Comportamenti sessuali estremi o perversioni?

Successivamente alla rivoluzione sessuale del ‘68 e all’introduzione dei vari contraccettivi, la sessualità ha cambiato modo di essere vista e vissuta, dal suo fine primordiale dedito alla sola riproduzione, al piacere fine a se stesso.

Tutt’oggi molte coppie vanno alla ricerca di sensazioni forti ricorrendo a comportamenti sessuali inusuali. Questo per vari motivi, magari per noia, per evadere dalla routine quotidiana, o anche per semplice curiosità. Ma bisogna fare molta attenzione nell’etichettare tali comportamenti che potrebbero essere confusi con alcuni comportamenti patologici. Quindi è utile effettuare una distinzione tra “perversioni hard” e “perversioni soft”.

Le prime sono vere e proprie perversioni sessuali, che oggi vengono definite “parafilie” per utilizzare un termine più neutro. Le parafilie sono fantasie, impulsi o comportamenti sessuali di cui il soggetto diventa schiavo, e riesce ad eccitarsi solo ed esclusivamente in quel determinato modo. È quindi sempre presente la caratteristica dell’ossessività ed esclusività (in assenza di ciò non vi può essere eccitazione). Secondo il DSM-IV (manuale diagnostico dei disturbi mentali) le parafilie più conosciute sono: pedofilia, esibizionismo (l’eccitamento deriva dal mostrare i propri genitali a persone non consenzienti), voyeurismo (eccitarsi esclusivamente nell’osservare altre persone avere un rapporto sessuale e questo senza la loro approvazione), masochismo, sadismo, feticismo, frotteurismo (l’eccitamento è dato dallo strusciamento dei propri genitali verso persone sconosciute e non consenzienti) e  feticismo da travestimento (frequente negli uomini questa perversione include un eccitamento solo se si indossano abiti femminili, il soggetto in questione però non ha una confusone rispetto alla propria identità di genere) ma nella realtà ne esistono molte altre. Il soggetto “perverso” è di solito una persona sessualmente, affettivamente e psicologicamente ipoevoluta. Sono persone che non riescono ad entrare in relazione con l’altro infatti la perversione serve proprio a questo a mantenere la distanza e non entrare in relazione. Molto spesso la perversione è secondaria ad un trauma subito il quale è stato talmente doloroso che la persona, per non soffrire, travolge tutto il dolore in piacere, ossia cerca di trovare nell’evento traumatico qualcosa di positivo in modo così da averne il controllo. Ovviamente questo è un meccanismo che agisce a livello non consapevole.

 

Per quanto riguarda le “perversioni soft”, queste non sono vere e proprie perversioni poiché non hanno la caratteristica di ossessività ed esclusività, quindi il soggetto non si eccita solo ed esclusivamente in una determinata circostanza, come ad esempio nella pedofilia con i bambini, o del feticismo solo con un oggetto (feticcio) su cui è stata spostata l’attenzione sessuale (scarpa, gamba, ginocchio o quant’altro); ma è una caratteristica secondaria ossia il soggetto si eccita in molti modi tra cui una situazione sessuale particolare. Le perversioni soft permettono al soggetto, ma molto più spesso alla coppia di mettere in atto desideri sessuali che prima erano legati solo al mondo immaginario. Le più comuni sono ad esempio lo scambio di coppia, esperienze di bisessualità (non dovute ovviamente a confusione sull’orientamento sessuale), incontri di gruppo o l’utilizzo di sex toys. Va però sottolineato che se il soggetto o la coppia inizia a praticare molto spesso e in maniera esagerata tali comportamenti sono indice comunque di un disagio più profondo. Solo se l’esperienza in questione è vissuta con leggerezza, piacere, non esclusività e ossessività può rientrare in un proprio modo più aperto di vivere la sessualità.

Le perversioni soft quindi aumentano la libertà, mentre quelle hard la limitano. Inoltre le perversioni soft tendono a mantenere una relazione intima, mentre nelle perversioni hard un’altra caratteristica che predomina è la tendenza ad evitare la relazione.

Concludendo a chi piace fare sesso in maniera non propriamente convenzionale ma anzi con un pizzico in più di trasgressione di certo non è una persona con comportamenti sessuali perversi o patologici, anzi vuole solo esprimere liberamente il proprio modo di vivere la sessualità.

 

 

Dott.ssa Rebecca Cataldo

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