Prima di conoscerla, per me Anna Vanni era un nome, pronunciato sempre con affetto. Poi, sedute al bar, ho capito il perché di quel decibel di allegra tenerezza disteso sulla voce di chi racconta di lei. Una che i sogni non li lascia nel cassetto, ma li cavalca. Una che crede nel valore della gratuità. Una che la diplomazia l’affronta guardandola negli occhi, o tirandola per i capelli. Ha due amiche inseparabili, Gina e Titina. Ma non aspettatevi che siano persone: sono api. E ha una passione: il Napoli calcio, che segue insieme con l’indiscusso leader del tifo vicano, Zorro. Lei è colore ed è entusiasmo. Ed è contagiosa. Forse è per questo che una chiacchierata tra due persone è diventata una piccola riunione di persone felici. Assunta Pollio, Enza Palagiano, Rosalia Vanni, Enrica Visconti. Tutte al tavolino, senza essersi date appuntamento, per raccontare, organizzare, ridere, ricordare, progettare.
È una donna che osa, profondamente legata alla sua famiglia, amante della vita e della gente. Io sono una che ha conosciuto gli stenti, ma che ha avuto l’esempio di una mamma capace di trasformare anche l’indigenza in gioco e opportunità. Ho avuto la fortuna di poter studiare e ritengo che ogni ragazzo debba poter seguire la propria vocazione. Per questo ho pensato ad un’associazione in grado di supportare i giovani nella loro formazione.
Parla di Leonardo?
Sì, l’associazione che abbiamo costituito a settembre. L’avevo in mente da tanto, ma ho scelto accuratamente i componenti. In realtà, la prima riunione è stata un flop, perché anche io non avevo le idee ben chiare. Poi le ho organizzate, ho ascoltato le idee di queste meravigliose persone che si sono fatte coinvolgere e ho capito che per aiutare i giovani bisogna parlare ai loro genitori e offrire loro qualcosa di concreto. Ecco il doppio binario che Leonardo segue: raccolta fondi e forum divulgativi.
Avete già organizzato degli eventi?
Per il fundraising, a Natale, abbiamo coinvolto gli chef stellati e abbiamo venduto, ai mercatini, dolci tipici. Poi, abbiamo organizzato un burraco di beneficenza. Ieri sera (venerdì 12, ndr) c’è stata una cena di beneficenza. Anche questa volta, hanno cucinato grandi nomi della ristorazione vicana. Hanno partecipato 110 persone e anche la musica è stata offerta da Lauro Attardi, che qui ringrazio pubblicamente.
Ma questi soldi dove finiscono?
Vanno ai giovani che, a causa del disagio economico in cui versano le famiglie, non possono permettersi il proseguimento degli studi. Abbiamo incontrato sacerdoti e dirigenti scolastici per farci segnalare situazioni problematiche nella città di Vico Equense, il nostro orizzonte d’azione. I criteri affinché siano consegnate borse di studio sono: indigenza, diligenza, residenza. Le stesse linee guida le abbiamo utilizzate per la donazione di quindici computer portatili ai ragazzi di cinque istituti. Una cerimonia emozionantissima, dove sono stati consegnati pc donati da membri dell’associazione e benefattori. La sala dell’Hotel Aequa – nostro grande sponsor, che ci mette a disposizione gratuitamente gli spazi – palpitava di vita e di entusiasmo. E’stato uno dei momenti più intensi della mia vita.
Lei accennava anche all’altra dimensione di Leonardo, i forum.
Ne abbiamo organizzato uno sul “dolore inutile”. Ora la nostra Francesca Di Nola, insieme con tanti componenti dell’associazione, sta curando il prossimo convegno sulla “violenza assistita”, che si terrà il 9 giugno.
Progetti per il futuro?
È già in programma un corso di lingua inglese, della durata di un anno. La docente valuterà le competenze acquisite per indirizzarli alla certificazione europea. Il costo dell’esame sarà sostenuto dall’associazione. Nell’ultima riunione, poi, ha preso forma un’altra iniziativa: adotta uno studente. Rivolgeremo un appello ai tanti benefattori di Vico Equense perché sostengano le spese universitarie dei diplomandi diligenti, indigenti e residenti. I ragazzi, però, non dovranno andare fuori corso. Un vincolo di responsabilità.
Mai, mai e poi mai. Ho avuto decine e decine di proposte di candidatura per le scorse elezioni amministrative, ma ho sempre declinato. Non mi piace fare ciò per cui non ho un’autentica vocazione. In ogni mio progetto devo sentire qualche forza che mi sospinga. Ciascuno, per il suo credo, può chiamarlo come vuole: Dio, Energia, Vita. È una corrente che mi porta a pensare di potercela fare, anche quando i conti non tornano. E’ stato così per Leonardo.
Dunque, non segue le vicende amministrative della città?
No. Sono concentrata su altro. Maggioranza e opposizione non sono categorie che distinguo per fare beneficenza. È gradito l’aiuto di chiunque. Per questo gli inviti non sono mai rivolti solo al sindaco, ma anche ai consiglieri di minoranza.
Escluso l’orizzonte politico, come si vede tra dieci anni?
Il bello “accade” all’improvviso. Non faccio progetti a lungo termine. Spero di essere una persona “in pace” perché nella mia vita ho sperimentato lo splendore e la leggerezza della gratuità.
Nancy De Maio
Commenti
Una risposta a “Anna Vanni, le passioni di una donna che cavalca i sogni”
Io penso di essere fortunata perchè ho un ‘amica così! Lei, Anna, per me è motivo di orgoglio. Vado fiera di aver incontrato persone così. Per me che, da insegnante, da anni vado seminando voci di cultura, sapere che queste voci qualcuno le ascolta e crea progetti per i giovani,è motivo di credere che non sono da sola. Avanti tutta, Anna cara!!!!!