sintomi possono essere gli stessi ma, nel caso del sovraffaticamento, riposare per qualche giorno migliora nettamente la stanchezza e ci si riesce ad allenare di nuovo per bene come prima. Nel sovrallenamento invece, il riposo di qualche giorno non aiuta in quanto non sono i muscoli ad essere stressati, ma il sistema nervoso centrale. Un po’ come quando si beve molto alcol ad una festa e si dorme poco. Il giorno dopo ci si sente stanchissimi, anche se non si è fatta attività fisica. Questo proprio perché abbiamo stressato il sistema nervoso centrale.

Come approccia questa tipologia di pazienti?

Un aiuto per questi pazienti è sicuramente il riposo di un paio di settimane almeno, far capire che continuare a stressare il loro fisico con un allenamento troppo intenso o sbagliato, non farà altro che peggiorare la situazione. Successivamente assicurarsi di seguire una dieta normo calorica, in quanto anche un’alimentazione ipocalorica protratta nel tempo, può stressare il nostro fisico. Finito il periodo di riposo si andrà poi ad allenarsi in maniera più leggera, diminuendo i carichi e dando più stimoli con esercizi sempre diversi al nostro corpo. In questo modo si tornerà, nel giro di qualche mese, ad allenarsi meglio e riacquistare la forza che prima non si aveva.

 

Mondo dello sport e ortoressia. Nel suo lavoro riscontra un collegamento tra l’ essere sportivi e l’ eccessiva preoccupazione per una sana alimentazione?

Come sempre, il troppo stroppia. L’ortoressia, ovvero la ricerca spasmodica di cibi sani, non aiuta, sia in caso di pazienti sportivi che non. È corretto imparare a leggere le etichette e mangiare in maniera equilibrata seguendo una dieta adatta alla propria attività fisica, ma non bisogna cadere nel tranello dove si pensa che mangiare poco e pulito aiuti sempre. Molto spesso infatti, chi inizia a fare sport inizia a mangiare poco, quasi sempre molto meno di quello di cui necessita. Oltre a questo, inizia a mangiare alimenti “puliti” che sono sempre gli stessi. Risultato? Dieta troppo ipocalorica e monotona, con rischio di carenza di nutrienti e kcal che incidono negativamente sulle prestazioni sportive e la crescita muscolare. Consiglio a queste persone di non fare mai diete fai da te, o diete del momento, ma di rivolgersi sempre ad un professionista della nutrizione che li aiuterà a mangiare correttamente e scegliere gli alimenti migliori, trovando il giusto equilibrio tra alimenti sani e meno sani.

Dott. Marco Langella, biologo-nutrizionista. Per info 338 9927984

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