Uscirà nelle sale italiane giovedì 10 maggio “Le grida del silenzio”, thriller di Alessandra Sasha Carlesi con, tra gli altri, Alice Bellagamba, Manuela Zero, Luca Avallone e Beppe Convertini. Per quest’ultimo si tratta del secondo film al cinema in 40 giorni dopo che, a inizio marzo, aveva interpretato Nettuno Tritone nella commedia di Fabio Gravina “Un figlio a tutti i costi”, film divertente ma che invitava a riflettere sul tema della fecondazione eterologa.
Oltre al cinema, Convertini proseguirà per tutto l’anno con la tournèe teatrale di “Ricette d’amore”, divertente commedia di Diego Ruiz che farà tappa in numerose città italiane. Ma, oltre ai riflettori e alla luci della ribalta, l’attore pugliese continua ad essere molto impegnato nel sociale, soprattutto come testimonial per l’organizzazione umanitaria “Terres des Hommes” per tenere alta l’attenzione sul dramma della guerra civile siriana. L’attore si è recato due volte nei territori martoriati dal conflitto, prima ad Aarsal, poi a Zarqa per stare vicino soprattutto ai bambini orfani di guerra. Esperienze toccanti che sono riassunte per immagini nella mostra fotografica itinerante “SI RIAccendono i colori della pace”, che sbarcherà a Milano dal 14 al 21 maggio alla “Milano art gallery”. “Il mio impegno – aggiunge Convertini – è volto a sensibilizzare le coscienze su quanto accade in Siria, dove una guerra civile assurda genera di continuo migliaia di vittime e milioni di profughi. Un conflitto, quello tra i ribelli e l’esercito di Assad, a cui nessuno ha interesse a mettere fine per gli interessi legati alla vendita delle armi. Ai civili non resta altro che scappare, anche in Europa, per cercare una vita migliore. Tra i profughi, tantissimi sono bambini che hanno bisogno di tutto ma che riescono lo stesso a darti tutto. Ti riempiono il cuore con i loro sorrisi, e tu cerchi di ricambiare solo in minima parte passando del tempo col loro. Le organizzazioni umanitarie sul campo – continua l’attore – cercano di fornire tutto il necessario tra alimentazione, vestiario, istruzione e assistenza sanitaria grazie anche alla collaborazione di medici che arrivano da ogni parte del mondo per supportare i dottori locali. Una situazione disperata con un’escalation senza fine di orrore a cui purtroppo ci siamo assuefatti guardando la tv. Dal canto mio – conclude Convertini – spero di poter tornare presto laggiù perché quello che ho dato è un minimo di quello che ho ricevuto. Il sorriso dei piccoli siriani mi è rimasto nel cuore”.
Claudia Esposito