Droghe leggere e legalizzazione, esperti a confronto a Sant’Agnello

Si è tenuto ieri, giovedì 9 febbraio, presso il Wine Bar di Sant’ Agnello, un incontro per discutere sulle possibilità di legalizzazione della cannabis.

L’evento, organizzato da giovani studenti dell’istituto ‘Gaetano Salvemini’ di Sorrento con la collaborazione di Michele Vitiello e Natale de Gregorio, ha visto la partecipazione di relatori d’eccezione. Come il dottor Francesco Palagiano, segretario dell’ associazione farmacisti, che ha sviluppato la tematica degli effetti della cannabis sull’organismo umano; l’ avvocato penalista Susanna Denaro, che si è occupata, invece, dell’ aspetto penale dell’ argomento; il consigliere comunale di Sorrento, Francesco Mauro che ha esposto i lati positivi che si riscontrerebbero con la legalizzazione. Presente, infine, anche il presidente della comunità di recupero Giovanni Ruggiero che da ben 25 anni si batte per sconfiggere le tossicodipendenze.

La cannabis oggi viene catalogata come droga leggera, in quanto non ha effetti eccessivamente dannosi sull’organismo umano. Questa pianta viene ampiamente utilizzata in campo medico, in particolare per fini terapeutici in quanto permette di alleviare una serie di dolori spastici, specialmente nei malati di SLA e di Parkinson.

“La cannabis è una pianta medicinale – ha spiegato il dottor Palagiano – come molte altre, ma non la si può considerare una pianta salutistica. Contiene, infatti, sostanze cannabinoidi che agiscono sul cervello provocando una serie di problemi. In alcuni studi si è riscontrato che i soggetti che hanno fatto un uso prolungato negli anni di cannabis hanno avuto un decremento del livello di attenzione e dei tempi di reazione. Negli adolescenti, le conseguenze sono ben peggiori poiché non essendo l’organismo ancora sviluppato completamente, vi possono essere alterazioni della materia grigia e della qualità della materia bianca. Non bisogna dimenticare che essendo una sostanza dannosa che viene immessa nel corpo, si rischiano anche danni polmonari e cardiaci”.

All’avvocato Susanna Denaro il compito di esporre i rischi penali in cui si può incorrere assumendo questa droga leggera. “Secondo l’ articolo 73 della legge Iervolino-Vassalli in vigore dal 1990, l’uso voluttuoso di cannabis e di altre droghe leggere è severamente vietato come anche il possesso (oltre la bassissima soglia consentita) e lo spaccio. Molto aspre sono le condanne in cui si rischia di incappare. Per le droghe leggere vanno da 2 a 6 anni, fino ad un massimo di 20 anni per le droghe pesanti. L’ utilizzo della cannabis con scopi terapeutici è consentito in Italia, ma solo in alcune regioni è a carico del sistema sanitario nazionale, mentre in altre è il cittadino che deve sostenere tutte le spese. Ciò comporta una sorta di disparità di alcuni cittadini italiani rispetto ad altri, in base alla regione di appartenenza”.

Ad esporre le ragioni della legalizzazione della cannabis nel nostro Paese, il consigliere comunale di Sorrento, Francesco di Mauro. “I dati ci rivelano che, in 25 anni, il proibizionismo ha fallito – ha sottolineato il giovane esponente del Pd sorrentino -. Con la liberalizzazione, si avrebbe un prodotto più sicuro e più naturale.

La cannabis attualmente in commercio è un prodotto soggetto a molti processi di trasformazione e nella coltivazione della pianta stessa possono essere utilizzati pesticidi ( nel migliore dei casi) che una volta assunti hanno ulteriori effetti dannosi sull’ organismo umano. Con la liberalizzazione, il consumatore avrebbe una maggiore consapevolezza del prodotto che va ad acquistare e lo Stato potrebbe controllare le quantità che ogni singolo cittadino assume. Un altro grande vantaggio è appunto il controllo dei consumi che permetterebbe di arginare il problema dei tanti giovani adolescenti che abusano di questa sostanza. Altro aspetto importante che non va sottovalutato è il contraccolpo economico che la legalizzazione avrebbe sulle mafie. La vendita di stupefacenti è la prima voce d’ entrata per le associazioni mafiose. Circa 8 miliardi di euro è il ricavo che ne proviene. Naturalmente non ci si può illudere di eliminare così facilmente il sistema mafioso. Quest’ ultimo ha molte altre voci d’ entrata, ma sarebbe comunque un inizio da non sottovalutare. Nel caso avvenisse la liberalizzazione, bisogna attuare una politica ben precisa in merito. Si sta prendendo a modello la realtà del Belgio, dove è possibile fumare solo nei ‘Coffe shop’ e non in strada liberamente, poiché si andrebbe a ledere la libertà altrui e in particolari i bambini e gli anziani che sono fasce della popolazione sempre molto sensibili. Secondo lo studio della Washington University School of Medicine di St. Louis, condotto su 216mila adolescenti, dopo la liberalizzazione o la depenalizzazione avvenuta negli Stati Uniti il numero di giovani che fanno uso di cannabis è in forte diminuzione. Sembra però che sia in aumento il numero di adulti che ne sono dipendenti”.

E’ spettato al professore Giovanni Ruggiero, presidente della comunità di recupero per tossicodipendenti, esporre gli effetti negativi della legalizzazione. “In 25 anni di lavoro contro le dipendenze da droghe, tutti i pazienti mi hanno raccontato di aver iniziato con la semplice canna. Con la legalizzazione si abbasserebbe il livello di pericolosità che si avverte e tutto ciò può avere serie conseguenze. Le motivazioni per le quali ci si inizia a drogare sono molte, specialmente psicologiche, ma chi è felice non si droga. E’ una questione di priorità, di pensare ad un domani . Chi non progetta non ha futuro, e voi che priorità avete?”.

Maria Pane

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