L’opera di Dostoevsky non riflette mai uno sterile ideologismo: l’umanità che la popola, alla ricerca di un riscatto dalla miseria e dall’oppressione morale, è la protagonista di un dramma spirituale. In questo testo, si evidenzia l’opposizione tra individuo e società, la quale è il motore della narrazione. Nelle Memorie del sottosuolo, si manifesta una condizione sradicata dell’uomo, nonché la sua natura alienante. In tutta la prima parte, l’individuo pensa a sè stesso, studia i complessi sistemi della propria psiche e analizza le contraddizioni in cui si dibatte. Il modo rispecchia l’uomo e il suo riflesso, Dostoevsky, vuole coglierlo in una fogna di confessioni, attraverso i modi di una persona nevrotica e infelice. La genialità di Dostoevsky, sta nell’approdare a una delle più grandi verità, ossia che l’uomo autentico non è l’uomo esteriore, della superficie, la maschera che circola per il mondo, come direbbe Pirandello, ma l’uomo interiore che si nasconde e si rifugia nella propria tana. Il sottosuolo, dunque, è la tana, la vita psichica nella sua intimità libera e irrazionale. Sottosuolo è disarmonia radicale, che alimenta irrequietezza e insicurezza.
L’uomo-topo, isotopo dello schifo, protagonista dell’opera, altro non è che la rappresentazione più intima che Dostoevkij attribuisce all’uomo, al vero uomo. E’ presente, come si nota, una forte zoologia dei bassifondi, in cui viene inserito il topo, abitante di ogni sottosuolo. La sua rivolta, si fonda sul suo essere un disadattato morale, che vede nelle leggi di natura un muro che non può abbattere. Infine, il palazzo di cristallo, emblema di quell’ordine cosmico in cui l’uomo ha perso la sua individualità, un palazzo simbolo del progresso, della ragione e del materialismo che riducono l’uomo ad un tasto di pianoforte. Mentre il mondo lo idealizza, Dostoevskij vi scorgeva già la decadenza dell’umanità e la negazione di qualsiasi libertà individuale. Accettiamo la nostra realtà interiore, quella più emarginata, ma allo stesso tempo la più influente, perché è quella che ci distingue dalla massa e da una società alienata e consumistica.
Titolo: Memorie dal sottosuolo.
Autore: Fedor Dostoevskij.
Pagine:123.
Editore: Garzanti Editore
Antonio Di Martino