Disfunzioni sessuali maschili

Nel precedente articolo abbiamo parlato della figura del sessuologo e di come tutti ne sentono parlare ma pochi lo conoscono veramente e sanno nello specifico cosa fa. Un po’ la stessa cosa vale per le disfunzioni sessuali, a sommi capi  tutti sanno che ne esistono ma non tutti sanno precisamente quali sono e le loro definizioni. Ci sono alcuni termini che fortunatamente ormai non si utilizzano più, almeno scientificamente parlando, ma che sono sempre esistiti nell’immaginario e nel linguaggio comune per descrivere un disturbo sessuale riferito ad un uomo ed una donna ossia impotenza e frigidità. Sono però termini molto vaghi che possono dire tutto o niente poiché non sono specifichi e descrittivi di una determinata disfunzione, ed inoltre portano con sé una grande connotazione negativa. Quindi cerchiamo di dare il giusto nome alle cose e cerchiamo insieme di comprendere qualcosa in più sulle disfunzioni sessuali. I primi studi effettuati in ambito sessuologico si devono a due studiosi americani William H. Master e Virginia E. Johnson i quali per primi hanno studiato le varie fasi della risposta sessuale, che all’inizio si pensava essere di natura bifasica ossia che comprendesse due fasi: l’eccitazione e l’orgasmo. Solo successivamente con l’ampliamento degli studi da parte della psicoanalista Helen S. Kaplan la quale inizialmente confermò tale ipotesi formulando appunto il concetto di natura bifasica, e solo successivamente  rivisionò tale concetto passando ad un modello trifasico inserendo così una terza fase ossia quella del desiderio sessuale. Le disfunzioni quindi possono riguardare ogni fase della risposta sessuale desiderio, eccitazione e orgasmo. Secondo il DSM IV-TR (manuale diagnostico dei disturbi mentali) le disfunzioni sessuali maschili sono così classificate:

  • da Desidero Sessuale: il quale comprende due disturbi diversi il D. Ipoattivo e il D. da Avversione Sessuale. Il primo riguarda la carenza o l’assenza ricorrente o persistente di fantasie sessuali o desiderio di un’attività sessuale. Vi è una risposta positiva a degli stimoli sessuali pur non avendone il desiderio. Il D. da Avversione Sessuale invece rientra di più nelle fobie poiché vi è proprio un disgusto, un’ansia, una repulsione verso ogni tipo di attività sessuale. Non c’è una risposta positiva a degli stimoli sessuali.
  • dell’Eccitazione: Disturbo Erettile: Tale disturbo riguarda il deficit erettivo ossia una persistente o ricorrente impossibilità di raggiungere o mantenere un’erezione adeguata fino al completamento dell’attività sessuale .
  • dell’Orgasmo: il quale comprende a sua volta differenti disturbi: D. dell’Eiaculazione Ritardata, D. dell’Eiaculazione Precoce, Eiaculazione Retrograda, Orgasmo Anaeiaculatorio, Eiaculazione Anestetica e Anaeiaculazione senza Orgasmo. I primi due disturbi riguardano più cause psicologiche mentre gli altri sono causati da fattori organici. Il primo si verifica quando si ha un ricorrente o persistente ritardo o assenza dell’orgasmo, dopo una normale fase di eccitazione. È da puntualizzare che non esiste un tempo standard di durata per diagnosticare tale disturbo, la disfunzione c’è nel momento un cui crea disagio. E questo vale per tutti gli altri disturbi, se non crea disagio alla persona o alla coppia non si può intervenire. L’Eiaculazione Precoce invece riguarda una ricorrente o persistente eiaculazione  a seguito di una minima stimolazione sessuale, prima della penetrazione (anteportam) o poco dopo e soprattutto senza che il soggetto lo desideri. In questa disfunzione quindi è fondamentale l’assenza di controllo, da parte del soggetto, sullo stimolo eiaculatorio.

Le cause di queste disfunzioni (a parte gli ultimi che come abbiamo detto hanno una causa organica e per questo non descritti)  possono essere varie, non c’è mai un unica motivazione alla base di tali disfunzioni. Le cause possono riguardare sia la  sfera personale quindi la sintomatologia del disturbo dipende da fattori individuali (convinzioni, religione, vissuti emotivi negativi rispetto al sesso o al piacere in generale ecc…), che la sfera relazionale quindi le cause vanno rintracciate all’interno di quella relazione, magari il disturbo è un sintomo per dirci che qualcosa all’interno della coppia non va. La disfunzione sessuale è una metafora attraverso la quale il corpo parla e ci trasmette un disagio, il sintomo viene creato per trovare un equilibrio, una soluzione, ma ovviamente non è funzionale allo squilibrio interiore e per questo crea disagio. Infatti è molto importante, per il clinico accogliere il sintomo per capire cosa ci vuole comunicare realmente poiché ogni sintomo ha un suo significato a livello simbolico.

 

Dott.ssa Rebecca Cataldo Psicologa

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