Don Rito a Mortora. Don Francesco Iaccarino a S.Agnello

Don Natale Pane lascia la parrocchia dei SS Prisco ed Agnello per motivi di salute, al suo posto  arriva Don Francesco Iaccarino che va via dalla Parrocchia di S.Maria di Galatea a Mortora ed è  a sua volta rimpiazzato da Don Rito Maresca.

E’ un valzer di preti quello che si è verificato a cavallo di Ferragosto in Penisola sorrentina con la revisione delle guide parrocchiali. Don Natale Pane era stato eletto dai propri parrocchiani, quasi venti anni fa, nel lontano 1998 come responsabile della chiesa patronale di S.Agnello. L’Arcivescovo, Monsignor Franco Alfano, di nuove elezioni non ne vuole proprio sentir parlare. Considera il diritto di patronato,  riconosciuto a sette parrocchie della Penisola sorrentina, tra cui anche quella di S.Agnello, un istituto superato.

Proprio su questo tema dibattuto e contorverso quanti altri mai, ha scritto un post Domenico Cinque, da sempre sensibile alla difesa delle specifità della costiera. Cinque ha dato voce ai tanti che non vorrebbero disperdere questa peculiarità che caratterizza il territorio sorrentino, ecco cosa ha scritto “Amici di Sant’Agnello benvenuti nel club dell’illegalità, dopo Piano, Mortora, Meta anche voi siete senza Parroco e vi tocca l’amministratore parrocchiale per chissà quanti anni. Se solo avessimo la forza di unirci tutti, e potremo essere in tanti, ed opporci a questi soprusi della diocesi, a questa illegalità dilagante potremo finalmente esercitare un nostro diritto. I tempi del Papa Re sono finiti, non siamo sudditi ma fedeli-cittadini con i nostri diritti riconosciuti dal diritto canonico. Il nostro Vescovo continua a perpretare un grave reato omettendo degli atti che sono dovuti. Alziamo la testa e ribelliamoci, disertiamo le messe celebrante da questi parroci abusivi, disconosciamone l’autorità. Riprendiamoci la nostra Storia”.


Commenti

Una risposta a “Don Rito a Mortora. Don Francesco Iaccarino a S.Agnello”

  1. ANNA BARTIROMO.

    Non sei il solo a provare disappunto per l’accaduto e non voglio neanche discuterlo perché non amo il parlare senza essere ascoltata, è tempo perso. PIUTTOSTO senza nulla togliere alle qualità di entrambi i RELIGIOSI in questione vorrei capire oggi che significato ha più ”l’essere un Pastore per le proprie anime. UNA responsabilità così grande come quella di chi giuda una Comunità per tanti anni,(sia essa piccola o grande), non va usurpata tanto bruscamente, non solo a chi l’ha espletata ma anche a chi ne ha tratto i benefici, intendo ”Le pecorelle” affidate ai soggetti in questione,,,. Diritti a parte, che comunque dovrebbero avere un loro peso, (sebbene questo, ahimè , non sempre succeda in ITALIA), personalmente l’ho vissuto come un furto religioso, pur rstando il mio rispetto per ciascuno Forse qualche spiegazione al riguardo … non sarebbe male.

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