Bambini e animali. Quando la cura diventa per entrambi il miglior rimedio all’abbandono

 

Con il ritorno dell’estate e la ripresa della stagione turistica, seppur con le dovute precauzioni legate alla prevenzione anti Covid-19 riprendono viaggi e partenze e, come ogni estate, torna alta l’attenzione sui rischi di abbandono degli animali domestici, particolarmente quest’anno dopo che, con il lockdown, si è avuto su tutto il territorio nazionale un incremento delle adozioni o acquisti di animali che oscilla mediamente tra il 15% e il 20%, con dei picchi al sud Italia dove, in alcuni comuni, le adozioni sono incrementate anche del 40% (ENPA, 2021). Eppure con la riapertura e la ripresa delle attività economiche c’è da chiedersi se non emergeranno difficoltà nella loro gestione e nel mantenimento.  Il tanto tempo a disposizione, la routine forzata dello stare in casa, il ricorso allo smart working di molte aziende hanno infatti fortemente contribuito all’arrivo di cani e gatti in famiglia, ma non solo. Se l’effetto positivo che gli animali domestici hanno sulle persone non è certo una novità, è opinione condivisa che proprio gli animali domestici abbiano aiutato molto e ancora contribuiscono a superare emotivamente questo difficile anno di pandemia, una sorta di pet therapy, strumento efficace e riconosciuto per aiutare a ridurre ansia, depressione, stress, fatica, dolore fisico, in particolare per i bambini.

Non è solo una questione di compagnia: prendersi cura di un animale è un atto estremamente curativo e formativo. Lo sanno bene soprattutto i bambini, che nel contatto con gli animali trovano stimoli nuovi a fronte dello strano senso di abbandono cui spinge la routine interrotta e l’isolamento sociale dovuti alla pandemia.

Non stiamo parlando del contatto con esseri capaci di comunicare con il nostro stesso linguaggio, né di un esseri che andiamo a comandare a bacchetta come fossero telecomandati.

Per questo la cura dei cani, gatti, conigli, uccelli, pesci e ogni altro tipo di animale adottato costituisce, oltre che un momento di gioia, un’occasione di educazione al rispetto e all’empatia, alla cura dell’altro, all’inclusività, esercizio di ascolto, riconoscimento ed elaborazione delle emozioni, palestra di sensibilità e capacità di ascolto, input al movimento e al gioco, spunto per lo sviluppo del linguaggio verbale e non verbale.

Nei servizi educativi all’infanzia gestiti da Prisma affrontiamo il tema della cura: i bambini sono essi stessi accuditi, destinatari di attenzioni, ma sono anche attori consapevoli di azioni di cura, nel rapporto con gli altri, nella cura dei luoghi, degli spazi comuni, delle persone, dei compagni, nell’attenzione nelle attività svolte. I bambini imparano gradualmente ad essere autonomi e responsabili, attori consapevoli di se stessi e degli altri, del loro ambiente, in linea con le tappe della loro crescita, predisponendoli ad accogliere con meno stress le nuove sfide che possono loro presentarsi. L’arrivo di un animale domestico in casa educa i bambini a prendersi cura del proprio compagno a quattro zampe, riconoscendolo come parte della propria famiglia: questo tipo di “contatto sociale” si traduce in un esercizio di cura ed empatia, cura emotiva e antidoto a stati di stress e ansia, come quelli spesso vissuti nei periodi del lockdown. Un bambino coinvolto nella cura di un animale domestico impara a prendersi cura degli altri.

La cura come rimedio all’abbandono, in una duplice lettura: per i bambini, è l’opportunità di uscire da quegli effetti negativi indotti dalla pandemia come disturbi d’ansia, del sonno, irritabilità; per gli animali, è l’innescare e rinsaldare quel legame affettivo e di collaborazione nella cura che scoraggia ulteriormente la possibilità di abbandonare i propri animali domestici quando si presentano situazioni di difficoltà.

“Il senso più grande dell’educazione non può che risiedere in un percorso quotidiano al rispetto per gli altri” si legge sul sito della LAV.

L’Arte di prendersi cura di se stessi e degli altri e di crescere insieme, superando insieme gli ostacoli: tenendosi per mano o per zampa.

 

Aux Manzo e Chiara Guadagnuolo