A cena al Murphy’s Law tra menù gourmet e birre artigianali

La realtà di cui vi parliamo oggi è più vicina di quando possiate immaginare, ma è ben custodita come una perla rara, nella zona di Seiano, stiamo parlando del Murphy’s Law di Vico Equense che troviamo lungo la strada sorrentina, in Via Caulino 77.  Venendo da Sorrento, bisogna prendere la seconda traversa sulla destra dopo la salita per Montechiaro. Da Napoli, dopo l’hotel Torre Barbara. Si sale per pochi metri lungo una stradina circondata dal verde e, arrivarti su, ecco che l’incanto si presenta allo sguardo: il golfo di Napoli in tutta la sua bellezza e maestosità.

 

Una location che non ha nulla da invidiare ai classici pub tipicamente inglesi: arredamento in legno, ambiente intimo, una vasta selezione di birre artigianali e musica in sottofondo, a volte dal vivo; d’altra parte, ha una connotazione molto definita nell’offerta gastronomica, con la scelta di materie prima di altissima qualità, la proposta di presidi slow food e, quando possibile, prodotti a km0. In cucina si avvicendano: Concetta De Nicola, Vincenzo Petrillo, Sergio Reale e Daniela Ricciardi, che curano il menù e lo rinnovano ogni stagione, proponendo una varietà interessante di piatti di carne;  tra tutti, merita una menzione speciale il misto brace con Picanha Black Angus irlandese, salsiccia nera di Norcia e pancia di maialino nero beneventano, serviti su pietra lavica. Tipicità e tradizione la fanno da padrone al Murphy law, per accontentare anche i palati più esigenti; grazie ad una varietà di eccellenti Formaggi campani, come la provola di Agerola e il Pecorino Bagnolese d’Irpinia, ma anche “concessioni” estere come il Cheddar stagionato in grotta. Nel menù vi è una cura e attenzione particolare anche per i vegetariani che non vengono assolutamente trascurati, ma coccolati proprio come gli amanti della carne. Inoltre è possibile da soli comporre il proprio panino scegliendone gli ingredienti per la farcitura, e successivamente il tipo di pane prodotto appositamente dal Panificio Lievito Madre Iommella.

Vi segnaliamo la scelta di alcuni dei piatti cool di questa stagione: da non perdere le ottime bruschette fatte con pane alle patate, crema di friarielli (produzione L’Arcangelo a Montechiaro – Vico Equense), Arancino con salsiccia, crema di zucca e taleggio; Pecorino bagnolese d’Irpinia, accompagnato da crema alla senape con pera e cannella, il tutto innaffiato da una Pale Ale del Birrificio Vetra, chiara anglosassone con luppoli americani.

Hamburger di Scottona italiana con riduzione di uva, scarole nera alla napoletana, pecorino Bagnolese e pinoli, servito con panino morbido Farina tipo 1, lievitazione naturale 36-48 ore.

per questo piatto viene abbinata la birra Fiore all’occhiello della struttura la “Ricomincio da Tripel”,  prodotta in collaborazione con Birrificio Sorrento per Murpy’s, è una tripel in stile belga con corpo fruttato e lieve finale amaro, prevede infusione di bucce d’arancia di Sorrento. Ha una gradazione alcolica di 8° circa. Picanha irlandese e pancia di maiale nero beneventano ripiena di salsiccia e spezie, servite su pietra lavica e accompagnate da una selezione di sali (rosa dell’Himalaya, grigio Bretone e affumicato al legno di  faggio) abbinata alla birra “L’Una Rossa” del Birrificio OpperBacco di Teramo, una Dubel belga, con corpo fruttato e sentori di frutta secca e malto caramellato. Prodotta con un 10% di segale che conferisce toni di freschezza, è aromatizzata con coriandolo e buccia d’arancia.

Per concludere in dolcezza con una panna cotta al caffè con topping di cioccolato fuso preparata dallo Chef innaffiata da una  Quadrupel, produzione OpperBacco, stile belga con forte tostatura (sentori di caffè e cioccolato) ed elevato grado alcolico (10 °C).

Nella produzione delle birre artigianali, le materie prime sono scelte e freschissime per essere facilmente riconoscibili fin dal primo sorso, in più dato che non ha conservanti artificiali aggiunti, richiede un consumo relativamente veloce. “la birra artigianale è una birra non filtrata o pastorizzata creata con ingredienti di qualità e senza utilizzare succedanei, spesso servita in locali della stessa area geografica”.

 

 

Nel periodo invernale si cena a partire dalle 20.00 con la possibilità di essere serviti fino all’una. Da marzo a giugno e da settembre a novembre il locale è aperto anche dalle 12.00 alle 16.00 E di domenica, con una formula accattivante: si pagano tutte le portate, il dolce lo offre la casa.

Il locale dispone di un ampio parcheggio e, volendo soggiornare, ha anche 4 camere con formula B&B. A condurlo nella gestione, inaugurata 4 anni fa,  ci sono cinque giovani amici: Marco e Michele Auriemma, Carmen Romano, Antonio Zullo e Nicola Ungaro che, accantonate le precedenti attività professionali, si sono uniti e hanno scommesso su questa formula di ristorazione che piace sia ai giovani che alle famiglie.

 

Al contrario della birra artigianale, la birra industriale è sia filtrata che pastorizzata per garantire la maggiore consumazione e annullare tutte le varianti di gusto e aromi così da permettere una produzione in serie, piatta, senza aromi particolari. Inoltre le grandi multinazionali spesso usano additivi chimici, conservanti e surrogati del malto che permettono di ridurre notevolmente i costi di produzione.

 

Quando si mangia di gusto, ci si morde. Voi quale legge di Murphy’s preferite?


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