A-U-T-I-S-M-O la prima volta che pronunci questa parola, da genitore, il quale scopre che questa sindrome appartiene al proprio figlio, lo fai lentamente per scandire bene il suono di ogni singola lettera e carpirne l’essenza quasi per osmosi, restando immobile vicino ad essa.
A-U-T-I-S-M-O …continui a ripeterla più volte nella mente o ad alta voce, guardandoti allo specchio per seguire anche il labiale e capire se è reale. Ti fermi e guardi tuo figlio che gioca mettendo in fila delle macchinine, non le fa muovere, non fa l’imitazione del motore con la voce, le mette in fila ordinate e le osserva ecco che affianco al suo dolce nome ora si materializza la parola A-U-T-I-S-M-O. Resti ferma, diventi taciturna, scende una lacrima, due, tre poi non le conti più. Le asciughi ,stringi tuo figlio,ti siedi al suo fianco e prendendo una macchinina cominci a fare il rumore del motore bruuuuum, bruuuuum…
Una parola che prima neanche conoscevi ora è parte di te e come un ritornello su un disco di vinile del passato che si è incantato la ascolti in continuazione. Ma all’inizio non vi è incanto in questo sostantivo. AUTISMO…DISTURBO PERVASIVO DELLO SVILUPPO che pervade i giorni di una vita intera, se ne impossessa, li azzera ingoiando lo sviluppo di tuo figlio. Autismo è come una porta che sbatte dopo una folata di vento e tutto resta buio, è lo sguardo di tuo figlio che sfugge, è il linguaggio che si blocca e poi tarda a venire. Autismo è quel dolce sorriso che conoscevi e pian piano affievolisce, sono quei movimenti improvvisi, quelle mani che sfarfallano come per volare ed esprimere gioia o ansia. Autismo è un urlo perché si vuole comunicare, è l’isolamento che avanza senza il tuo permesso, rapisce tuo figlio e lo trasforma. Quando d’un tratto comprendi che dietro all’AUTISMO c’è tuo figlio, non conta quanto lui sia tornato indietro o rimasto nel buio di quella stanza di cui la porta si è chiusa con impeto. Tu afferri quella maniglia incastrata con tutte le tue forze e tiri fino a che quella porta si riapre. Tendi la mano a tuo figlio e lentamente lo riporti fuori.
Colomba Belforte