Marzia Flaminia Illiano, nell’annunciare l’arrivo a Piano di Sorrento, sulla Terrazza di Villa Fondi, venerdi 24 giugno 2022, della scrittrice Monica Zunica col suo romanzo “Awen”, con l’organizzazione dell’associazione che presiede “Le Muse Entertainment” e la moderazione del dottor Carlo Alfaro, grazie all’ospitalità del Comune di Sorrento che ha inserito l’evento ESTATE BLU 2022 “Davanti al golfo di Surriento…”, aveva dichiarato che sarebbe stata una presentazione unica nel suo genere, con delle sorprese “fantastiche”. E non ha deluso le aspettative. Accolta dall’assessore Antonella Arnese e dal responsabile dell’Ufficio Cultura Giacomo Giuliano, Monica Zunica ha donato Arte, Mistero, Cultura, Mito al pubblico di amanti del sapere e curiosi delle novità, che non si è sottratto alle suggestioni dell’intrigante appuntamento. La presentazione è stata un viaggio fatto di parole, musica, filosofia, risvegli spirituali, avventure e poesia. Ad interpretare il sogno evocato dal libro, gli attori Susanna Giordano e Luigi Parlato, e giovanissimi allievi che hanno vestito i panni del popolo di Awen, tra cui Chiara D’Alessandro, la cui madre Roberta D’Esposito si è fatta interprete delle emozioni del pubblico intero dichiarando: “Una meravigliosa serata, che ci ha regalato un tuffo nel fascino del mondo celtico, fatto conoscere i Guardiani della Natura e trasportato in una terra fantastica dove regnano il rispetto e la fusione con la Natura. Ho scoperto un mondo che non conoscevo, fatto di una cultura lontana ma vicina al mio cuore che mi ha affascinato tantissimo. Sono rimasta catturata dal libro e dall’autrice, dalla sua bellissima scelta di vita, dal rito del matrimonio celtico, simbolico e spirituale”.
Monica Zunica è nata a Napoli nel 1972. Ha pubblicato romanzi e racconti, è stata collaboratrice di Repubblica Napoli, ha lavorato come ufficio stampa per diverse realtà culturali e ha partecipato alla fondazione della nuova rivista “Sud”. Nel 2010, la svolta: ha lasciato Napoli per vivere con la propria famiglia in una casa immersa tra i boschi del Molise. Attualmente, con il marito Enrico e i figli Carlo e Ginevra, si occupa di eventi culturali per la propria associazione “L’Iperico” che si dedica alla rievocazione storica dei popoli celtici e sannitici. Da lungo tempo è un membro dell’Obod (Ordine dei Bardi, Ovati e Druidi). Come Druida o Bandrui ha approfondito in particolare lo studio degli Ogham, come filosofia di vita, spiritualità e pratica divinatoria. È una celebrante dell’Obod, con particolare attenzione al rito nuziale druidico. Ospita e organizza con altri membri dell’Obod un incontro annuale dedicato al rapporto tra spiritualità e Natura. Ama il genere fantastico e cura da diversi anni l’aperitivo letterario del “Fantasy Day”, il più grande festival del Sud Italia dedicato al genere. Il Fantastico per lei non è solo un genere letterario, ma la voce poetica di un sogno antico e ancora oggi necessario.
“Awen. Il confine” è il primo capitolo di una trilogia fantasy tutta italiana.
Come scrive Maurizio De Giovanni nella sua prefazione, si tratta di un testo di assoluta originalità: “qualcosa di profondamente diverso da tutto quello che avete letto nella vostra vita”.
La prima particolarità è che è l’unico romanzo fantasy italiano in cui la storia non è ambientata in USA o in un paese immaginario bensì in una realtà italiana reale e riconoscibile, descritta assieme a un universo parallelo che pulsa in un’atmosfera magica. L’ambientazione si snoda infatti tra le montagne del Molise (Monte di Mezzo), in un mondo immaginario (le Terre dell’Awen) e nella Napoli del 1595.
Un’altra novità assoluta è che i personaggi sono in parte frutto della fantasia dell’autrice, in parte figure storiche realmente esistite, in parte provenienti dalla letteratura: da “L’Iguana” di Anna Maria Ortese, “Il segreto del Bosco Vecchio” di Dino Buzzati, “Leggende napoletane” di Matilde Serao, “Annali” di Tacito, “La pietra lunare” di Tommaso Landolfi, e infine figure della tradizione narrativa celtica presenti nella “Storia di Taliesin”, leggenda gallese, trascritta nella metà del XVI secolo da Elis Gruffydd. E’ come se nel libro, prodigiosamente, i miti celtici si fondessero con la grande cultura italiana e tanti universi narrativi si unissero assieme per la prima volta nella storia della letteratura.
Ne risulta un racconto unico e speciale, che Maurizio De Giovanni non a caso definisce “articolato, visionario e vertiginoso”.
Il nucleo della narrazione è che i personaggi hanno l’opportunità di modificare il proprio destino grazie a un potere misterioso: l’Awen.
Attorno a questo potere si svolge l’eterna lotta tra il Bene e il Male. In ogni personaggio esiste un lato buono e uno cattivo che rende la lotta tra il bene e il male intrinseca anche al loro animo. Il male si insinua infatti sottilmente nelle menti dei personaggi e cerca di dominarle. Dice Diana, la protagonista: “Niente e nessuno è fatto di sola luce o di sola ombra, di solo bene o di solo male. Le due facce della stessa moneta albergano nell’anima di tutti noi. Tutto ciò a cui potete ambire è l’equilibrio. C’è chi lo trova, chi lo ignora, chi sprofonda nella follia e chi, come me, sceglie di spezzarlo.”
Altri temi sono l’amore in tutte le sue forme, l’importanza dell’empatia nel relazionarsi agli altri, la forza della Natura che va sempre rispettata.
L’idea della storia nasce dalla leggenda di Taliesin, recuperata dalla scrittrice che è un’importante studiosa della civiltà celtica, che si sviluppò nei primi secoli dopo Cristo nella selvaggia Britannia. Tramandata oralmente da tempi antichissimi, la storia è stata trascritta per la prima volta nella Historia Brittonum di Nennio nel 796 d.C., e nel 1500 dallo storico Gildas di Rhuys. La leggenda racconta la storia di Taliesin (534/599 c.a), capo bardo di Britannia e il più antico poeta gallese di cui si conoscono le opere.
Di questa leggenda la trilogia Awen racconta un immaginario prosieguo.
Awen è un’antica parola gallese che vuol dire “soffio”. Veniva usata per indicare l’ispirazione poetica che donava agli antichi bardi una sapienza profetica. Più in generale, nella tradizione celtica, rappresenta il potere primordiale dell’esistenza e il flusso vitale della creatività in ogni suo aspetto, ed è rappresentato da un albero. Dall’emanazione dell’Awen sarebbero nate le prime creature viventi: gli Alberi primordiali. Gli Alberi primordiali hanno poi dato vita ai Galham che a loro volta, gestendo l’energia dell’Awen, hanno dato vita (attraverso una sorta di immaginazione poetica) a tutte le creature che popolano questo mondo, compreso gli uomini.
Il simbolo dell’Awen /│\ rappresenta l’inizio della vita. I tre segni corrispondono a lettere primordiali dalle quali derivano tutti gli alfabeti ed esprimono: amore, conoscenza e verità.
Awen è anche un canto che ha aperto la presentazione in una coinvolgente coreografia a Villa Fondi.
La trama: Diana, all’età di sette anni, svanisce nel nulla assieme alla madre in un bosco del Molise. La madre non verrà mai più ritrovata, mentre Diana ricomparirà una settimana dopo ben vestita e pettinata, come se nulla fosse accaduto. Della settimana trascorsa Diana non avrà ricordi e, per i dieci anni successivi, non sarà più capace di parlare. La giovane vive in Italia con la matrigna, in un piccolo paesino del Molise dove frequenta il liceo scientifico, mentre il padre se ne è disinteressato e si trova all’estero per lavoro. L’esperienza traumatica vissuta, il mutismo e la vita trascorsa con una matrigna anaffettiva fanno di Diana una ragazza emarginata e insicura, ma di carattere forte. La vita della ragazza cambia dal giorno del suo diciassettesimo compleanno, quando comincia a fare strani sogni che, in straordinarie visioni, descrivono una realtà inesistente, surreale, eppure sono la chiave per comprendere il mistero della sua esistenza, le restituiscono la voce e la spingono a fuggire di casa per raggiungere il bosco di Monte di Mezzo in cui dieci anni prima era scomparsa la madre. Durante il viaggio Diana viene aggredita da un gruppo di uomini armati di arco e frecce che vengono poi messi in fuga da un misterioso cavallo. Proseguendo il suo cammino, non si rende conto di aver oltrepassato un portale magico: il confine che divide il mondo da lei conosciuto dalle Terre dell’Awen. Inizia per lei un percorso difficile che le stravolgerà la vita attraverso il confronto con tremendi pericoli e la scoperta di essere portatrice di un pesante fardello: lei è una ragazza predestinata a riportare l’equilibrio in quella terra fantastica. Una profezia proveniente dal Galles del V secolo predice che una ragazza avrà il compito di custodire un antico Potere. E si tratta proprio di Diana. Diana scopre infatti l’incredibile verità su se stessa: è l’ultima discendente di un antico ordine chiamato Le Custodi, una stirpe di donne destinate a depositare, tramandare e proteggere, anche a costo della propria vita, il potere dell’Awen. Diana scopre anche che tutti gli abitanti delle Terre dell’Awen hanno un animale come spirito guida e che il cavallo, grazie al quale era scampata all’attacco degli uomini armati, era proprio l’animale guida della madre. Durante il suo percorso incontrerà diversi personaggi, tra cui i gemelli suoi coetanei Jago e Kei, un maschio e una femmina, che l’aspettavano al di là del confine: le spiegheranno tanti segreti e l’aiuteranno a comprendere il suo destino legato all’Awen. Un altro personaggio che incontra è Artagos, un Fferrylt potente e ambiguo che millecinquecento anni prima ha assorbito il potere dell’Awen. Quello dei Fferrylt è un antico ordine di druidi alchemici che compaiono nella leggenda di Taliesin. Artagos si trovava in esilio a causa del suo acerrimo nemico Morfran e viene liberato da Diana e i suoi compagni di viaggio dopo cinquecento anni circa di prigionia. È ossessionato da due pensieri: vendicarsi di Morfran e scoprire cosa è accaduto a Keridwen, la donna che ama infinitamente. È un uomo misterioso e dall’animo inquieto. Nei confronti di Diana ha un atteggiamento ambiguo. Il suo animo è combattuto tra il bene e il male. L’Awen, potere creativo e benefico, possiede un lato oscuro e quando Artagos ne ha assorbito l’energia, questo gli ha donato grandi poteri ma lo ha anche condannato a essere sempre in lotta con se stesso, in bilico tra l’etica e i suoi interessi. Diana sospetta che Artagos possa avere qualcosa da nascondere e per questo si scontrerà con lui ma alla fine non riuscirà a capire se è un alleato o un nemico. Morfran, il Signore delle Terre del Nord, conosciuto anche come Afgaddu nell’antica leggenda gallese di Taliesin, è un despota feroce, la personificazione del male. Il suo scopo è impossessarsi della pozione che, se bevuta, dona il potere dell’Awen. Solo una Custode può creare la pozione e per questo Diana diventa la sua peggior nemica. La leggenda narra che Keridwen, una bellissima donna, aveva due figli, Creiwy e Morfran. La prima fu omaggiata da ogni dono che la vita può offrire, il secondo invece nacque brutto, deforme e privo di qualsiasi buona qualità. Keridwen decise allora di aiutare il figlio sfortunato creando per lui la pozione dell’Awen, custodita dai druidi Fferrylt. La mistura doveva cuocere un anno e un giorno e Keridwen affidò la gestione della cottura a un ragazzo di nome Gwion. Al compimento della cottura tre gocce, ribollendo, caddero sul dito di Gwion che istintivamente portò il dito alla bocca, assorbendo involontariamente il potere dell’Awen che Keridwen aveva così faticosamente preparato per il figlio Morfran. Keridwen infuriata dà la caccia a Gwion per ucciderlo. I due, possedendo poteri straordinari, durante l’inseguimento, prendono le sembianze di diversi animali. Alla fine Gwion si trasforma in chicco di grano e Keridwen, tramutata in gallina, lo mangia. Quel chicco di grano, nel ventre di Keridwen, si trasforma in bambino che dopo nove mesi nascerà prendendo il nome di Taliesin, il più grande bardo della storia di tutti i tempi. Morfran, inferocito per essere stato derubato di ciò che era stato destinato a lui, si rende immortale (bevendo dalla fonte dell’eternità) per aspettare il momento in cui un’antica profezia si compirà: quella secondo cui un giorno una giovane Custode (Diana) sarà finalmente in grado di ricreare il potere dell’Awen. Morfran era stato contrastato da Artagos, l’amante di sua madre Keridwen. Per questo lo condannò a un esilio eterno. Diana potrà vincere la guerra contro il crudele Morfran solo garantendosi l’alleanza di quattro Guardiani leggendari: creature che derivano dalle pagine di Tacito, Matilde Serao, Anna Maria Ortese, Dino Buzzati. Si tratta di eroi letterari che si risvegliano grazie all’Awen per vivere una nuova occasione. Per assicurarsi la loro collaborazione, Diana dovrà, però, aiutare queste creature a recuperare la loro memoria. Per far sì che questo accada Diana dovrà raggiungere l’Isola di Oniaskid per essere addestrata adeguatamente. Durante il viaggio verso l’isola Diana si innamora di Liam, un ragazzo salvato da morte certa lungo la strada. Ventenne, alto, forte, bello, figlio di Linda, una schiava di Morfran, cresciuto da un’altra schiava di nome Each, Liam viene trovato da Jago, Kei e Diana in una trappola per Uri (grossi animali oggi estinti ma che nelle Terre dell’Awen popolano la foresta del Nord). Diana sente immediatamente che tra di loro c’è un legame forte, misterioso e antico. Il loro amore verrà fortemente contrastato da Artagos e dalla Signora dell’Isola sacra di Oniaskid, Calluna, perché Diana, in quanto Custode, è obbligata a generare una figlia solo con un uomo appartenente al popolo dei Fferrylt. Ma l’attrazione è più forte della volontà e i giovani trasgrediscono la regola e fanno l’amore. Liam per punizione viene inviato, con i guerrieri dell’Awen, in una destinazione segreta. Diana accetta il proprio destino ma in cuor suo non smetterà mai di cercarlo. Sotto la guida di Artagos crea la pozione dell’Awen e la mette a cuocere in un calderone sacro. Si sottopone, poi, a una cerimonia che l’aiuterà a scoprire che il suo animale guida è il leggendario Morcat: una lince alata che diventerà per lei un’amica inseparabile e le permetterà di vivere l’esperienza del volo. Sull’Isola, infine, tre maestri addestrano Diana affinché possa partire alla ricerca del Guardiano del Sud che si scoprirà essere una donna selvaggia e priva di memoria. Per aiutarla a recuperare i propri ricordi Diana ha bisogno della Pietra di Luna: un oggetto di potere gelosamente custodito dai Safinos, un popolo, erede degli antichi Sanniti, che vive a sud delle Terre dell’Awen. Il Guardiano del Sud è la regina Boudicca, morta in battaglia nella Britannia del 60 d.c. Boudicca (33 – 60/61 d.C.) è stata una regina della tribù degli Iceni, che viveva nell’odierna zona di Norfolk (Inghilterra orientale). Così come è ricordata storicamente, Boudicca fu a capo della più grande rivolta britannica contro i romani invasori. Fu feroce nel vendicare la perdita della sua terra e la violenza che le sue due bambine dovettero subire a opera di un gruppo di soldati che le stuprarono davanti ai suoi occhi. La sua vita è tramandata da Tacito e Dione Cassio. A proteggere la regina comparirà anche un drago. Trovata la Guardiana del Sud, Diana deve raggiungere gli altri tre Guardiani. A Nord incontrerà una creatura per metà umana e metà iguana che ha presso vita da un romanzo di Anna Maria Ortese. I Guardiani dell’Est e dell’Ovest provengono, invece, dalla penna di Dino Buzzati e Matilde Serao. Diana capisce da tanti indizi che la madre è viva e può salvarla. Dal Galles del V secolo ai nostri giorni, Diana lotterà senza sosta per far riemergere l’Awen, il potere che l’aiuterà a proteggere ciò che ama e finalmente a scoprire la verità sulla scomparsa della madre.
Carlo Alfaro