Essere in attesa, scoprire che una nuova vita nasce dentro di sé. Esperienza unica e irripetibile che va a colorarsi di sfumature emotive diverse a seconda che quel bambino sia stato pensato o meno, programmato e desiderato da tempo. Già in queste prime fasi tanti sono i pensieri che si attivano e le aspettative che vengono a crearsi, che pure contribuiscono ad intessere la storia di quel bambino e della sua famiglia. Non a caso, quando nel nostro lavoro clinico ci troviamo di fronte ad un bambino, partiamo sempre dal ricostruire, insieme ai genitori, la sua storia anamnestica fin da quando egli era unicamente nei pensieri dei suoi genitori o, in alcuni casi, non lo era affatto. Programmato o meno, si tratta in ogni caso di un cambiamento di grossa portata e che, in quanto tale, è normale che si carichi di emozioni di gioia quanto di preoccupazione, rispetto alla salute del bambino o alle proprie capacità genitoriali ad esempio, che possono avvicendarsi e sovrapporsi durante questi nove mesi. Si tratta di un tempo lungo ma necessario non solo a fare in modo che dall’embrione, passando per il feto, si sviluppi un individuo capace di sopravvivere nel mondo esterno; il corpo della donna ha bisogno di modificarsi gradualmente per poter accogliere il corpicino di un bambino, il quale necessiterà di uno spazio mentale oltre che fisico entro cui essere accudito, dando così possibilità di sviluppo al legame tra madre e figlio ancora prima che questo nasca. Insomma parliamo di un evento psicosomatico capace di generare grosse modificazioni non solo fisiologiche ma anche psicologiche. Introduce una nuova linea generazionale che, inevitabilmente, induce ad un confronto, nel diventare madre attraverso questo figlio, con la propria figura materna e con la propria esperienza di figlia, bagaglio che portiamo con noi e dentro di noi non sempre con leggerezza. Un nuovo equilibrio di coppia andrà ricercato in questo passaggio dalla diade alla triade e molti possono essere i punti interrogativi rispetto a se si riuscirà a tenere tutto insieme, a resistere al turbinio di emozioni e cambiamenti che la notizia dell’attesa, come nessun altra, può attivare. E poi c’ è il lavoro, che va ridimensionato per dare spazio alle nuove esigenze familiari, quando si ha la fortuna di poterlo solamente riorganizzare senza dovervi rinunciare. Il corpo, in maniera più o meno forte, urla che il cambiamento è in corso, talvolta costringendo ai tempi lenti, altre volte o in altri momenti della gravidanza facendo sentire forti come se si fosse due in uno. Due in uno, il miracolo della vita che si compie.
Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068
Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043