Vi capita mai di osservare un bambino e restare esterrefatti dalla capacità che manifesta, ancora piccino piccino, di utilizzare un tablet o uno smartphone? Colpisce l’abilità con cui molti nativi digitali accedono alla galleria delle foto, scaricano un gioco, navigano in internet, insomma perseguono il loro scopo con una dimestichezza invidiabile da parte di chi solo con il tempo è riuscito ad acquisire padronanza nell’utilizzo di questi strumenti e di chi ancora fatica ad abituarsi al passaggio dalla tradizionale tastiera al touchscreen! Le nuove tecnologie hanno cambiato la nostra vita e certamente è fondamentale saper utilizzare correttamente tali strumenti, vista la rilevanza che hanno per accedere alla conoscenza ed alla realtà che ci circonda. Senza nulla togliere a questa certezza, vogliamo qui soffermarci sui rischi che possono derivare da un eccessivo utilizzo della tecnologia soprattutto da parte dei più piccoli. Anche in questo caso infatti, come in molti altri, è questione di giuste misure. Fondamentale dunque porre dei limiti temporali onde evitare che si creino dei meccanismi di dipendenza. La Kaiser Family Foundation, organizzazione statunitense no profit che si occupa di analisi e sondaggi, ha elaborato una statistica secondo la quale i bambini di età compresa tra gli 8 e i 10 anni trascorrono quasi 8 ore al dì con un dispositivo digitale, per raggiungere la soglia delle 11 ore se parliamo di adolescenti. Tendenza non approvata dai pediatri dell’American Academy, secondo i quali i bambini dovrebbero passare al massimo un paio di ore dinnanzi ad un dispositivo digitale, ai quali invece non dovrebbero avere accesso i bambini di età inferiore ai due anni. I primi anni di vita sono importanti per lo sviluppo cerebrale, e a tale proposito è fondamentale che il bambino interagisca con altre persone e non con uno schermo. Infatti, parafrasando la psicologa Catherine Steiner-Adair, «la tecnologia è un surrogato scadente delle interazioni personali». Sono già da tempo noti i danni che l’abuso della tecnologia può produrre sul piano fisico, basti pensare all’impatto che può avere sugli occhi o sulla postura, così come si è sempre più consapevoli dei rischi derivanti da una vita troppo sedentaria o da una severa privazione di sonno, entrambi fattori spesso associati all’eccessivo utilizzo di strumenti tecnologici. L’elenco delle controindicazioni non finisce qui: stare troppo tempo davanti ad uno schermo può significare toglierlo ad attività come la lettura e la scrittura, fondamentali per l’apprendimento, con conseguenze negative sul piano delle prestazioni e della capacità di concentrazione. Ma il problema principale rischia di essere il sacrificio delle relazioni con l’altro, fondamentali per acquisire competenze sociali e favorire lo sviluppo dell’intelligenza emotiva. Inoltre, l’utilizzo sistematico di questi mezzi per calmare un bambino che piange o che è agitato può interferire con la possibilità che egli sviluppi la capacità di autocontenersi e di tollerare e gestire le emozioni negative. L’utilizzo di questi strumenti non dovrebbe mai sostituire il gioco libero, sia esso da solo che in presenza dell’altro, trattandosi di un canale fondamentale per lo sviluppo cognitivo, affettivo e relazionale del bambino.
Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068
Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043