Carmine Bucciero. Sorrento vista dal vicecomandante della Polizia municipale

Aggressioni ai vigili, funzionamento del corpo, rapporti con l’Amministrazione, problemi di viabilità e abusivismo edilizio. Questi i temi affrontati nel colloquio con il s.Tenente Carmine Bucciero, vice comandante del Corpo della Polizia Municipale  di Sorrento e titolare di posizione organizzativa con competenza su Protezione Civile, Parcheggi e Contenzioso Dipartimentale.

Cinque episodi di aggressioni e minacce ai vigili nel solo 2016,nella città di Sorrento, da parte di residenti. Un dato che segna una escalation del fenomeno rispetto agli anni precedenti, ma queste vicende  forse sono anche la spia di un malessere nel rapporto tra polizia municipale e cittadini?

Penso che alla base di questa recrudescenza ci sia anche la crisi economica che colpisce tanti nuclei familiari presenti sul nostro territorio. Pertanto la contravvenzione oggi è vissuta in modo ancor più vessatorio in quanto  ha un peso rilevante sul bilancio familiare. Da quì talvolta reazioni eccessive, spropositate e naturalmente ingiustificabili, se non proprio di rilevanza penale.

Da parte vostra c’è comprensione verso le ragioni degli utenti della strada e del cittadino in generale ?

Noi accettiamo il confronto e la dialettica, anche se colorita, con il cittadino-utente. Ascoltiamo le ragioni altrui, e cerchiamo di far comprendere il nostro operato. Quello che non si può in nessun caso accettare sono le minacce ed il contatto fisico. Tutti sono pronti a segnalare il veicolo altrui in divieto che intralcia il traffico, ma non tutti sono disposti ad accettare la sanzione quando in divieto c’è la propria vettura.

Come è il sorrentino medio nel ruolo di  cittadino-utente ed interlocutore della polizia municipale?

Prima di arrivare a Sorrento ho avuto modo di lavorare nell’ambito del territorio regionale in altri comuni e posso dire che il tratto che distingue il sorrentino è l’amore sincero per la propria città. Il sorrentino (natio o “immigrato”) è il primo guardiano del proprio territorio.  C’è grande collaborazione ed ausilio nel segnalare comportamenti incivili o scorretti o anche solo persone sospette aggirarsi per la città. Certo a volte tale sensibilità può apparire esasperata ma sempre motivata dalla paura del cittadino, dal desiderio di garantire il respingimento di azioni atte a danneggiare anche solo l’immagine di Sorrento nel mondo. La sua domanda mi ha fatto però ricordare una frase di De Amicis.

Addirittura e che dice De Amicis?

C’è una bella espressione in cui afferma: Rispettate la strada. L’educazione di un popolo si giudica anzitutto dal contegno che tiene per strada. Dove troverai la villania per strada, troverai la villania nelle case!  Ed a Sorrento c’è, in relazione ad altre realtà anche vicine, un sostanziale rispetto della strada, il che rappresenta un elemento di indubbia civiltà per l’intera comunità cittadina.

Secondo lei cosa vogliono i cittadini dai vigili?

Una maggiore presenza sul territorio. Spesso identificano la qualità del nostro lavoro solo dalla “quantità” della nostra presenza per strada.

In questo cosa c’è che non va?

C’è che il nostro corpo è pressocché dimezzato, rispetto alla dotazione organica prevista che aveva negli anni ’90, e quindi siamo oggettivamente impossibilitati a garantire una presenza su strada capillare e visibile a tutti. Dalle cinquanta unità presenti 20 anni fa, oggi siamo meno della metà. E poi c’è un problema terminologico che diventa sostanziale.

Che vuol dire?

Lei dice vigili urbani, il termine è presente nell’uso comune. Ma dal lontano 1986 l’espressione è stata superata da un’altra definizione: polizia municipale. Nel nuovo nome ci sono le diverse competenze e funzioni. Il vigile era percepito come colui che vigila sull’ordinata convivenza civile, in particolare lungo le strade. Oggi non è più così, nell’espressione “polizia municipale” c’è una innovazione notevole.

In concreto ciò  cosa comporta?

Il rapporto di collaborazione e dipendenza con l’autorità giudiziaria. La Procura della Repubblica interloquisce con noi, come con qualsiasi altra divisa. Chiede di svolgere indagini, di acquisire informazioni, di svolgere specifiche attività, di cui però l’utenza poco percepisce il peso e l’impegno quotidiano. Tutto ciò cambia profondamente la natura del nostro lavoro.

Cosa vorreste che i cittadini comprendessero?

Vorremmo cogliessero la complessità del nostro ruolo, la molteplicità dei nostri compiti, l’impegno che ci mettiamo.

E voi cosa fate per capire le esigenze del cittadino?

Ci mettiamo all’ascolto delle loro esigenze.

In che modo?

La scorsa estate abbiamo anche distribuito un questionario anonimo per capire e sapere qual è l’opinione dei cittadini, quali fossero le maggiori criticità riscontrate. Inoltre, presso il nostro sportello segnalazioni raccogliamo anche le critiche che sono di spunto per migliorare la nostra azione. Non nascondo il piacere invece quando giunge qualche email o missiva di ringraziamento e/o complimenti che appendiamo alla bacheca.

Ci parla degli agenti di polizia municipale, chi sono?

Li dividerei in due categorie. Gli operatori assunti negli anni passati, anagraficamente più anziani,  oggi magari sono nonni,  hanno accettato la sfida della trasformazione del loro ruolo  e si sono messi in discussione facendo della loro esperienza la base solida del Comando. I giovani invece, spesso laureati o provenienti da esperienze lavorative differenti o altre città non solo campane, hanno apportato anche con il loro entusiasmo una notevole crescita qualitativa che mi fa ritenere che ovunque andranno – se trasferiti – daranno prova di competenza e professionalità. Una parola di apprezzamento voglio spenderla pure per il personale a tempo determinato che è la prima linea del Corpo e per il Nucleo dei Volontari di Protezione Civile, sempre pronti e disponibili, nonché per il personale amministrativo del Dipartimento. Siamo una famiglia varia e variegata!

Che rapporti ha con l’Amministrazione comunale?

Veramente buoni. C’è  ascolto e valorizzazione del nostro ruolo nei provvedimenti che riguardano i nostri settori di competenza.

Per concludere, chi è il Tenente Carmine Bucciero?

Vorrei essere un “vigile urbano” come era il mio omonimo nonno che, nel mio comune Torre Annunziata, ha lasciato in chi l’ha conosciuto il ricordo per la professionalità e competenza, rispetto del cittadino e delle istituzioni.