Alunni a scuola, uno sguardo alla persona

Le aule delle scuole di ogni grado si sono oramai ripopolate di studenti, per la gioia di molti genitori come suggeriscono simpaticamente varie immagini in rete! Non tutti i bambini e ragazzi affrontano con altrettanta serenità il ritorno alla routine scolastica, certamente per i ritmi più intensi rispetto alla rilassatezza estiva, ma anche perché la scuola è un contesto che espone al giudizio, richiede prestazioni e mette i ragazzi alla prova sul piano delle relazioni con adulti con un ruolo autorevole e con i pari. La scuola è uno dei contesti in cui bambini e ragazzi trascorrono molto del loro tempo, pertanto riveste un peso fondamentale nel processo di socializzazione. A scuola i bambini devono imparare a stare in gruppo, condividere lo spazio, il tempo e l’attenzione dell’insegnante con i compagni, rispettare regole e turni. La scuola insomma, insieme alla famiglia, deve preparare i giovani alla società e al mondo del lavoro, dove è inevitabile essere esposti anche a critiche e giudizi, ma soprattutto dove è fondamentale avere competenze relazionali e comunicative. E le basi di tutto questo si gettano a casa, ancora prima che a scuola, dove è importante che bambini e ragazzi facciano esperienza dello spirito di collaborazione e della divisione dei ruoli, oltre che della coesione. A scuola lavorare sulla creazione del gruppo classe costituisce un punto di forza, favorendo la costruzione di relazioni entro cui gli alunni possano sentire di esporsi, tollerare la critica ed accettare la possibilità di sbagliare come parte integrante dei processi di crescita. Spesso è proprio tale timore che interferisce con la possibilità di vivere serenamente la vita scolastica e, in particolare, i passaggi da un livello di istruzione all’altro sono frequentemente accompagnati da preoccupazioni rispetto a chi saranno i nuovi compagni di classe, quanto sarà severo/a l’insegnante. Relazioni positive costituiscono il fondamento della disponibilità ad apprendere e a tirare fuori le proprie potenzialità, e la costruzione di esse è la grande sfida che gli insegnanti, oggi più che mai, devono accogliere. Dove per relazioni positive non si intende il dover andare per forza d’accordo con tutti, sarebbe “poco umano” tanto quanto pensare di non cadere mai in errore; significa piuttosto imparare a tollerare e rispettare le differenze di opinione, esprimere le critiche in maniera costruttiva, accettare la sconfitta. Lavorare su questi aspetti significa dargli spazio e tempo di ascolto. In casa, dove tavola e divano, oltre che essere i luoghi per mangiare e guardare la Tv, bene si prestano ad essere l’occasione per comunicare, non distrattamente e di sfuggita ma guardandosi negli occhi. E a scuola, dove è importante puntare su attività che non prevedano solo di guardare insegnanti, libri e lavagna, ma che diano la possibilità a bambini e ragazzi di guardarsi tra di loro e riconoscersi come persone facenti parte di un gruppo prima ancora che come alunni che compongono una classe.

Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068
Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043