Sempre più spesso ci si chiede:
- Cos’è la logopedia?
- Di quali problemi si occupa il logopedista?
- Quando rivolgersi ad uno specialista?
- A che età si interviene?
- Che cosa fa il logopedista con il bambino?
- Cos’è una valutazione logopedica?
- In cosa consiste il trattamento logopedico?
- Quanti incontri sono necessari?
- Quali sono i campanelli d’allarme per un disturbo di linguaggio? (Questionario per i genitori)
1.Cos’è la logopedia?
“La logopedia ha lo scopo di migliorare le possibilità comunicative del bambino.”
Logopedia – dal greco: “logos” parola, “paideia” educazione- è la materia che si occupa del recupero delle abilità e delle disabilità comunicative; essa ha trovato nel tempo il suo logico affiancamento alla disciplina medica foniatrica ed è divenuta così di competenza dell’operatore sanitario logopedista esperto nella fisiopatologia e nella riabilitazione della comunicazione. Il logopedista svolge la propria attività nella prevenzione, nell’analisi approfondita delle funzioni e nel trattamento riabilitativo delle patologie del linguaggio, della comunicazione e della deglutizione in età evolutiva,adulta e geriatrica. L’analisi funzionale logopedica non va assolutamente confusa con la diagnosi medica, ma è con quest’ultima coagente; essa consiste in un dettagliato inquadramento delle funzioni articolatorie, vocali , linguistiche, miofunzionali etc.. attraverso :
- La valutazione,
- Il bilancio,
- La programmazione,
- Elaborazione e pianificazione di programmi riabilitativi individuali.
Il lavoro logopedico ,oltre che nella riabilitazione ha uno specifico valore nei programmi di prevenzione ( specie per la prevenzione secondaria o individuazione precoce dei disturbi) per i quali è indispensabile.
2.Di quali problemi si occupa il logopedista?
Il logopedista si occupa della “educazione della parola“, della comunicazione scritta e orale, della prevenzione e della cura dei problemi legati all’uso del linguaggio. Il principale compito è quello di rieducare le persone a parlare in modo corretto, eliminando difetti di forma o veri e propri disturbi del linguaggio. Le sedute dedicate ai bambini consistono in attività ludiche. Lo specialista avvicina il piccolo tramite lo strumento del gioco e la collaborazione dei genitori, che dovrebbero partecipare alle sedute e apprendere le attività per poi aiutare il bimbo nel recupero.
3.Quando rivolgersi ad uno specialista?
Dal punto di vista del linguaggio spesso non c’è una buona informazione, gli stessi pediatri tendono a sottovalutare la questione rimandando quanto più possibile un intervento logopedico. Il logopedista interviene in tutte le fasi dell’apprendimento del linguaggio, a partire dalla lallazione, il primo approccio al parlato da parte del neonato, fino all’ampliamento della frase, passando per la lettura, la scrittura, la deglutizione, etc.
E’ indicato il trattamento logopedico in caso di:
- Deglutizione disfunzionale o “atipica” (spesso associata ad un uso prolungato di ciuccio e biberon) in presenza o meno di malocclusione dentale
- Disturbi del linguaggio
- Autismo
- Ritardo cognitivo
- Iperattività
In generale è buona norma consultare il logopedista se il vostro bambino:
- Non ha ancora cominciato a parlare a 2 anni
- Non comprende le parole e gli ordini, anche i più semplici
- Non si esprime in maniera comprensibile (da 3 anni in poi)
- Parla usando solo due sillabe
- Non pronuncia bene alcune lettere o scambia le lettere all’interno delle parole
- Balbetta , esitazioni durante l’eloquio,
- Non si concentra
- Non ha una buona coordinazione motoria, scrive e disegna male
- Ha difficoltà a scrivere e leggere, compie errori ortografici
- Ha difficoltà ad eseguire i calcoli matematici e ad imparare le tabelline
- Ha difficoltà ad imparare a memoria
- Ha difficoltà a socializzare con i coetanei e talvolta sembra aggressivo
- Non sta fermo un attimo, non esegue gli ordini e non si concentra su nulla
- Ha un linguaggio limitato, un vocabolario ristretto
- Ha difficoltà ad imparare parole nuove o compie errori nel trovare le parole da utilizzare
- Fa uso di frasi accorciate, sgrammaticate o semplificate, omette parti importanti della frase, usa le parole in un ordine scorretto.
4.A che età si interviene?
L’intervento deve essere precoce quando ci sono dei disturbi specifici e non conviene attendere, anche se il bambino ancora non parla. Infatti, un bambino che non dice nulla spesso non ascolta molto o non imita gli altri, per cui è utile agire tempestivamente proprio stimolando la sua attenzione alle parole e alle persone. Spesso i genitori si aspettano che il loro bambino inizi a parlare correttamente in seguito all’inserimento alla scuola dell’infanzia. In parte ciò è vero in quanto dopo i 3 anni il linguaggio si arricchisce ulteriormente sia nel vocabolario che nella gamma di suoni che il bambino riesce a dire, ma se fino ai 3 anni il bambino non parla ancora oppure si esprime con parole singole e risulta poco comprensibile è bene rivolgersi ad un esperto. Una valutazione specialistica servirà a chiarire se è necessario intraprendere il trattamento logopedico oppure a rassicurare i genitori e fornirgli dei validi consigli.
5.Che cosa fa il logopedista con il bambino con disturbo del linguaggio?
La terapia logopedica è un intervento abilitativo e/o riabilitativo che ha lo scopo di migliorare le possibilità comunicative del bambino. La valutazione iniziale ha lo scopo di definire il deficit di linguaggio, per cui si avvierà un trattamento mirato nelle aree più carenti del linguaggio(esempio deficit fonologico, semantico, pragmatico, ecc.).
6.Cos’è una valutazione logopedica?
Valutare significa attribuire il giusto valore a qualcosa. Anche nell’ambito della logopedia, dunque, questo processo è fondamentale per poter conoscere il soggetto e la patologia che lo interessa, analizzando le diverse variabili e il loro peso. Solo così è possibile costruire un profilo comunicativo-linguistico e completare la propria analisi con un bilancio complessivo del caso.La valutazione è un percorso che mira ad assumere le informazioni necessarie per poter mettere in atto un successivo intervento logopedico, e tale percorso non è fisso e prestabilito, ma varia in funzione dei modelli teorici cui si fa riferimento. La scelta di seguire un certo costrutto teorico determina non solo la scelta dello strumento valutativo (test), ma anche una ben precisa modalità di interpretazione dei dati raccolti. A seconda dei riferimenti teorici che un professionista adotta, possiamo quindi avere valutazioni differenti per metodi e contenuti.
Inoltre, un logopedista deve mantenere una certa flessibilità nel proprio modo di operare, perchè è importante ricordare sempre chi si ha di fronte. Solo così la nostra valutazione sarà veramente efficace e ci permetterà di capire fino in fondo i bisogni della persona che prendiamo in carico, cosa che deve avvenire indipendentemente dalla patologia e dall’età
- In cosa consiste il trattamento logopedico?
In generale il logopedista agisce stimolando nel bambino i livelli di attenzione selettiva alle parole ed ai suoni che le compongono , lavora sulla costruzione delle frasi e sulla comprensione del loro significato e in fasi successive lo aiuta nell’apprendimento della lettura e della scrittura. L’attività del logopedista prevede la creazione di una rete di collaborazioni con la scuola e la famiglia. In questi casi il riabilitatore cerca di trasferire gli obiettivi raggiunti in terapia al contesto sociale. Infatti, il momento riabilitativo non è sufficiente se non è accompagnato da una esperienza reale del linguaggio con gli altri.
8.Quanti incontri sono necessari?
In genere devono essere previsti almeno due incontri a settimana , in quanto il bambino ha bisogno di continuità per comprendere le richieste riabilitative e inoltre deve avere un ambiente familiare e scolastico che lo sostenga in questo percorso.
Per quanto riguarda la durata complessiva del trattamento non vi è una “scadenza” fissa ,le variabili da considerare sono molte, ma sicuramente le più importanti sono la complessità del disturbo, la motivazione e la collaborazione del bambino e della famiglia.
9.Questionario per i genitori.
Il mio bambino :
– a 6 mesi inizia la lallazione “papapapa”, “mamamama” SI NO
– a 6 mesi scuote la testa per dire “no” SI NO
– a 6 mesi afferra e indica oggetti comuni ( cucchiaio, telefono..) SI NO
– a 10-12 mesi inizia a fare giochi verbali (es.:” batti batti le manine “ SI NO
– a 10-12 mesi pronuncia le prime parole “ciao”, “mamma”, “papà”; SI NO
– a 14-18 mesi pronuncia le prime parole-frasi; SI NO
-a 14-18 mesi pronuncia le consonanti ‘M,N,P,B,T,D,C,G,’; SI NO
– a 18-24 mesi dice almeno 50 parole; SI NO
-a 18-24 mesi combina due parole per formare la frase; SI NO
-a 24-36 mesi incrementa notevolmente il suo vocabolario SI NO
-a 24-36 mesi compone frasi semplici di 2-3 parole; SI NO
-a 24-36 mesi usa frasi negative; SI NO
-a 24-36 mesi diventa estremamente curioso e chiede
“cos’è questo”, “dov’è”; SI NO
-a 24-36 mesi utilizza pronomi e articoli; SI NO
– dai 36 mesi articola correttamente ‘ R-GL-GN’; SI NO
-dai 36 mesi usa verbi semplici ; SI NO
-dai 36 mesi ripete filastrocche e canzoncine ; SI NO
-dopo i 36 mesi si esprime con frasi complete di
elementi grammaticali e sintattici; SI NO
Se la maggior parte delle risposte è NO contatta la tua Logopedista
A cura della :
Dott.ssa Genoveffa Pelo
Sede: “Cresco, imparo gioco” via Roma 7, Vico Equense
Cell:3331176745
Cell:3382971211
E-mail: jennypelo@libero.it
Appuntamento al 12 Giugno con la Dott.ssa Anna Pollio, che affronterà l’argomento “ASL, copertura territoriale; Parole alle mamme .