Elezioni nei Comuni. La politica locale aspetta: giugno o ottobre?

 

Nel 2016 si andò alle urne per eleggere sindaco e consiglio comunale il 5 giugno. A distanza di cinque anni siamo ormai in pieno conto alla rovescia aspettando che il Governo fissi la data delle elezioni amministrative che, presumibilmente, dovrebbero svolgersi tra la fine di maggio e gli inizi di giugno. La decisione dovrebbe essere assunta entro la fine del mese di febbraio in considerazione del fatto che, se dovesse essere rispettata la naturale scadenza della consiliatura, ci vogliono almeno tre mesi di tempo per far partire a tutti gli effetti la macchina organizzativa e la campagna elettorale. Il fatto che, come si rileva da molti commenti social, il “dibattito pre-elettorale langue” dipende proprio dall’incertezza sulla data di queste elezioni che potrebbero slittare al prossimo autunno, a ottobre, causa la persistente pandemia e la necessità di sottoporre al vaccino il maggior numero possibile di cittadini.

Una campagna, quella vaccinale, partita a livello domiciliare (per le persone anziane con problemi di deambulazione) e dalla prossima settimana a Villa Fondi (location scelta per i comuni di Sorrento, Sant’Agnello, Piano di Sorrento e Meta), che mal si concilierebbe con una campagna elettorale che, in ogni caso, non potrà prevedere i tradizionali momenti di incontro permanendo il divieto di assembramenti quale principale misura anti-contagio. Non si tratta soltanto di evitare che gli elettori si rechino ai seggi! Piuttosto di scongiurare tutte quelle iniziative peculiari del momento elettorale e che possono generare un’esplosione di contagi condizionando la stessa consultazione elettorale, com’è avvenuto l’anno scorso a Sorrento.

Insomma le mosse di “uscenti” e “aspiranti entranti” sono subordinate alle decisioni che, massimo entro un paio di settimane, saranno assunte a livello nazionale. Del resto nei circa 1200 comuni italiani che andranno al voto si annoverano le principali città: Napoli, Roma, Bologna, Milano, Torino. Una partita il cui significato va ben oltre l’aspetto amministrativo investendo quello politico, tanto di più all’indomani della nascita del governo-Draghi che, fatta eccezione per Fratelli d’Italia, vede in maggioranza tutte le altre forze politiche: dalla Lega al PD passando per Forza Italia e Movimento 5 Stelle. Insomma il test elettorale è uno di quelli in grado di riservare sorprese non ancora valutabili dai partiti che sono appena all’inizio di questa anomala esperienza di governo e quindi non in condizione di valutarne gli effetti sul corpo elettorale. Tanto più mentre si dovranno assumere decisioni importanti per il futuro del Paese e per le stesse grandi città dove a sfidarsi per la guida dei municipi potranno essere candidati rappresentativi di partiti e alleanze

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