Cambio alla guida dell’Arpac

“Come segnalavamo le nostre perplessità su Vincenzo Belgiorno, nome proposto dalla giunta e poi non nominato commissario straordinario dell’Arpac così allo stesso modo oggi esprimiamo fondati dubbi sul neo commissario Stefano Sorvino”. Lo dice la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Maria Muscarà commentando il cambio alla guida dell’Arpac, l’agenzia ambientale regionale. “Ribadisco che la disastrata Arpac avrebbe bisogno di normalità e non di straordinarietà – sottolinea – il neo commissario Sorvino non è un tecnico e non è un estraneo alla politica”. “Dal 2005 è segretario generale dell’Autorità di bacino regionale della Campania centrale – rileva Muscarà – ed è stato presidente dell’azienda consortile acquedottistica Alto Calore, consigliere comunale,    provinciale e assessore all’Ambiente della provincia di Avellino”. “La legge nazionale parla di requisiti di elevata professionalità nel settore ambientale – spiega Muscarà – non mi sembra che il nuovo commissario sia un manager o un esperto della materia tale che possa garantire una gestione virtuosa dell’Arpac che ha quasi 600 dipendenti più 200 della società partecipata Arpac Multiservizi”. “La giunta ha scelto di riproporre nuovamente la figura del commissario straordinario – evidenzia – un modello perdente di gestione autoreferenziale che in questi anni invece di risolvere i problemi li ha acuiti”. “LArpac è un’agenzia senza programmi, senza controlli, senza un’efficace vigilanza che impiega la maggior parte dei fondi per pagare una pletora di dirigenti e personale amministrativo – attacca – manca, invece, il personale tecnico per effettuare le attività di controllo e di monitoraggio ambientale”. “Un’agenzia dove ogni commissario straordinario che viene – continua – si fa il proprio regolamento a suo uso e consumo, per agevolare, assegnare e distribuire incarichi al chilo”. “Il Movimento 5 Stelle è da tempo impegnato in un’attività serrata sull’Arpac – aggiunge – un’agenzia in house della Regione Campania per troppo tempo usata per alimentare clientele e consulenze nell’assenza totale di trasparenza come è più volte emerso in I Commissione Speciale”.